Capitolo 24 - Festa pt. 2

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Paura.

É quella che provo in questo momento. Scott mi guarda in un modo strano, quasi malvagio. Posso solo immaginare le sue intenzioni e non voglio assolutamente assecondarlo in alcun modo. Mi si avvicina lentamente come se si volesse godere ogni singolo momento. Sa che non ho via di fuga, perciò è tranquillo, non posso scappare. Pensa di potermi avere tutta per sé, ma non ha ancora capito che non lo voglio e non lo permetterò. Di fatto, indietreggio il più possibile e cerco di mantenere una certa distanza tra di noi. Per mia sfortuna, la stanza non è infinita e alla fine vado a finire contro la parete. Lui, senza fretta, mi raggiunge. Io cerco di guardarmi intorno, provo a capire come fuggire, ma non trovo molte alternative. Siamo al secondo piano e buttarmi fuori dalla finestra è escluso. L'unico modo è uscire dalla dannata porta, ma Scott l'ha chiusa a chiave. Quando ormai è a due passi da me, allunga la sua mano e mi stringe un braccio.

«Se collaborerai, non ti succederà niente. Potrebbe anche piacerti».

«Perché stai facendo questo?» gli domando. Cerco di distrarlo. Voglio rimandare il più possibile, in caso dovessi trovare un modo per scappare.

«Perché credo che tu non sia stata giusta» risponde.

«Riguardo a cosa?» continuo non capendo.

«Riguardo al tuo atteggiamento nei miei confronti».

«Non ti ho fatto nulla» dico la verità. Non capisco cosa potrei avergli fatto per essere trattata così.

«È proprio questo il punto, non mi hai mai fatto nulla. Mentre con Caiden, avrai fatto qualcosa». Adesso capisco cosa vuole dire e a cosa si riferisce.

«Non ho fatto niente con lui» dico prontamente.

«Peccato che io non ti creda», mi stringe più forte il braccio e porta l'altra sua mano al mio collo per tenermi ferma.

«Non mi toccare». Cerco di dimenarmi, ma non riesco a respirare, mi sta stringendo il collo troppo forte. Mi tiene ferma e, ogni secondo che passa, ho paura che possa ottenere quello che vuole.

«Dimmi, perché lui e non me?».

«Io n-non ho fatto nient-», mi interrompe stringendo ancora di più la presa sul mio collo.

«Perché lui sì e io no? Devi spiegarmelo» insiste nel volere una risposta.

«È stata Emily a dirti di fare tutto questo?» chiedo, sperando si fermi.

«Non dovrebbe avere importanza per te, ma comunque siamo stati entrambi a pianificarlo. Tutte e due vogliamo qualcuno che non è disponibile nei nostri confronti, perciò a mali estremi, estremi rimedi».

«Non è corretto così» dico arrendevole.

«Niente è corretto, Laila» dice e fa scendere la mano dal collo fino alla spallina del vestito. L'afferra e la fa scivolare di lato. Lo vedo guardare attentamente la scollatura e sento i miei occhi farsi lucidi. Ho paura. Mi stringe più forte e, prima che possa fare lo stesso con l'altra spallina, lo blocco.

«Chi ti ha detto che non ero disponibile?» domando di getto. Lui mi guarda confuso. La mia domanda è riuscita a farlo fermare per un momento. «Non me lo hai mai chiesto, come fai a dire che non sono disposta a farlo?». Lo guardo e sembra piacevolmente sorpreso. Mi disgusta.

«Mi stai dicendo che non ti devo nemmeno forzare?». Era davvero pronto a farlo? Che schifo.

«No» cerco di risultare decisa.

«Dimostramelo allora», si stacca da me e fa qualche passo indietro.

«Stenditi sul letto», gli ordino e lo vedo spostarsi con un sorrisetto. 

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