Colori Caldi

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Ayla: Buongiorno, Konstantin, sono Ayla,L'artista del parco.
Konstantin: Certo! Come stai?
Ayla: Sto bene, grazie. Sei ancora interessato a fermarti alla galleria?
Konstantin Certamente. A che ora è meglio?
Ayla: Oggi alle 4?, L'indirizzo è 1071 5th Avenue
Konstantin: Perfetto. Ci vediamo allora, Ayla.
                                       AYLA

Ero entusiasta di incontrare un nuovo cliente, specialmente uno con un certo gusto. Era una buona distrazione da tutti i miei pensieri sui miei genitori naturali.
Detto questo, dovevo ancora mettermi in pari con tutti i compiti amministrativi su cui ero rimasta indietro, come la lista di beneficenza su cui Josh continuava a perseguitarmi.
Era davvero un bravo ragazzo fuori dal lavoro, ma quando si tratta di affari del Branco penso che prenda il suo lavoro un po' troppo sul serio.
Avevo appena finito di esaminare le valutazioni di impatto e stavo per iniziare la mia lista quando sentii uno strano formicolio alla coscia.
Sembrava uno spasmo muscolare, ma non ricordavo di aver sbattuto contro qualcosa all'inizio della giornata, e non mi allenavo da più di una settimana.
Allungai la mano verso il basso e iniziai a massaggiare il punto.
Oh merda, ecco cos'è.
Il tocco della mia mano contro la mia coscia scatenò un'esplosione di piacere che si accumulò nel mio sesso e salì attraverso il mio corpo fino ai miei seni, indurendo i miei capezzoli e accorciando il mio respiro.
Cazzo, dov'è Elijah? Non importa, non ho tempo.
Volai fuori dal mio ufficio e mi diressi verso le scale, sostenendomi contro la ringhiera mentre mi dirigevo verso i bagni del seminterrato. Non c'erano uffici su quel piano, e a quell'ora del giorno erano tutti fuori a pranzo.
Mi serviva della privacy in fretta, e quella era la mia migliore possibilità.
Avevo pensato di occuparmene nel mio ufficio, ma odoravo da morire, e l'intero Rifugio del Branco ci avrebbe messo due secondi per capire cosa stava succedendo dietro la mia porta.
Il peso di ogni gradino diventava sempre più pesante, fino a quando mi sentii certa che sarei crollata a terra.
Cristo, ma questa scala è diventata più lunga?
Andai verso l'androne e guardai in entrambe le direzioni lungo il silenzioso corridoio di marmo. Via libera.
Ormai la mia pelle era in fiamme e tutte le mie parti sensibili pulsavano di energia sensuale.
Trovai il bagno più vicino e aprii di scatto la porta. "C'è nessuno?"
Perfetto, non c'era nessuno qui, e a giudicare dall'aspetto e dall'odore delle cose l'intero posto era stato pulito meno di un'ora prima.
Entrai a fatica nel bagno più vicino e lo chiusi, poi cercai di tirarmi su il vestito e di scostare le mie mutandine.
Cazzo, cazzo, cazzo.
Allargando le gambe, affondai le dita in profondità nelle mie labbra bagnate e gemetti al rilascio istantaneo.
Iniziai a lavorare le dita avanti e indietro, accarezzando il mio clitoride. Mi sedetti bene sulla tazza del gabinetto, massaggiandomi i seni e immaginando Elijah sopra di me, che spingeva dentro di me, con le sue labbra che danzavano lungo il mio collo.
Chiudendo gli occhi, avrei giurato di riuscire a sentire il suo odore, il suo profumo muschiato che mi arrivava al naso, eccitandomi ancora di più. Mossi più velocemente la mia mano, sgrillettandomi con desiderio.
Sì Cazzo, sì! "Sento il tuo odore, donna".
La mia mano si fermò. Trattenni il respiro. Stava davvero accadendo?
Uduii i suoi passi pesanti avvicinarsi alla porta. "Hai intenzione di farmi entrare?"
"Dovrai soffiare, e soffiare ancora, se vuoi che la porta si apra".
"Molto bene".
In un istante, la porta si strappò dai suoi cardini e davanti a me trovai Elijah, imponente, con le vene che gli spuntavano dalle braccia.
"Sei in ritardo", dissi in tono sexy. "Spero non ti dispiaccia se ho iniziato senza di te".
Un sorriso sornione si diffuse sul volto di Elijah. "Sono sicuro di poter trovare qualcosa che mi soddisfi".
Si affrettò in avanti, ma io fui più veloce e lo gettai contro la parete del bagno.
Lo volevo violento.
Allungai la mano e afferrai la sua protuberanza. "Vedo che sei venuto preparato".
"È un problema?"
"Per niente". Tirai i suoi capelli e premetti le mie labbra contro le sue, prendendo il suo labbro inferiore tra i denti e mordendolo.
Sentii la sua presa su di me stringersi mentre provava il dolore che gli procuravo. Lui rispose in modo gentile mordendomi il collo. Gemetti e gli tirai la testa indietro.
Ora era lui a lanciarmi contro il muro. L'intera struttura tremò per l'impatto del mio corpo, ma non mi importava.
Piacere e dolore erano la stessa cosa per me.
"Togliti la camicia", ordinai, e mentre Elijah se la tirava sulla testa, mi abbassai in ginocchio e gli slacciai la cintura.
Riuscivo già a vedere la sua erezione tendere contro i pantaloni, ansiosa che la liberassi.
Mi tirò la testa indietro per i capelli, mentre gli toglievo i pantaloni e gli slip. Lo afferrai per la base e misi la sua punta contro le mie labbra. Il respiro di Elijah fremeva e lo sentii irrigidirsi ancora di più nella mia mano.
Lo stuzzicai con la mia lingua, facendola scorrere per tutta la sua lunghezza, godendo alla vista di come il suo Viso si piegava sotto quella tortura.
Poi lo presi tutto in bocca, facendo scorrere le labbra avanti e indietro mentre lo accarezzavo con la mano.
"Oh, cazzo, Ayla. Così mi piace".
Mi piaceva sempre quando mi dava un riscontro positivo, ma non avevo intenzione di lasciarlo finire. Avevo ancora bisogno di lui per altre attività.
Mi alzai in piedi e gli leccai la faccia. Lui ringhiò e mi spinse di nuovo nella cabina del bagno.
Mi sollevò sul corrimano e fece scivolare la sua mano in mezzo alle mie gambe. Appoggiai un piede contro il water mentre lui seppelliva le sue dita dentro di me. Rantolai quando iniziò a farle oscillare dentro e fuori.
"Più forte", sussurrai nel suo orecchio.
Mi stavo bagnando così tanto che riuscivo a malapena a sentire le sue dita scivolare dentro di me.
Elijah aumentò il ritmo, premendo saldamente le sue dita contro le mie pareti interne mentre tutto il suo braccio dondolava avanti e indietro.
Ogni volta che il suo palmo sbatteva contro il mio clitoride lasciavo uscire un grido di piacere. Gli afferrai la gola, Non si scompose.
Strinsi più forte. "È tutto qui quello che sai fare?", mi disse.
Incitata dalla sfida di Elijah, spinsi le sue dita fuori di me e lo spinsi giù sul coperchio del water.
Gettai la mia gamba sul suo grembo in modo da essere a cavalcioni su di lui, e mi aggrappai ai corrimano che fiancheggiavano il bagno. Iniziai a dondolare i fianchi, strusciando il mio sesso bagnato contro il suo pene.
L'intero bagno iniziò a tremare, ero certa che il gabinetto si sarebbe staccato dal muro.
Lo sentii dentro di me in maniera incredibile, come se non fosse mai andato così in profondità prima di allora. I miei muscoli si strinsero mentre mi sentivo sempre più vicina a venire.
Le dita di Elijah scavavano nei miei fianchi e sapevo che anche lui non era lontano.
La pressione continuava a crescere dentro di me, ribollendo nel mio corpo.
Il mio cuore batteva forte e sentivo la mia pelle iniziare a formicolare.
Lo cavalcai ancora più forte, gettando tutto il mio peso contro di lui in una furia insensata.
"Elijah, non fermarti. Non fermarti!" L'orgasmo mi attraversò come un fulmine.
Le mie braccia si trasformarono in gelatina e crollai addosso al mio compagno.
Elijah si tirò fuori con un grugnito e sparò il suo seme caldo sulla mia coscia.
Spinse le sue morbide labbra contro le mie e io trattenni il suo bacio, volevo che non avesse mai fine.
Eravamo entrambi seduti lì, ansimando, con il sudore che colava dai nostri corpi esausti.
Elijah mi spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e sorrisi. "Dovremmo tornare al lavoro".
"Certo", risposi, scivolando via da lui. "Non vorrei privare il branco del loro Alfa. Ci vediamo più tardi questa sera".
Gli diedi un ultimo bacio sulla guancia e mi abbassai il vestito, poi mi guardai allo specchio e risi.
Avrei avuto decisamente bisogno di andare a casa e risistemarmi, prima di incontrare Konstantin alla galleria.

                                       ***

Stavo ancora sistemando i dipinti sul muro quando lui entrò indossando un elegante cappotto blu e un fedora color carbone.
Ogni volta che lo vedevo sembrava appena uscito da un costoso catalogo di abbigliamento maschile.
"Non sono in anticipo, vero?" "No, per niente. Sono io in ritardo. Prego, entra".
La sua colonia odorava di rose e spezie, e aveva una qualità quasi inebriante.
Non sapevo cosa avesse quest'uomo, ma non era come la maggior parte dei lupi mannari che conoscevo. In effetti, non ero nemmeno sicura che fosse un lupo mannaro.
"Hai un bel posticino qui". "Grazie, è stato un regalo del mio compagno". "Sì, ho sentito parlare di lui. Lo stimato Alfa".
Beh, a quanto pare conosce gli ultimi eventi dei lupi mannari...
"Come fai a..."
"Sei finita su tutti i giornali. A meno che io non abbia letto della tua sorella gemella".
Ma ovvio, dove avevo la testa? Avevo talmente ignorato quello che era accaduto da dimenticarmi che i giornali e i blog si stavano ancora riprendendo dalla conferenza stampa di Elijah.
Essere riconosciuta all'istante era qualcosa a cui dovevo ancora abituarmi.
"Deve essere difficile", disse, dandomi uno sguardo comprensivo. "Avere il tuo background familiare passato al setaccio, essere chiamato 'randagia', guidare un branco quando sei così giovane; tante cose da gestire per una sola persona".
Improvvisamente mi ricordai che il biglietto da visita di Konstantin diceva che era uno psicologo, e iniziai a sentirmi un po'...psicanalizzata.
Volevo cambiare argomento. Anche se la sua analisi era perfetta.
"Cerco di ignorare i tabloid", dissi, evitando il contatto visivo.
Doveva aver colto il mio disagio riguardo quell'argomento perché non insistette oltre.
"Gestisci questo posto per conto tuo?", chiese.
"Per ora", risposi. "Forse, se mi occuperà più tempo, assumerò un aiutante. Al momento è una specie di mio santuario personale".
" Adorabile", rispose lui, iniziando a passeggiare lungo il muro.
"Allora, che tipo di pezzi stai cercando?"
"Come ti ho accennato nel parco, ho un attico che devo decorare e sto cercando alcuni pezzi di spicco", rispose, togliendosi il cappotto e il cappello, rivelando un abito nero aderente.
Si avvicinò a me e iniziò a ispezionare le tele che avevo appena appeso al muro.
"Stai cercando una natura morta o un paesaggio?, gli domandai.
"Spero in qualcosa di più astratto. Provocatorio. Come questo", disse, indicando un dipinto nell'angolo posteriore della galleria.
Fui stupita dalla sua scelta.
Il dipinto era uno che avevo fatto un po' di tempo fa: una splendida donna eterea con i capelli neri come la pece e degli inquietanti occhi viola.
Eve.
Non l'avevo più vista da quella notte, più di un anno fa, quando si era fermata alla mia galleria. Non riuscivo nemmeno a ricordare di cosa avevamo parlato.
"Perché questo?", chiesi.
Si accarezzo il mento mentre si avvicinava al dipinto e si posizionava di fronte a esso.
"Lei mi parla", rispose in modo criptico. "Suppongo di poter vedere un po' di me stesso in lei".
Eve era la persona più misteriosa che avessi mai incontrato, e questo mi rese ancora più curiosa.
"In che senso?"
Konstantin si voltò verso di me e sorrise. Quando vidi i suoi denti sussultai.
Zanne.
"Si potrebbe dire che c'è una sorta di rapporto di sangue tra noi".
"Tu... tu sei... un...", balbettai. Gli occhi grigi di Konstantin lampeggiarono divertiti
"Sono un vampyr".

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