AYLA
Sentii una spinta contro la mia schiena e quando mi voltai vidi Elijah ancora in forma di lupo.
"Mi dispiace, non posso", dissi, mettendo la mia mano sul suo muso. "Questa è una tradizione che mi rifiuto di sostenere".
Anche gli occhi da lupo del mio compagno erano colmi di delusione e tradimento. Mi pugnalò al cuore come un coltello affilato. Era troppo, per me, da sopportare. Dovevo andarmene prima di crollare definitivamente.
Mi girai e scesi dal palco il più velocemente possibile, ma senza mettermi a correre.
Giunta a terra, Marilyn era li che aspettava di intercettarmi.
"Ayla, aspetta!" "Marilyn, non posso. Devo andarmene da qui".
"Ok", disse lei, dandomi una rapida occhiata e capendo che non ero in condizione di ascoltare nulla di ciò che aveva da dire. "Vieni con me".
Mi prese la mano e mi tirò oltre i furgoni dei notiziari. I reporter e i cameraman stavano già iniziando a sciamare intorno a me, partendo all'assalto con obiettivi e microfoni.
Quando la sicurezza ci raggiunse, eravamo già arrivati alle auto del branco. Un uomo della sicurezza apri la porta di una limousine e fece entrare me e Marilyn.
La porta si richiuse e i suoni all'esterno si attenuarono all'istante. Mentre ci allontanavamo, guardai fuori dai finestrini oscurati la folla di lupi arrabbiati che gridava contro la nostra macchina. Non credo di essermi mai sentita così odiata in tutta la mia vita.
Per fortuna avevo ancora Marilyn.
Come guaritrice del branco, non solo curava le ferite fisiche, ma anche quelle emotive.
Eravamo diventate come sorelle nell'ultimo anno, e la sua precedente relazione con Elijah voleva dire che lo conosceva bene quanto me, se non meglio.
Detto questo, l'avevo tenuta all'oscuro delle mie apprensioni. Era stata cresciuta nello stesso mondo di Elijah, tutto incentrato sul branco, e se si fosse schierata con lui, beh, avevo deciso che avrei preferito agire per conto mio piuttosto che rischiare di rovinare la nostra amicizia.
"Si, perché non sei venuta da me?"
"Non pensavo che avresti capito. Pensavo che mi avresti detto la stessa cosa che mi ha detto Elijah".
"Ovvero?"
"Che non era questa gran cosa. Che era importante per il branco. Che stavo esagerando. Ma ora capisco quanto sia stato stupido tenermi tutto dentro. E ora entrambi mi odiate".
"Non ti odio, Ayla, e nemmeno Elijah odia".
"Non l'hai guardato negli occhi come ho fatto io", risposi, combattendo le lacrime.
"Sono sicura che si è sentito in imbarazzo", rispose Marilyn. "E certamente non ha aiutato il fatto che l'Alfa del Millennio fosse li".
"Grazie per avermelo ricordato", gridai, seppellendo il viso tra le mani.
Marilyn mi mise un braccio intorno e mi accarezzò i capelli, cercando di calmarmi. Potevo solo immaginare cosa stesse affrontando Elijah in quel momento. L'avevo abbandonato li, con la folla, con Raphael.
Sono stata una compagna davvero orribile.
"Mi sembra di capire che si tratta di qualcosa di più del semplice rituale", disse Marilyn con la sua voce rassicurante da guaritrice.
A volte odiavo quanto fosse brava nel suo lavoro, ma avevo appena visto cosa succedeva quando tenevo le cose per me.
Inoltre, non avevo motivo di avere paura del giudizio di Marilyn. Era la mia migliore amica. Mi imbarazzava pensarlo anche solo per un momento.
"Elijah vuole iniziare a provare a creare una famiglia, tipo adesso, e io non sono affatto pronta".
"Cosa ti fa sentire non pronta?"
"Non lo so. È questa sensazione che incombe su di me. Non riesco a spiegarlo".
"Ha a che fare con Elijah?"
"In parte sì, sicuramente. È come se lui volesse dei cuccioli solo perché la tradizione impone di farlo ora. É pazzesco, vero? Dovresti voler avere dei figli perché vuoi avere dei figli, non perché qualche regola antiquata dice che dovresti".
"Glielo hai detto?"
"Non voglio che pensi che io sia un'ingrata, o che non voglia avere i suoi cuccioli. Quello che voglio dire è che penso che gran parte del mondo in cui è cresciuto sia pieno di stronzate sulla tradizione".
