Dopo la lunga serie di tornei in palestra, non abbiamo fatto altro che continuare a non fare nulla per tutto il giorno, ognuno è tornato a spassarsela come più preferiva. Noi siamo ritornati nell'aula di prima a chiacchierare e a fare stupidi giochi per passare il tempo.
Nel pomeriggio veniamo a scoprire che la maggior parte degli alunni ha intenzione di occupare la scuola per l'intera notte, dormendo qua e chiudendosi dentro la scuola. Veniamo presi in contro piede quando ci chiedono se siamo disponibili a farlo, non l'avevamo minimamente preso in considerazione.
«Certo, siamo con voi» ha risposto Noah, senza darci l'opportunità di consultarci o rifiutare. Ha detto che anche questa era un'esperienza fondamentale per la nostra vita scolastica, che un giorno ci avremmo pensato sorridendo e contenti di averlo fatto. Non mi sono sentita di contrariarlo e, pensandoci, non credo sia una cattiva idea, penso possa rivelarsi una piacevole avventura.
Poco più tardi chiamo mia mamma per avvertirla della situazione. Era preoccupata e non molto convinta, ma alla fine l'ho persuasa a lasciarmi rimanere, promettendole che sarei stata attenta e tranquilla. Gli altri hanno poi deciso di rimanere, non che avessero molta scelta con la legge di Noah.
Presto si fa buio e tutti gli altri studenti vedono come organizzarsi per dormire. Scopriamo che molti resteranno in palestra e andiamo a dare un'occhiata per vedere la situazione. Quando entriamo, sentiamo quasi lo stesso casino che c'era durante la partita. È impossibile anche solo pensare che sia il posto adatto per poterci stare tutti e dormire.
«C'è una marea di gente qui, solo a pensarci mi manca l'aria» penso ad alta voce.
«Andiamocene da qui, troveremo un altro posto» interviene Caiden, cingendomi le spalle e incoraggiandoci a seguirlo verso l'uscita. Non ci penso due volte e lo affianco per tutto il tragitto. Giriamo nei corridoi della scuola, valutiamo ogni aula per vedere se possa andar bene, ma effettivamente non abbiamo poi molta scelta. Non siamo preparati, non abbiamo nemmeno dei sacchi a pelo come altri, che già erano pronti e prevedevano questa nottata a scuola.
Dopo aver girato quasi l'intera scuola, ci troviamo davanti la biblioteca ed entriamo, sapendo che questa è l'ultima spiaggia.
«Direi che la biblioteca possa andar più che bene» dice infine Noah. Qui dentro c'è qualche poltrona e divanetto, possono andar bene per stare più comodi.
«Possiamo sempre andare in palestra come tutti gli altri» propone Andrew, non molto convinto della scelta.
«No, va bene qua» tronca secco Caiden. Immagino non sia entusiasta all'idea di rimanere in palestra, d'altronde la volta in cui siamo rimasti rinchiusi non è stata il massimo. Per non parlare dell'affollamento di prima.
«Dove ci dovremmo stendere per dormire, sui banchi?» protesta Cameron, lamentandosi come sta continuando a fare da questa mattina.
«Buttati da qualche parte e non rompere» risponde Hayley zittendolo. I due si fulminano con gli occhi e questo mi fa intendere che tra di loro ancora non scorre buon sangue.
«Questa poltrona è mia» esclama subito Noah quando ci imbattiamo nelle prime poltrone e divanetti che troviamo.
«Non c'è bisogno di rubarli a nessuno, ce n'è abbastanza per tutti» dico io perché effettivamente ci starebbero minimo altre quattro persone.
«Ci vorrebbero dei cuscini però» commenta Cameron.
«Forse ce n'è alcuni nelle altre poltrone che si trovano lì infondo» risponde Andrew, ricordandomi che oltre a questa, c'è un'altra area lettura piena di poltrone.
«Andiamo a cercarli allora», gli propongo e lui annuisce piano. Inizio ad incamminarmi e lui mi segue piano, sempre a distanza e mai affiancandomi. Gli lancio qualche occhiata e capisco che c'è qualcosa che non va.
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Enough
Roman d'amour• STORIA COMPLETA • «E se non dovessi essere abbastanza?» dice guardandomi con un'espressione afflitta che mi spezza il cuore. Davanti a me non vedo il Caiden che tutti conoscono, vedo il bambino che in passato ha sofferto troppo. «Tu sei abbastanza...