Capitolo 82 - Combattente

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Quando rimango sola nella stanza, mi rendo conto che anche questa volta non abbiamo risolto niente. Ogni volta che spero che parlargli possa giovare ad entrambi, ecco che preferisce sfuggire e lasciare le cose in sospeso come sempre. All'inizio anch'io preferivo scappare da lui e impormi di odiarlo, ma ho capito che questo non era sicuramente il metodo giusto per andare avanti con le nostre vite.

Sono rimasta sorpresa di quello che mi ha confessato in palestra, immaginavo di tutto, ma non di certo di correre il rischio di finire coinvolta con Ward. Gli credo quando dice che ha preferito proteggermi, piuttosto che tenermi al suo fianco. Adesso che però le carte sono tutte in tavola, mi chiedo per quale motivo ancora cerca di tenermi distante. Speravo si arrendesse, ma a quanto pare continua deciso più che mai.

Forse sembrerò patetica, e non mi incolpo pienamente per questo, ma una parte di me spera ancora che le cose ritornino come prima, prima che facessi l'errore di confessargli quel "ti amo" e che passassimo i giorni a cercare di evitarci. Delle volte penso che se non fosse stato per quello, non sarebbe successo nulla tra di noi, altre volte mi dico che, conoscendo la testardaggine di Caiden, avrebbe finito col fare le stesse scelte e allontanarmi in qualche altro modo.

Mentre sono qui a tormentarmi con i miei stessi pensieri, quasi neanche mi accorgo dei continui pugni alla porta, provenienti dall'esterno.

«Rispondi, Laila» ripete più volte la voce di Blake, accompagnata anche da quella di Drew.

«Dolcezza, non farmi sfondare la porta, poi lo faccio pagare a te il danno» continua minaccioso. A quel punto ritorno alla realtà e mi avvicino a passo spedito verso la porta, prima che Andrew possa veramente buttarla giù. La apro e trovo tutti e tre i ragazzi dietro e Blake con ancora il pungo alzato.

«Finalmente, pensavo che avrebbero dovuto pregarti ancora per un bel po'» Cameron commenta ironico. «Dai, su, vieni a sederti con noi di là». Mi lascio trascinare in salotto e mi siedo sul divano. Mi basta lanciare un'occhiata veloce per capire che Caiden non si trova in casa.

«È andato via?" domando senza riuscire a trattenermi. Neanche davanti ai ragazzi riesco a regolarmi e fingere che non mi importi più del dovuto.

«Non lo vediamo da quando è uscito dalla camera» risponde Blake, per poi tornare a bere la sua birra che ho notato solo adesso.

«Sai, abbiamo sentito un po' di cose» commenta Andrew quasi dispiaciuto. Sprofondo nel divano dalla vergogna. «Non ti preoccupare troppo, non abbiamo capito molto, non urlavate abbastanza per quello» cerca di rassicurarmi a modo suo.

«Che fortuna» rispondo anch'io ironica. Mi imbarazza sapere che i ragazzi abbiano potuto sentire tutto, ma alla fine, pensandoci, non mi importa più di molto, sanno già le cose come stanno e poi ormai siamo abbastanza in confidenza tra di noi. «Credo per me sia meglio andare» annuncio poco dopo, alzandomi dal divano.

«Sicura?», mi chiedono tutti in coro e mi fanno strappare un sorriso.

«Sì, è stata una giornata lunga. Tutto il giorno rinchiusa in palestra, poi dopo...», non hanno bisogno che finisca la frase per capire a cosa mi riferisco. Rifiuto ogni passaggio che mi offrono e li convinco a lasciarmi andare. Raggiungo la porta prima che possano cambiare di nuovo idea e mi ritrovo fuori. Percorro un breve pezzo di giardino, quando sento la voce di Blake richiamarmi dalla porta. Mi blocco subito e mi giro verso di lui confusa. Lo vedo chiudere la porta dietro di sé e raggiungermi.

«Non voglio influenzare nelle tue scelte, ma voglio dirti una cosa» afferma serio una volta al mio fianco. Lo incoraggio ad andare avanti e lo ascolto con attenzione.

«Conosco Caiden sin da quando eravamo piccoli e, neanche dopo tutti questi anni, sono mai riuscito a influenzarlo come hai fatto tu in così poco tempo. A dire il vero ti ho inseguito qui fuori per dirti che ha bisogno di tempo, ma sai cosa? Fanculo, ne ha avuto fin troppo, questa storia va avanti da troppo tempo. Insisti, importunalo se devi, ma non fartelo scappare. Ha sempre fatto scelte stupide in vita sua e continua a farle tuttora, credo che abbia bisogno che qualcuno gli apra bene gli occhi». Sto per aprire bocca, ma lui mi precede.

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