Capitolo 60 - Una cosa mi è chiara

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Non credevo che ritornare a scuola i giorni seguenti e dover guardare tutti i miei amici in faccia sarebbe stato così difficile. È dall'inizio di questa mattina che continuano a lanciarmi sguardi dispiaciuti e compassionevoli. La verità è che nessuno di loro sa esattamente cosa ci siamo detti io e Caiden, ma sembrano quasi capirlo da soli. Hayley mi osserva di più rispetto agli altri. Una parte di me ha paura che mi odi per averle tolto di nuovo la spensieratezza che suo fratello aveva appena iniziato a trovare. Il loro rapporto è di nuovo cambiato. Ci sono momenti in cui mi confessa che tra di loro non ci sono dialoghi, esattamente come in passato. Mi confida che ha paura che possa ritornare tutto come prima, anche se lei non c'entra niente in questa storia. Lei vorrebbe dargli più vicino e parlargli, ma lui non glielo permette.

Tenta di fare lo stesso con me, cerca di scoprire esattamente cosa possa essere successo tra me e suo fratello, ma io cerco di rimanere sul vago. Non voglio dirle il vero intento e tutte le parole che mi ha detto suo fratello, ho come la sensazione che finirebbe per odiarlo. Ed io vorrei tanto fare lo stesso, credo di averne il diritto, ma purtroppo non riesco. E quindi mi ritrovo ogni giorno, a fingere di sorridere davanti a tutti e a limitarmi ad una scollata di spalle ad ogni domanda che mi fanno su entrambi.

Mi stupisce sapere che anche i suoi amici sono infuriati con lui. Caiden ultimamente non si presenta a mensa e i ragazzi nemmeno lo cercano. A parte Cameron, con cui già erano in divergenza in passato, anche Blake ed Andrew sembrano non approvare le scelte del loro amico. Quando si parla di lui, non sono solo io ad irrigidirmi, ma anche loro, capisco dunque che è un argomento delicato per tutti. Dopo la litigata negli spogliatoi che ho ascoltato, non li ho più visti tutti e quattro insieme. Più volte mi chiedo se tra loro è successo qualcosa di grave o semplicemente Caiden li ha allontanati come ha fatto con tutti, ma cerco di convincermi a non impicciarmi dei fatti degli altri.

Al nostro tavolo in mensa ci sono momenti di silenzio. Parecchi momenti, fin troppi. Persino Andrew e Noah che di solito erano con la battuta pronta, adesso sono in silenzio religioso. Questa faccenda ha rovinato l'umore a tutti e non ho la minima idea di cosa fare per rimediare. Ho già provato a parlare con Caiden, ho scoperto cose che avrei preferito non sapere, ma adesso che tra di noi si può considerare risolto, non capisco come mai tutti sono così tesi. Dal canto mio non sono da meno, ma almeno posso considerarmi ferita e giustificata dalla situazione.

Quando ognuno di noi riprende le proprie lezioni, io faccio una sosta al mio armadietto. Sto per chiuderlo quanto sento una voce amichevole e familiare.

«Ehi, Laila». Quando mi volto scopro che si tratta di Aaron Riviera. Non lo vedevo da tanto, mi stupisce sapere che ancora si ricordi di me. In fondo abbiamo chiacchierato solo 5 minuti in biblioteca.

«Ciao, Aaron. Come va?» ricambio il saluto mostrandogli un sorriso.

«Bene, dai. Non ci vedevamo da molto».

«In effetti...». Non so esattamente cosa dirgli. Non lo conosco e per di più in questo periodo non credo di essere in grado di ragionare lucidamente.

«Hai lezione?» domanda indicando i libri che tengo sottobraccio.

«Sì, cioè...In realtà ho un'ora di studio libero».

«Davvero?». Annuisco. «Posso farti compagnia? Non ho molto da fare, il mio professore quest'ora è assente e mi ritrovavo a vagare per la scuola». Non sono dello spirito di parlare e stringere amicizia con qualcuno, ma guardandolo negli occhi capisco che non sono pronta a dargli un no deludente come risposta.

«Va bene, andiamo». Detto questo lui mi segue. Ci dirigiamo al piano di sopra, dove si trova l'aula studio. Quando entriamo dentro scopro che non c'è molta gente, quindi sono felice di sapere che potrò stare per almeno un'ora in tutta tranquillità. O quasi. Aaron mi imita e si siede di fronte a me ad un tavolo.

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