Il bacio

31.9K 1K 47
                                    

                                   AYLA

Quello che ha detto Elijah non poteva essere vero, giusto? Riconoscere il proprio compagno avveniva nell'istante in cui il tuo sguardo si incastrava perfettamente con quello dell'altro. Il mio sguardo si era incastrato in quello di Elijah decine di volte, ma di solito gli unici sentimenti che mi suscitava erano rabbia e rimpianto.
"Stai mentendo", sbottai, con la gola secca. "So come funziona il processo di accoppiamento, e se fossimo compagni, lo sapremmo gia!"
"Io sono l'Alfa. Le regole non valgono, per me. L'unico modo per sapere se sei la mia compagna è passare del tempo con te e avvicinarmi a te".
" Avvicinarti? Certo", risposi scetticamente. "A letto, suppongo?"
"Quando un Alfa incontra la sua potenziale compagna, le sue emozioni vanno in tilt. Deve affidarsi ai suoi sensi e a nient'altro. Prima la marchia e poi la lascia entrare volontariamente nel suo letto per sentire il suo dominio e per verificare se è capace di gestirlo".
Il cuore cominciò a battermi fortissimo quando Elijah Si avvicinò.
"Sappiamo entrambi che sei più che forte abbastanza per guidare un branco. Sei bella, dominante, e mi fai piegare come un dannato cucciolo alla tetta di sua madre. Nessuno mi fa quest'effetto, tranne te".
Era davvero sottomesso a me? Le sue parole mi stavano toccando in un modo che mi faceva desiderare il suo tocco ovunque.
Cosa c'era di sbagliato in me? Il calore stava diventando insopportabile.
Poteva percepire il mio bisogno fisico, ma sapeva anche cosa avevo passato, quella sera. Mi mise delicatamente le braccia intorno alla vita.
"Ne vuoi ancora?" chiese.
Si, cazzo, ne volevo di più. Ero stanca di reprimerlo, ma questo era il calore, non io. C'era la possibilità che fosse il mio compagno, ma se non lo fosse stato?
Quando cominciai ad allontanarmi, Elijah doveva aver percepito la mia trepidazione, perché si sollevò e mi mise delicatamente sul bordo del letto, appoggiando la sua mano sulla mia guancia.
Senza preavviso, si chinò e le sue labbra trovarono le mie. Mi sciolsi completamente, e il mio mondo diventò un'esplosione sensoriale di sensazioni, mentre ogni mio singolo senso si scatenò con quella stimolazione.
Era tutto ciò che avevo sperato: il mio primo bacio.
Ero sopraffatta dall'emozione, non solo per il bacio, ma per il club, il calore, tutto. Mentre crollavo, Elijah mi aveva semplicemente abbracciata.
Cademmo di nuovo sul letto, e mi rannicchiai contro di lui fino a quando le lacrime non si esaurirono. La mia mente si spense, finalmente, permettendomi di addormentarmi tra le sue braccia.
                                     ***

Tenni le distanze da Elijah per diversi giorni, dopo l'incidente al club. Avevo bisogno di un po' di spazio per elaborare quello che mi era quasi successo, e dato che al calore non importava cosa fosse appropriato, mi sembrava la decisione migliore.
Ma dopo quel bacio, Elijah era tutto ciò a cui riuscivo a pensare. Non avevo avuto la possibilità di ringraziarlo dopo che mi aveva portata a casa quella notte, così ora mi trovavo di nuovo alla sua porta.
Prima che potessi bussare, lui la apri.
"Ayla". Sorrise. "Pensavo di aver sentito il tuo protumo".
Dio, solo la sua vista manda in tilt il mio calore dopo giorni di separazione.
"Io... ehm... sono solo venuta a ringraziarti per l'altra sera", balbettai. "Ci sei stato davvero, quando avevo bisogno di te".
Elijah mi tirò attraverso la porta e mi prese tra le sue braccia. "Non devi ringraziarmi. Non permetterei mai a nessuno di farti del male. Ricordalo sempre".
Sapevo che diceva sul serio. E volevo ringraziarlo. Avevo bisogno di ringraziarlo. Senza le parole. Così, lo baciai.
E ora la sua bocca era sulla mia, che mi leccava, mordeva e succhiava in uno stato di estasi.
Quando schiusi le labbra per. lasciarlo entrare, la sua lingua sfiorò la mia e io cedetti al calore.
Il bacio iniziò lentamente, le nostre bocche si esploravano a vicenda, testando cosa piaceva all'altro, ma nessuno dei due riusciva più a trattenersi, e prima che me ne accorgessi. ci stavamo baciando come se fossimo due lupi famelici e affamati.
Barcollammo all'indietro nella camera da letto, e lui mi gettò sul letto, strisciando sul mio corpo con pura lussuria nei suoi occhi. I suoi movimenti erano lenti e metodici, intanto che studiava il mio corpo. decidendo dove colpire dopo. Accarezzò il marchio che aveva fatto sul mio collo con le sue labbra morbide.
La peluria del mio corpo si rizzò alla sensazione di lui che lambiva il mio marchio.
Premette un bacio sul segno, poi apri la bocca e lasciò che la sua lingua giocasse intorno al livido, leccandolo con lunghi e profondi colpi che fecero tremare il mio corpo in modo incontrollabile.
Poi morse, nello stesso punto, e quasi esplosi per la sensazione brutale del calore che mi avvolse. Mi si annebbiò la vista, e gridai, non per il dolore ma per il piacere incomparabile che mi attraversava dalla testa ai piedi.
Ero sicura che questo tipo di sensazione potesse provenire solo dal potere di un vero Alfa. Persi il controllo del mio lupo, e le mie unghie si trasformarono in artigli, che infilzai nella sua schiena, strappandogli la camicia, facendolo ringhiare di sorpresa.
Stavo per lasciarvi i miei segni, sottili e rossi, su e giù sul suo busto.
Mi girò a pancia in giù per rappresaglia, sollevandomi il vestito fino alla vita e premendo il suo rigonfiamento contro il mio culo mentre mi afferrava i fianchi. La sua mano tornò tra le mie gambe, spostò le mutandine, e questa volta entrò in profondità.
Dopo anni di masturbazione passati a usare soltanto le mie dita, non avevo mai realizzato quanto sarebbe stato bello, quando qualcun altro mi avrebbe riempita. Ora sapevo cosa mi stavo perdendo.
L'orgasmo mi piegò in due e aveva usato solo le dita. Ero improvvisamente ansiosa di scoprire come sarebbe stato, con qualcosa di molto più grande dentro di me.
Dio, il calore stava prendendo completamente il sopravvento. Non stavo pensando chiaramente. Sapevo solo che il piacere era così bello che non volevo che finisse. Perché non avevo lasciato che fosse accaduto prima?.
La mia mente era così confusa che non riuscivo a ricordare. Elijah cominciò a slacciarsi i pantaloni.
Sarebbe stata la mia prima volta? No, non è ancora il mio compagno. Ma che importanza aveva?
La testa cominciò a farmi male. Elijah cominciò ad allargarmi le gambe e una sensazione di nausea mi attanagliò, proprio alla bocca dello stomaco.
No... Emily. Non così.
"No, fermati... BASTA. Non voglio andare oltre" urlai.
Elijah inarcò il sopracciglio con fare divertito, pensando che stessimo ancora giocando. "Sei ancora in calore", mormorò, avvicinandosi di nuovo a me, la sua bocca a un centimetro dalla mia, "E lo sono anch'io. Non vuoi che ti aiuti ad alleviarlo?"
"No! Non so ancora se sei il mio compagno e non so se lo sarai mai!" Biasimai il calore per essere stata così brutale, ma non avevo la forza di combattere il mio desiderio in quel momento.
Elijah sembrava un cucciolo sbigottito, intanto che io mi alzavo a tentoni e cercavo di ricompormi. La sua sorpresa si trasformò rapidamente in realizzazione mentre mi guardava dall'alto in basso.
"Ayla", ringhiò, "sei vergine?"
Il mio cuore si fermò. Volevo dirgli qualsiasi cosa tranne la verità, in quel momento, ma per qualche ragione, aprii la bocca per farne uscire un timido "Si".
La sua espressione di confusione diceva tutto. Era inaudito che un lupo mannaro fosse vergine alla mia età. Il sesso era insito nei nostri stessi esseri, ma avevo le mie ragioni per rimanere vergine, e Elijah non aveva bisogno di conoscerle.
Questo era il mio fardello da portare, la mia promessa da mantenere.
"Perché?" chiese improvvisamente.
Abbassai lo sguardo sui miei palmi sudati. "Elijah..." dissi con esitazione.
"Rispondi alla mia domanda, Ayla".
Il calore si era attenuato e la mia lucidità stava tornando, ma la risposta alla domanda di Elijah non sarebbe mai stata chiara. Non poteva capire quanto profondamente Emily mi avesse colpita e quanto fossi complice di ciò che era successo.
Chiusi i pugni con forza, affondando le unghie nella pelle, cercando di bloccare i ricordi amari.
"Mi sono conservata per il mio compagno" dissi, in modo non del tutto convincente. "Posso amare veramente solo il mio compagno e non voglio dare qualcosa di speciale a qualcuno che non lo è".
Fu subito chiaro che Elijah capì che non stavo raccontando tutta la storia. Si avvicinò a me e mi apri i palmi delle mani. Il sangue mi colava dai buchetti che io stessa mi ero fatta mentre i miei artigli si ritraevano. Mi guardò con una profonda preoccupazione, ma tutto quello che potei fare fu voltarmi.
"Ayla, ho bisogno che tu mi dica cosa sta succedendo. Non posso lasciar correre”.
"Ti prego, non costringermi a farlo... non posso", supplicai.
"Questo ti sta chiaramente lacerando dentro, qualunque cosa sia", ringhiò Elijah. "Come puoi aspettarti che io ignori tutto questo e faccia finta di niente?"
"Non sono la tua compagna. Non è tua responsabilità prenderti cura di me" replicai.
"L'ho resa una mia responsabilità quando ti ho marchiata!"
Capii che non si sarebbe arreso, ma non lo feci nemmeno io. Quando due persone arrivano a un punto morto, uno deve scendere a compromessi e io ero stanca.
"Senti, se lasci perdere, io..." esitai. "Farò qualsiasi Cosa".
"Qualsiasi cosa?"
A malincuore, feci cenno di sì.
"Ti trasferirai qui domani, così potrò tenerti d'occhio. Niente scuse, niente ritardi. Domani".
"Non farò sesso con te", gli dissi, solo perché si togliesse ogni idea dalla testa. "Non finché non sapremo se sei il mio compagno o no. Inoltre, non puoi dominarmi. Non ti permetterò di darmi ordini, quindi se pensi che io diventi di tua proprietà trasferendomi qui, tirerò fuori gli artigli e smetterò di fare la brava".
La sua bocca si arricciò in un sorriso diabolico. "Non chiedo altro".

La Vergine Del BrancoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora