Capitolo 73

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Canzone Canaria

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"Siediti." le disse Matthias in risposta con calma mentre si sedeva sulla tavola dove era stato preparato il cibo per loro. Le fece cenno di sedersi sull'ultima sedia disponibile, poiché gli altri erano stati portati via convenientemente.

Leyla rimase in piedi di fronte a lui, lanciandogli uno sguardo feroce. Osservò i vari cibi disposti davanti a lei, mentre Matthias sedeva a capo del lungo tavolo, il tavolo che le portava alla luce ricordi dolorosi.

"Non credo che siamo abbastanza vicini per condividere i pasti." gli disse con rabbia. Matthias si limitò a canticchiare mentre apriva il tovagliolo con un movimento del polso.

"Pensavo avessi detto che avevi accettato di svolgere il tuo ruolo nel nostro accordo."

"Io sono!" protestò: "Ti sto dando tutto ciò che vuoi da me!"

Matthias si limitò a sospirarle tristemente.

"Sì, non posso negarlo, ma il tuo corpo magro rende così doloroso inserirlo. Riesco a malapena a godermi il nostro tempo insieme. Le disse con nonchalance. Il respiro di Leyla si fermò in risposta alle sue critiche, una calda vergogna la riempì mentre lo ascoltava."

Matthias la guardò in modo provocatorio e Leyla non poté fare a meno di chiedersi quanto la vedesse in basso? Come può stare seduto lì e sputarle quelle parole!? Avrebbe potuto anche darle uno schiaffo in faccia perché era così che si sentiva a lei, ascoltando quelle parole.

Matthias prese il suo bicchiere pieno di vino, cullandolo tra le dita mentre faceva roteare il liquido attorno al vetro trasparente. Si teneva sempre in modo aggraziato, il che era un peccato perché la sua personalità era ugualmente ripugnante.

"Mangia Leyla, sembri morta di fame." fece notare, ma Leyla rimase in piedi. Matthias posò il bicchiere e si appoggiò allo schienale del sedile. "Vuoi morire allora?" Tuttavia, si è rifiutata di rispondere.

"Bene, allora, fai come ti pare." Matthias scrollò le spalle, sorridendole brillantemente prima di unire le mani in una posa pensierosa: "Hmm, mi chiedo cosa dovrei mettere nella tua lapide? Vediamo..." sbatté le mani, tamburellando con un paio di dita sul lucido ripiano del tavolo, pensieroso.

"Ah, lo so! Dovrebbe essere qualcosa per commemorare i nostri momenti intimi insieme!" dichiarò: "Qui giace Leyla Lewellin! L'amata amante del duca Herhardt!" annunciò con uno svolazzo, guardandola con un luccichio negli occhi: "Mi piace molto il pensiero, vero?"

Leyla poteva solo sentirsi inorridita.

"Lo farò scolpire nel marmo più pregiato che esista, con lettere grandi e chiare, così che tutti possano vederti per quello che sei veramente..." proseguì, "Quindi non ti preoccupare, vivi o muori, tu' sarò sempre con me."

Sembrava così rilassato, così divertito dal pensiero di giocare con lei anche oltre la tomba. I pugni di Leyla si strinsero così forte che le sue nocche divennero bianche per la rabbia verso l'uomo, verso la bestia, di fronte a lei.

Cercò di dimenticare la prima notte in cui era mai stata con lui, cercò di cancellarla dalla sua memoria, ma continuava a tornare indietro, ancora e ancora e ancora. Non c'era modo di sfuggirgli dovunque andasse. Non importava quanto avesse provato a pulire e ridipingere lo spazio, lei avrebbe sempre trovato la sua mente intrappolata per sempre in quel momento.

I segni che le aveva lasciato erano sbiaditi e guariti nel corso del tempo, ma la ferita che sentiva nel suo spirito era rimasta aperta e salata.

"Non morirò". Alla fine Leyla ha risposto, facendo in modo di trascinare rumorosamente la sedia sul pavimento, e si è seduta con fermezza di fronte a lui: "In effetti, ho intenzione di vivere bene". Ora si sedettero uno di fronte all'altro.

Piangi, ancora meglio se imploriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora