Capitolo 63 - New York

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La settimana passa in fretta senza che io me ne accorga, le giornate sono diventate tutte uguali. Sempre le stesse cose, sempre gli stessi pensieri. Ho cercato di concentrarmi sulle cose positive, per esempio su questa gita, credo sia stato proprio questo pensiero a rendermi entusiasta. Non ho mai viaggiato, non ne ho mai avuto l'occasione. Mamma e papà non avevano lo spirito da viaggiatori e dopo la sua morte le poche speranze che c'erano sono crollate. Il mio più grande spostamento è stato solamente per raggiungere Palo Alto e basta. Quella di questi giorni è una grande occasione ed è per questo che questa mattina mi sveglio piena di speranza. Ad essere sincera non so cosa i professori abbiano in programma per noi, ma sento che potrei essere felice per qualunque cosa decidano di farci fare.

Mi preparo in tutta fretta e saluto mia mamma e mio fratello. Quest'ultimo mi fa una linguaccia quando gli dico di fare il bravo senza di me. Prendo il pullman in tempo e poco dopo mi ritrovo davanti scuola. Io e i miei amici avevamo appuntamento qua, davanti scuola, così come tutti gli studenti, per prendere il pullman che ci porterà all'aeroporto. In pochi minuti la piazza principale si riempie di gente e, dopo che gli studenti entrano in classe, quelli di quinta che andranno alla gita rimangono riuniti in attesa di dover partire. Tra di loro mi ha raggiunto Noah e, mentre aspettiamo la nostra amica, vedo avvicinarsi a noi Drew e Cameron. Andrew mi saluta sorridente come al solito e stranamente anche Cameron mi rivolge un breve sorriso. Ad essere sincera da quella volta in cui ho lasciato casa sua, il suo astio nei miei confronti sembra essere diminuito. Negli ultimi giorni gli è capitato più volte di rivolgermi un cenno di saluto quando ci incrociavamo nei corridoi. Non ne capisco il cambiamento drastico, ma per ora può andar bene così.

Siamo tutti e quattro immersi in un discorso riguardante la gita, quando Andrew ci fa voltare. In quella direzione vedo la macchina di Caiden, che negli ultimi mesi ho avuto occasione di conoscere bene, ed Hayley. La mia amica quando scende dalla macchina mi mostra uno splendido sorriso e mi viene incontro abbracciandomi. Ricambiando l'abbraccio, da dietro la sua spalla vedo il fratello ancora molto distante da noi che cammina con passo elegante. Non penso che abbia intenzione di unirsi a noi e, intuendolo, i suoi amici ci lasciano per andare da lui. L'osservo per un po' anche se non dovrei. Penso al fatto che dovrei fargli presente dell'incontro che ho avuto con la madre e della sua richiesta, ma risulta sempre più difficile dirglielo. Per ora mi dico di lasciare perdere e di godermi la gita, i problemi li risolverò quando tornerò di nuovo qua.

Presto si fa orario di partire e i professori ci richiamano. Fanno l'appello e prendiamo posto sul pullman. Mi siedo vicino alla mia amica, mentre Noah si siede nei sedili di fianco a noi insieme a Ben. Quei due sono sempre più affiatati.

In mezz'ora arriviamo all'aeroporto e sotto controllo dei professori andiamo verso il nostro gate. Attendiamo un po' e finalmente ci imbarchiamo. Ho il cuore che batte dall'emozione. Non avendo mai preso un aereo, non so esattamente cosa aspettarmi. Con la fortuna che ho, potrei scoprire di patirlo. Purtroppo, sono costretta a separarmi dai miei amici siccome ognuno di noi ha i propri posti assegnati. Un piccolo momento d'ansia si fa sentire nel momento in cui sono seduta al mio posto e sono in attesa di scoprire chi sarà al mio fianco. Vi prego, tutti tranne lui. In pochi secondi scopro di chi si tratta e ribadisco di non essere una persona fortunata. Emily Price in tutto il suo splendore si presenta al mio fianco. Quando mi vede fa una smorfia e intuisco che neanche a lei fa piacere avermi al suo fianco.

«Loila, con te al mio fianco sarà un lungo viaggio». Lo credo anch'io.

Per fortuna il viaggio non si è rivelato una concreta tortura. Ho ascoltato la musica, ho visto un film, ho mangiato qualche snack e persino chiacchierato con Emily. In 8 ore di viaggio si è concessa di rivolgermi qualche parola e devo dire che non è stato così terribile averla al mio fianco.

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