"Forse è meglio non usare quelle parole", rispose Marilyn, "ma ogni relazione sana si basa sulla comunicazione aperta".
Sì, ma funziona solo quando il tuo compagno è disposto ad ascoltare.
Mi adagiai sul sedile frustrata, pensando al mio scambio con Elijah prima che partissimo per il festival e maledicendomi per non essere stata più decisa.
“E l'altra parte?", chiese Marilyn. "Cosa?", le domandai, uscendo dai miei pensieri.
"Qual è l'altra parte della sensazione che incombe su di te?”
Non ero sicura di saperlo, solo che era lì, pesava minacciosamente sopra di me ogni volta che usciva il discorso di avere dei figli.
"È una specie di paura in agguato nel retro della mia mente".
"Paura di cosa?" “Non lo so. Dell'ignoto, credo".
"È normale essere in apprensione per il futuro, Si. Specialmente quando si tratta di creare una famiglia".
"No, non si tratta del futuro, quanto del passato, a esempio da dove provengo".
"Intendi la tua famiglia?"
"Sì, ma non la mia famiglia adottiva, quella biologica. Non so nulla di loro".
"Cosa ti spaventa di questo?"
"Voglio dire che sono stata trovata in una cesta. Potrebbero essere chiunque. Prima di trasmettere i miei geni, non pensi che dovrei sapere cosa portano?”
"La famiglia è molto più che la genetica, Ayla. Guarda i tuoi genitori adottivi. Pensi che a loro importasse chi fossero i tuoi genitori, quando ti hanno presa con sé?"
"É diverso", protestai. "Lo è davvero?" rispose Marilyn.
"Certo che lo è. Sono stata letteralmente spinta nelle loro vite. Che avrebbero dovuto fare, controllare chi fossero i miei veri genitori prima di accogliermi in casa?"
"Si, penso che tu ti stia ossessionando troppo. Qualsiasi bambino tu abbia con Elijah starà bene. Tu sei una lupa perfettamente sana e amorevole e lui è un Alfa. Loro ricevono anche metà dei suoi geni, lo sai".
"È facile per te dirlo. Non sei nemmeno accoppiata".
Mi pentii immediatamente di aver fatto uscire quelle parole dalla mia bocca. Il fatto di non essere accoppiata era qualcosa che pesava molto su Marilyn e anche se non l'avevo detto per essere cattiva, sapevo di aver appena fatto la figura della più grande stronza del mondo.
"Marilyn, non volevo dire questo. Stavo cercando di..."
"Va tutto bene, Ayla. So che la tua testa è in un milione di posti". Il suo sorriso rassicurante mi fece capire che non se l'era presa. Tirai un sospiro di sollievo.
"Devi parlare con Elijah, però... di entrambe le cose".
Come al solito, Marilyn aveva ragione, ma come potevo avvicinarmi a lui dopo quello che avevo appena fatto?
"Beh, questo è il tuo consiglio su come ricucire il rapporto con il mio compagno. Cosa suggeriresti di fare per riparare la mia immagine con il resto del branco?"
"Sono una guaritrice, non un'operatrice di miracoli", rispose Marilyn, alzando le mari in segno di protesta.
Avevo silenziato il mio telefono quando eravamo salite in macchina, aspettandomi un torrente di notifiche, ma non appena guardai giù vidi che avevo nuovi messaggi da parte di mia madre e Bella.
Oltre a Marilyn, erano le uniche altre persone nella mia Vita con cui mi sentivo a mio agio a parlare in quel momento. Sapevo che non mi avrebbero giudicato per quello che avevo fatto.
"Rispondi", disse Marilyn. "Penso di averti dato tutti i consigli che potevo, comunque".
Mamma: Tesoro, chiamami.
Mamma: Non sono arrabbiata. Voglio solo sapere che stai bene.
Mamma: Non ascoltare quello che dice quella brutta gente dei media.
Ayla: grazie per avermi scritto,Sto bene
Mamma:Quello che hai fatto è stato molto coraggioso. lo e tuo padre siamo qui per te se hai bisogno, ti vogliamo bene❤
Ayla: grazie, tutto questo significa molto per me
Mamma: tutta sta storia mi sta davvero insegnando qualcosa sui miei amici, Patty è venuta subito e ha iniziato a dire cose poco carine😡 non credo che le parlerò più!Cavolo mia madre sta davvero perdendo amici per quello che avevo fatto? Era l'ultima cosa che volevo accadesse.
