Non ho avuto notizie di Caiden per tutta la giornata. Hayley, dopo scuola, lo ha chiamato più volte e non posso negare di averlo fatto anch'io. L'ultima volta sarà stata di pomeriggio tardi, poi ho smesso. Se vuole parlarmi, lo farà lui. E così è stato. Intorno le dieci di sera, si è presentato alla finestra di casa mia. Io dormivo, ma mi sono svegliata non appena l'ho sentito stendersi al mio fianco e avvicinarmi a lui.
«Ehi» dico con voce rauca, ancora con gli occhi socchiusi.
«Scusa, non ti volevo svegliare» dice avvolgendomi meglio tra le sue braccia.
«Sei sparito» dico, ma la mia non è un accusa.
«Dovevo stare un po' da solo per pensare».
«Ti è servito?».
«Forse sì» dice, ma non lo vedo ancora in pace.
«E perché ti vedo ancora giù?» dico accarezzandogli il petto, mentre alzo gli occhi per vederlo. Mi guarda qualche secondo, senza dire una parola.
«Non è facile» dice in fine, distogliendo lo sguardo da me, per guardare il soffitto.
«Nessuno ha mai detto il contrario. Non devi fingere vada tutto bene, va bene sentirsi così, è normale» dico alzandomi sui gomiti. «Devi solo trovare un modo per superarlo piano piano».
«Voglio incontrarla», se ne esce fuori, riferendosi a sua madre. Lo sapevo, lo aveva già detto ieri, ma pensavo avesse cambiato idea a riguardo.
«Ne sei davvero sicuro?».
«Sì» risponde senza esitare, mentre torna a guardarmi. «Oggi ho scoperto dove si trova, non abita molto lontano da qui. Pensavo di andarci domani».
«Di già?» domando sorpresa.
«Sì, ho bisogno di togliermi questo peso».
«Va bene» annuisco. Non posso di certo impedirgli nulla, se crede che sia meglio per lui. «Quindi non verrai a scuola domani?».
«Non andremo», mi corregge. «Vuoi ancora accompagnarmi?» chiede insicuro, come se avessi deciso di abbandonarlo.
«Certo che ti accompagno». Alla mia frase lo sento sospirare ed io ritorno ad appoggiarmi su di lui. Mi lascia un bacio sulla testa e finiamo per addormentarci.
La mattina successiva, ci alziamo e decidiamo di partire presto. Mentre Caiden era a farsi una doccia, io sono scesa di sotto a salutare mia madre e a fare colazione. Prendo un muffin in più, con la scusa della merenda per scuola, per portarlo anche a Caiden. Quando esco di casa, mi guardo intorno e poco lontano vedo la macchina nera parcheggiata di Caiden. La raggiungo velocemente e mi accomodo sul sedile del passeggero. Lui era qui dentro pronto, ad aspettarmi. Per scusarmi di averlo fatto aspettare, gli porgo il sacchetto col muffin e lo vedo mangiarselo in pochi secondi. Quando siamo pronti, finalmente partiamo. Scopro che dovremo fare circa due ore di viaggio e che sua madre si trova a Sacramento. Aveva ragione quando ha detto che non si trovava molto lontano da qui. Durante il viaggio parliamo un po' e lo convinco anche a mettere la musica. Mentre lo osservo canticchiare, non mi sembra molto agitato, ma so che lo sta nascondendo. Io invece temo di essere più agitata di lui, perciò, ogni tanto faccio qualche respiro profondo. Caiden, a cui non sfugge mai nulla, porta una mano sulla mia gamba e non la sposta per tutto il viaggio. È confortante per me e penso lo sia anche per lui. Alla fine, le due ore passano in fretta e dal finestrino finisco col vedere una piccola villetta. Caiden spegnere il motore e capisco che siamo arrivati. Nessuno dei due parla, ma sappiamo perfettamente come ci sentiamo. Gli afferro la mano tra le mie e cerco di dargli più forza possibile.
«Andiamo prima che cambi idea» dice ed apre lo sportello. Lo seguo a mia volte e poi insieme ci incamminiamo verso la porta d'ingresso di questa casa. Lo vedo suonare il campanello con un po' di esitazione. Passa qualche secondo e poi la porta viene aperta.
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Enough
Storie d'amore• STORIA COMPLETA • «E se non dovessi essere abbastanza?» dice guardandomi con un'espressione afflitta che mi spezza il cuore. Davanti a me non vedo il Caiden che tutti conoscono, vedo il bambino che in passato ha sofferto troppo. «Tu sei abbastanza...