Capitolo 2 - Casa

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Il secondo giorno di scuola sembra promettere meglio del primo. Ormai so cosa aspettarmi, più o meno. Davanti al cancello della scuola, quando sto per entrare, noto Blake insieme a Caiden, da quanto ho capito si chiami, insieme al loro gruppo di amici. Vedo il ragazzo lanciarmi un occhiata, ma lascio perdere mentre proseguo verso l'ingresso.

Raggiungo il mio armadietto per poter prendere i libri e quaderni che mi serviranno più tardi e, quando sto per chiuderlo, lo osservo un attimo. Forse dovrei decorarlo, non mi piace tutto questo grigio, sembra vuoto.
Appena lo chiudo, noto una ragazza dai capelli neri fare lo stesso a qualche armadietto di distanza. Attirata dal mio movimento, gira lo sguardo e si rivolge a me.

«Tu sei nuova giusto? Non penso di averti mai vista», mi domanda socchiudendo lievemente gli occhi.

«Sì, ieri è stato il mio primo giorno», le rispondo timida.

«Capito, io ieri non c'ero. Comunque piacere, mi chiamo Hayley».

«Laila», mi presento, «Sei per caso l'amica di Noah?», le domando. Potrebbe essere, Noah aveva detto che la sua amica quel giorno non c'era e non immagino che molte persone possano saltare il primo giorno di scuola.

«Sì, sono io! Così hai avuto la sfortuna di conoscerlo?», mi domanda scherzando.

«In realtà mi ha aiutato parecchio ieri, non mi sono persa e non sono rimasta sola».

«Allora è utile a qualcosa. Andiamo, tra poco dovrebbe arrivare», mi fa cenno di seguirla. Insieme ci dirigiamo verso l'uscita dove, dopo pochi secondi, lo vediamo entrare.

«Ciao Hay, ciao anche a te pinguino», mi fa un occhiolino sorridendomi.

«Ciao» saluto ricambiando il sorriso.

«E quindi sei riuscita a trovarla anche senza di me? Mi sento inutile» Noah dice rivolgendosi ad Hayley fingendosi offeso.

«È facilmente riconoscibile, è ancora un po' spaesata», si gira a guardarmi, «Senza offesa, Laila».

«Lo so, ma con noi due non dovrà temere nulla» afferma il biondino mettendo un braccio sulle spalle ad entrambe. Poi, insieme, andiamo nella stessa aula, e, senza farlo apposta, scopro che anche Hayley frequenta la maggior parte dei nostri corsi.

«E quindi tu avresti 17 anni?», mi domanda Noah sorpreso. Quando ci siamo seduti al nostro banco, abbiamo deciso di conoscerci meglio mentre aspettavamo l'arrivo degli altri e, non so come, è uscito fuori il fatto che sono più piccola di loro.

«Esatto» dico spiegandogli «Ho iniziato un anno prima degli altri» gli spiego.

«Wow» dice Hayley stupita.

«Ecco perché sei bassa» urla un Noah troppo euforico. Hayley gli tira subito una gomitata.

«Non ascoltarlo, è stupido» dice facendomi ridacchiare.

Nel frattempo la classe continua a riempirsi, vedo entrare facce già viste ieri e altre nuove, noto anche Blake, accompagnato da un suo amico immagino, che mi fa un leggero cenno con la testa. Sono ancora mortificata per ieri, non capisco perché sono sempre maldestra. La professoressa Brown, nel frattempo, entra in classe e dopo aver fatto l'appello, in cui mi ha fatto velocemente presentare alla classe, sentiamo aprire la porta di scatto. Spaventata dall'improvviso rumore, alzo lo sguardo e quello che vedo mi lascia senza parole.

«Wright, non si usa bussare?» la professoressa si rivolge a colui che è appena entrato senza nemmeno chiedere il permesso. Lui, senza neanche rispondere, si incammina per raggiungere l'unico banco vuoto, quello al mio fianco. Mi scruta un attimo e poi si butta sulla sedia in maniera scomposta. Da quel poco che sono riuscita a vedere, ha la guancia livida e un labbro leggermente spaccato. Davanti a me, vedo Hayley lasciargli uno sguardo oserei dire deluso, per poi ritornare a parlare con Noah al suo fianco. La Brown ricomincia con la sua lezione, ma non riesco a restare attenta, non con lui al mio fianco.

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