Non avevo intenzione di dividere il branco. E cosa stavano dicendo i media su di me?
Bella:Sorella, tutte le ragazze al lavoro pensano che tu sia fantastica 😎🤎
Bella: Sono così orgogliosa di essere imparentata con te! 🥺❤
Bella:Non che non lo fossi prima lol 🤪
Ayla:Grazie, sorella, Apprezzo il sostegno ❤🥰
Bella:Sto per dare il via a una nuova collezione
la chiamerò "fuck the pack-riarchy"
Bella: troppo estremo?
Ayla: perfetta riccioli d'oro💗Quindi stavo distruggendo amicizie, e guidando una rivolta sociale. Fantastico!
La macchina ci lasciò al Rifugio del Branco. Pensai di farmi portare a casa, ma i numerosi messaggi e vocali di Elijah mi fecero intendere che doveva occuparsi di limitare i danni, e che sarebbe stato lì per il resto della giornata.
Elijah era al telefono, quando arrivai nel suo ufficio. Alzò un dito per farmi sapere che ci sarebbe voluto un attimo prima che fosse libero.
Mi fu di conforto il fatto che mi guardò con la faccia di un uomo sepolto nel lavoro, non con quella di un compagno arrabbiato.
Tuttavia, la sua distanza mi turbò.
Cominciai a ripensare a quello che gli avrei detto una volta riattaccato il telefono. Come avrei dovuto iniziare? E se mi avesse detto che avrebbe lavorato fino a tardi e che sarei dovuta andare a casa senza di lui?
"Ehi, signorina".
Aveva già finito? Non avevo ancora idea di come avrei dovuto iniziare.
"Ehi, Mr. Wolf", dissi, prendendo tempo. "Volevo sapere se avevi bisogno di un passaggio a casa stasera".
Cosa? Un passaggio a casa? No, voglio sapere se possiamo parlare di come ho appena messo a soqquadro la nostra vita.
"Dipende da chi guida", rispose, camminando verso di me con una spavalderia che mi fece venire l'acquolina in bocca.
Concentrati, Ayla.
Invece di baciarmi come desideravo, si fermò a qualche passo di distanza e incrociò le braccia, aspettandosi una risposta.
Non potevo sopportare questa tensione tra di noi. Era come se ognuno di noi stesse aspettando che l'altro facesse il primo passo. I flirt giocosi di quella mattina sembravano avvenuti un millennio fa.
"Elijah, voglio parlare di questo pomeriggio".
"Di cosa?"
"Non lo fare".
"Non lo fare cosa?"
"Non farmelo dire ad alta voce. Sai che mi dispiace per quello che è successo. Non era mia intenzione..."
“Senti, Ayla, capisco perché non ti sei trasformata".
"Allora perché ti comporti in modo così freddo?"
“Non ho detto che sono d'accordo con quello che hai fatto fatto", rispose con un'espressione di disdegno. Non riuscivo a capire cosa mi facesse più male: il fatto che avesse capito quanto dolore mi avrebbe causato, e che mi avesse comunque spinto ad andare avanti,
o che anche dopo il fatto fosse arrabbiato con la mia decisione.
Qualsiasi sentimento di riconciliazione iniziò a evaporare, immediatamente sostituito da una rabbia furente.
"Perché è così difficile per te lasciare perdere le tue stupide tradizioni!", urlai. "Non vedi che ci stanno separando, Elijah? E per cosa? Così il branco può dormire felice, sapendo che il loro Alfa e la sua compagna sono a casa a scopare ogni notte, cercando di concepire il prossimo Alfa?”
"Perché non ne parliamo domani? Penso che abbiamo avuto entrambi una giornata faticosa”.
Non potevo credere che volesse mettere da parte la questione come se fosse un punto qualsiasi della sua agenda. La sua nonchalance non faceva che alimentare il fuoco che usciva dalla mia bocca.
"Oh ne parliamo adesso o ti trovi un altro posto per dormire stanotte!"
A quel punto avrebbe sicuramente capito che ero seria.
"Allora ci vediamo domattina", disse con una faccia di bronzo.
Non potevo credere a quello che stava accadendo. Cosa avevo fatto?

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La Vergine Del Branco
WerewolfAyla è una lupa mannara di diciannove anni che nasconde un segreto: è ancora vergine. L'unica vergine del branco. È decisa a superare anche il periodo di calore di quest'anno senza cedere ai suoi impulsi primordiali, ma quando incontra Elijah, l'Alf...