Capitolo 44 - Tavola calda

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Oggi è l'ultimo giorno di scuola prima delle vacanze di Natale. A scuola, già da un po', sono presenti ogni tipo di decorazione natalizia. Vedo alcuni studenti guardarle come le guarderebbe un bambino che ha atteso Natale tutto l'anno. Provo anch'io a guardarle in quel modo, ma non riesco proprio. Per me il Natale non è più lo stesso da sette anni.

In passato non vedevo l'ora che finisse la scuola per restare a casa con la mia famiglia, amavo tutta l'atmosfera che si creava. Adesso, ogni anno che arriva Natale, non sento più la felicità di una volta. Mostro, comunque, sempre un sorriso alla mia famiglia, soprattutto ad Henry. Lui adora il Natale, ogni volta non vede l'ora di aprire i suoi regali, ma quando lo guardo scartarli, non posso fare a meno di pensare a quando ero io a farlo con quelli che ricevevo da mio padre. Non aspettavo altro che spacchettarli e poter giocare con tutto quello che ricevevo. Abbracciavo subito mio padre e lui mi sfoderava uno di quei suoi bellissimi sorrisi. Non li ho più potuti vedere dopo la sua morte, adesso posso solo immaginarli, mentre invece Henry non ha mai avuto l'occasione di vederne anche solo uno.

«Pinguino», mi ricompongo non appena a sento la voce di Noah.

«Ehi» cerco di sorridergli. So già che questi giorni non saranno tra i migliori.

«Forza, entriamo dentro», mi dice guardandomi sospettoso. Ha capito che sono strana oggi. Insieme ci dirigiamo nell'aula della prima ora e ci sediamo al nostro posto. Hayley questa mattina è in ritardo, ci ha avvisato di non aspettarla perché non sa neanche lei quando arriverà.

«Qualcosa non va?» domanda in fine il mio amico, dopo avermi scrutato con sopracciglia aggrottate.

«No, tutto a posto» dico tranquilla. In realtà è così, non c'è nulla che non vada, sono solo un po' triste per conto mio. Noah mi guarda poco convinto, ma alla fine lascia perdere il discorso.

Nel frattempo l'aula si riempie ed arriva il professore. Di Hayley non c'è ancora traccia, mentre la lezione inizia. La matematica, però, in questo momento è l'ultima fra i miei pensieri. Cerco di stare attenta, ma proprio non mi riesce. Mi sa che, come ieri, devo chiedere aiuto a Caiden. Sono io a dovergli fare recuperare alcune materie, ma lui è disposto a dedicare parte di quel tempo ad aiutarmi con matematica, sembra essere un genio. Parlando di lui, ecco che lo vedo, mentre apre la porta senza nemmeno bussare. Il rumore ha interrotto tutti, persino il professore.

«Wright, perché non bussa mai alla porta?» domanda il nostro insegnante, quasi esasperato. Caiden in risposta allunga una mano e bussa alla porta aperta. Qualcuno in classe ride, altri trattengono una risata. Il professore non apprezza la simpatia e inizia ad aprire bocca per dire qualcosa, ma qualcuno lo interrompe.

«Ci scusi». La voce di Hayley spunta da dietro Caiden e poco dopo la vedo entrare in classe.

«Non bastava solo un Wright sempre in ritardo, ce ne volevano due».

«C'è un altro Wright se le interessa. Può considerarsi fortunato perché è ancora piccolo, altrimenti saremmo-».

«Andiamo a posto, Caiden», lo blocca Hay. «Ci perdoni» dice rivolta all'insegnante e trascina il fratello al suo banco. La mia amica si siede al mio fianco e prestiamo subito attenzione alle lezione, non vogliamo far alterare più del dovuto il professore.

Quando arriviamo in mensa, mi rendo conto che non ho molta fame. Mi sento un po' stanca, come se avessi faticato e perso tutte le mie energie. Mi rendo conto di sembrare diversa dal solito. Noto Andrew, di fronte a me, mi lancia un'occhiata interrogativa. Guardo gli altri e vedo loro fare lo stesso, tranne Cameron forse, lui sembra relativamente tranquillo. Vedo dalle loro espressioni che vorrebbero fare domande, ma capiscono che in questo momento non ho molta voglia di parlare a riguardo. Nonostante tutto, cerco di essere partecipe nelle conversazioni e a volte Noah e Blake mi strappano un sorriso. Questo, però, non è abbastanza per farmi smettere di pensare alla tristezza di questo periodo. E nemmeno vedere certi studenti che si scambiano i regali non aiuta. Caiden mi fissa tutto il tempo, ma nemmeno lui fa domande e gli sono grata. Una parte di me vorrebbe che questa festa finisca il prima possibile

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