Capitolo 95 - Vero eroe

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Laila

Vedendo Caiden entrare, Scott si frena, ma ancora non mi molla, continua a tegami dai capelli, trascinandomi la testa all'indietro.

«Wright, finalmente sei arrivato ad assistere allo spettacolo» commenta perfido.

«Sono qua, adesso lasciala perdere» dice avvicinandosi lento.

«Stai lontano», lo minaccia Scott, puntandogli il coltello. A questo punto Caiden indietreggia, ma non molla lo sguardo da noi.

«Sono qua, è me che hai sempre voluto» continua Caiden, sperando mi lasci andare.

«Sei qua per lei. Sai, te la sei scelta bene, solo un po' disobbediente» dice, tornado a puntarmi il coltello alla gola. Applica una leggere pressione, ma è terribilmente fastidioso. Vedo gli occhi di Caiden spalancarsi e portare le mani avanti.

«Parliamone, ti prego».

«Adesso sì che ti preoccupi degli altri, prima non lo hai mai fatto, non ti è mai importato di quello che rovinavi» dice riferendosi alla sua vita, o per lo meno, così è convinto lui.

«Contavi ben poco per me» risponde ed io sgrano gli occhi, credevo volesse essere pacato per non peggiorare la situazione. «Non è che non mi sono mai preoccupato, non mi sono proprio mai interessato, non eri niente e non lo sei neanche ora». Sento il coltello premere più sulla carne, ho paura di quello che può fare. «Guardati, sei qua a organizzare rapimenti, povero e pazzo, hai capito che questo è l'unico potere che puoi avere. Tuo fratello lo ha sempre saputo, tu non lo hai mai capito».

Proprio nel momento in cui temo che Scott continui a premere il coltello nella mia gola, ecco che lui inaspettatamente lo molla e lo fa cadere a terra. Non ho il tempo di chiedermi cosa sta succedendo, che vengo spinta per terra e vedo Scott alzarsi e raggiungere Caiden. Si avventa su di lui con una velocità impressionante e gli tira un forte pugno in faccia. Caiden sorride alla scena, probabilmente era esattamente questo il suo piano: fare in modo che lasciasse me, per scontrarsi con lui. E Caiden ricambia, i due iniziano a lottare, ricordandomi della serata ad Halloween, in cui ho visto i due farlo davanti ad una marea di persone.

Ad un certo punto sento una stretta alle spalle e sobbalzo per lo spavento, ma presto mi rendo conto che si tratta di Cameron che sta cercando di sollevarmi da terra. Mi aggrappo a lui e mi faccio aiutare, senza però perdermi un secondo della lotta tra i due. Inizio a spaventarmi ulteriormente quando vedo Scott allungare quel maledetto coltello verso Caiden e presa dall'ansia urlo il suo nome. Prego Cameron di aiutarlo, ma vedo che già Andrew si stava facendo avanti. Si avvicina a passo spedito e spintona Scott da dietro, cogliendolo alla sprovvista. A questo punto il ragazzo si rende conto di dover fare attenzione anche a lui, perciò, cerca in tutti i modi di resistere ad entrambi.

In un primo momento sembra essere in difficoltà, è messo alle strette e se ne rende conto anche lui. Crolla presto a terra e sembra abbia perso i sensi. Rimane steso a lungo, senza muoversi di un millimetro. I ragazzi lo studiano, ma a quanto pare ha davvero perso i sensi.

Caiden, finalmente libero, si allontana da lui e corre verso di me. Mi cinge le braccia ed io istintivamente sussulto. Sono un mix di paura e preoccupazione, sto tremando tutta.

«Sono io, amore, tranquilla», mi rassicura lui. Mi stringe forte a lui ed io poggio il viso sul suo petto. Sento il suo cuore battere a mille, agitato tanto quanto il mio, ma pieno di sollievo.

«Non avere paura, ci sono io adesso». Senza riuscire a regolarmi, comincio a singhiozzare, forse sentendomi libera, sapendo che tutto questo è finalmente finito. Rimango a stringerlo forte forse per minuti interi, cercando di rassicurarmi il più possibile, mentre lui mi accarezza la testa delicatamente.

«No!» sento gridare. Non faccio in tempo a capire chi sia stato a gridare, che subito mi stacco da Caiden per assistere alla scena.

