Capitolo 50 - Pessimo umore

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Caiden

I restanti giorni prima dell'inizio della scuola cerco di passarli in casa lontano da tutti, ma non posso di certo evitare mia sorella. Mi ronza intorno silenziosa e mi osserva curiosa. Capisce che qualcosa non va, immagina anche che c'entri la sua amica, ma, nonostante ciò, lei non mi chiede nulla, si limita a tenersi per sé tutte le domande che vorrebbe farmi. Domande a cui non ho risposta perché, esattamente, cosa è successo tra me e Laila? Nulla di grave in effetti, soltanto io che reagisco male e rovino tutto. Sono così messo alle strette da Ward e incazzato col fratello, che non riesco a ragionare lucidamente. In questo periodo sono forse più suscettibile e non capisco come devo fare a darmi una regolata.

Quando incontro i ragazzi per andare da Matt, mi rivolgo con lo stesso comportamento che ho avuto con loro la sera dell'incontro: silenzioso e distaccato. Sono ancora di pessimo umore e non so fino a quanto durerà. Probabilmente per il resto della mia vita.

Decido di raggiungere il capanno in auto per conto mio, non voglio di certo rischiare di subirmi qualche interrogatorio dagli altri. Arrivo prima degli altri, ma li attendo per entrare insieme. Il primo fra di loro a scendere dall'auto è Cameron. Mi sorpassa senza degnarmi di uno sguardo. Gli altri lo seguono e finisce che sono l'ultimo della fila. Va bene così, non ci tengo ad entrare per primo. Raggiungiamo l'ufficio di Ward e dopo aver bussato, entriamo non appena sentiamo il suo permesso per farlo. Appena ci vede ci saluta rivolgendoci un sorriso.

«Ciao ragazzi, vi stavo aspettando». O meglio stava aspettando i soldi.

«È tutto qua dentro». Andrew gli porge la busta contenente tutto il denaro. Ward l'afferra di fretta e la apre controllando la cifra. Dopo brevi secondi alza lo sguardo e mi fissa dritto negli occhi.

«È una bella somma, molto più delle altre volte». constata. Sono soddisfatto, vedo che questa volta hai dato il meglio di te».

«Ero particolarmente motivato». rispondo.

«Oh, lo so, me lo hanno riferito. Sembravi un animale, molti dubitavano che il tuo avversario ne sarebbe uscito vivo. Non sapevano se fermarti ad un certo punto». Lo ascolto, ma non rispondo. Non è contento del guadagno? Che si limiti a gioire.

«Bene, noi andiamo» interviene Blake. Nessuno vuole restare qui più del dovuto.

«Certo, andate tranquilli», ci liquida con la mano. Quando siamo quasi alla porta, mi richiama. «Wright». Mi volto e attendo che continui. «Continua così. Vedi, pensare meno a mio fratello e concentrarti sull'obiettivo ha funzionato. Lascia perdere le distrazioni». Me ne vado senza aggiungere altro.

«Cosa intendeva con quelle parole?» domanda Blake non appena ci ritroviamo fuori.

«Nulla» rispondo secco e proseguo per conto mio.

Laila

Credevo che il suo rancore sarebbe durato poco, invece, continua per giorni, fino al nostro ritorno a scuola. Non ci siamo sentiti per il resto delle vacanze, speravo che avesse cambiato idea, ma neanche oggi riesce a guardarmi in faccia per più di due secondi. Hayley ha voluto spiegazioni, così le ho detto il motivo. Da una parte capisce suo fratello, sa come la pensa riguardo a Scott, ma anche lei lo considera un comportamento esagerato. Mi evita per tutto il giorno e non si presenta nemmeno a mensa. Gli altri sono straniti tanto quanto me, ma non sappiamo cosa dire o fare.

Più tardi, alla fine delle lezioni, io e Caiden dobbiamo riprendere con le ripetizioni, solo che non so nemmeno se si presenterà. Lo aspetto per un po' nella nostra solita aula, sperando si presenti. Passano cinque, dieci, venti minuti, ma di lui non c'è traccia. Mi arrendo al fatto che non verrà, ma proprio quando inizio a ritirare le mie cose, lo vedo entrare dalla porta. Quando mi soffermo ad osservarlo in viso, sussulto. Ha un livido alla mascella e un labbro leggermente spaccato. Ha l'aria stanca e distrutta. Entra a passo lento e in modo svogliato, poi si siede di fronte a me. Cosa gli è successo?

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