Vedo Scott, si è rialzato da terra. In lui noto una strana luce negli occhi, qualcosa che non saprei definire. È sfinito, è evidente da come barcolla e rischia di cadere da un momento all'altro. Proprio quando penso stia per mollare e cadere a terra, lo vedo preso da una furia e avvicinarsi di colpo con il coltello anella nostra direzione. Allo stesso tempo Andrew, che si trovava poco distante da lui, lo afferra di lato e lo blocca. Nello stesso istante sento un colpo di pistola, non so da dove provenga, ma spaventata dal rumore e dalla scena stessa, chiudo gli occhi.

Tutto si ferma per qualche secondo, non sento più rumori, se non solo dei respiri affannati. Mi costringo ad aprire gli occhi e ciò che vedo, mi consola e devasta allo stesso tempo.

Scott, aggrappato ad Andrew, cade a terra, scopro che ha una ferita da proiettile alla gamba e mi basta guardarmi intorno per rendermi conto che è stato Aaron a procurargliela. Ha ancora il braccio puntato su di lui, con la pistola in mano, ma piano piano lo abbassa con un'espressione cupa in viso. Ciò mi confonde più di prima, non capisco se volesse aiutare lui o noi. Non ho il tempo di ragionare, però, che vedo qualcosa che invece mi distrugge.

Mentre Scott cade a terra, perde possesso del coltello che si trova infilato nel fianco di Andrew. È lì che la lama rimane, insieme alla profonda ferita che gli ha causato. Quest'ultimo si porta le mani in quel punto e, nel frattempo, cade anch'esso a terra. Delle urla disperate mie e dei nostri amici si fanno spazio nella stanza. Sento di colpo la presa di Caiden mollarsi e, come tutti noi, si dirige verso Andrew. Tutti lo scuotono e, mentre sono in ginocchio davanti a lui, io cado a terra in lacrime.

No. No. Non può essere.

«Drew», lo richiamano più volte, ma lui ci guarda con occhi socchiusi e un'espressione sofferente. Gli altri cercano di premere la ferita, ma la situazione sembra essere grave. Sembra essere davvero profonda e continua a perdere una quantità assurda di sangue.

«Alla fine l'ho fatto io il vero eroe» commenta Andrew con un filo di voce e un leggero sorriso, guardando Caiden. Questo scuote la testa ripetutamente e si lascia abbandonare anche lui alle lacrime.

«Non dovevi farlo tu, dannazione» risponde Caiden con tono disperato. Lo guarda sofferente e impotente, non sa cosa fare di fronte questa vista del suo amico.

«Ormai è fatta, lasciami questa soddisfazione» ribatte, per poi fermarsi a tossire. «Puoi farti valere in altri modi, non temere» conclude e vedo scendere una lacrima dal suo viso. Ha gli occhi lucidi e piano piano iniziano a socchiudersi sempre di più. Il suo viso diventa più pallido e la sensazione che presto ci lascerà, si fa strada in noi.

«Cazzo» impreca Caiden e Cameron con lui. Andrew sembra abbandonarci sempre di più ogni secondo che passa.

«Sarete sempre con me, ragazzi. E ditelo anche Blake, quel ragazzo si sta perdendo il mio momento di gloria» scherza ancora, ma nessuno ha la forza di ridere. Andrew stesso ha un sorriso tirato, mentre soffre. Anche nel dolore che sta vivendo lui, sta cercando di alleviare la sofferenza a noi. Guardarlo in questo contesto ci distrugge, Caiden è ricurvo su sé stesso, stringendogli la mano.

I due si alzano al momento dell'arrivo di Emily, mi sorprendo del fatto che si trovi qua e mi domando quando sia arrivata. Grida come una furia, ma gli altri le dicono di chiamare i soccorsi. Io mi lascio sfuggire un singhiozzo e attiro l'attenzione di Drew.

«Dolcezza», mi richiama sottovoce. «Ti voglio bene. Mi raccomando, non dimenticarti di me così presto», mi dice ed io mi chiedo come potrei mai dimenticarlo. Avremmo dovuto farne ancora tante insieme, ma il destino è stato cattivo con noi. Tutto è stato troncato e forse più nulla sarà come prima.

Mi fa segno di avvicinarmi ed io allungo l'orecchio verso di lui che mi sussurra qualcosa e mi fa promettere di rivelarlo a tempo debito. Tra le lacrime annuisco, poi vengo affiancata da Emily. Lo prende tra le braccia e gli piange addosso. Chiama il suo nome tra le lacrime e lui le sussurra parole di consolazione. Vederli così è straziante, perciò mi alzo e lascio loro questo momento.

Quasi non mi rendo conto della realtà, è tutto così surreale e finisco per perdere la lucidità. Tra i pianti e i vari pensieri, distinguo più solo il suono delle sirene in soccorso.

È finita.

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