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"Rimarrete qui dentro per tre ore, quando riaprirò la porta voglio che questa stanza risplenda, chiaro?" Disse severamente la professoressa McGranitt con occhi freddi, "Datemi le vostre bacchette." Ordinò, allungando le mani verso i due studenti davanti a lei. Entrambi le posarono sui suoi palmi.

"Ci vediamo dopo." Uscì dall'aula, sigillando la porta con un incantesimo.

I due non si guardarono mai e non spiccicarono parola da quando era iniziata la punizione. Josephine si era messa subito a pulire, passando lo straccio sui banchi e sulle sedie in silenzio mentre Draco faceva finta di spazzare il pavimento con la scopa.

Lei gli aveva sempre dato le spalle e lui, ogni tanto, buttava l'occhio sui suoi capelli lunghi e neri sciolti lungo la schiena. L'immensa noia che stava provando prese il sopravvento e pensò di fare qualcosa per interrompere il silenzio mortale che dominava quella stanza.

"Hai ottenuto quello che volevi, eh?" Ringhiò scontrosamente.

Aspettò una risposta mentre Josephine decideva di ignorarlo completamente. Non si sarebbe mai aspettata che prendesse la parola, ne aveva perso le speranze dopo il silenzio tombale che regnava tra di loro.

Draco smise di spazzare e la guardò intenta a pulire, "Meriti di marcire in un maledetto ospedale per squilibrati e pazzi come te, è solo per colpa tua se sono qui adesso."

Rimase sorpreso a vedere che non reagiva senza prestare la minima attenzione alle sue parole. Josephine era brava in questo - quello che diceva Draco le scivolava addosso perché sapeva che voleva solo una reazione da lei.

Draco ricominciò a spazzare, allineandosi alla sua posizione dall'altra parte della stanza, "Non credere che non farò sapere a mio padre quello che hai fatto, poi ci penseremo io e lui." La minacciò con un ghigno di superiorità.

"Ci mancava solo un altro stronzo platinato a rompermi il cazzo." Borbottò Josephine, non preoccupandosi minimamente di essere sentita.

Infatti, Draco l'aveva sentita benissimo. Fermò di colpo ogni suo movimento per guardarla di spalle, "Cosa hai osato dire, mezzosangue?" Alzò furiosamente la voce, "Ripetilo, se hai il coraggio."

Josephine continuò ad ignorarlo con indifferenza e a pulire, fino a che Draco non cacciò un urlo, "Guardami mentre lo dici!" La sua mascella digrignata dalla rabbia.

A quel punto Josephine si voltò verso di lui e lo scrutò con un sopracciglio sollevato in segno di sfida, "A quanto pare dovrò subirmi non solo stronzo junior, ma anche stronzo senior."

La vista di Draco si offuscò rapidamente per la rabbia che scorreva nelle sue vene e iniziò a tremare mentre fissava lo sguardo di sfida che gli rivolgeva la ragazza. Lasciò cadere la scopa a terra, la quale provocò un forte rumore, e si precipitò verso di lei. La prese rudemente per il collo e la attaccò al muro.

"Bastarda che non sei altro, non osare parlare di mio padre così." Ribollì con tono basso e penetrante, "Fallo di nuovo e vedrai cosa ti succederà."

In quel momento Draco realizzò di non essere mai stato così vicino a Josephine come adesso. Sentiva il suo respiro caldo sul mento, visti i quindici centimetri di differenza di altezza tra di loro. La sua espressione rimase invariata, nonostante l'avesse attaccata.

Non aveva paura di lui, non era spaventata e Draco l'aveva capito. Questa cosa non andava bene, avrebbe dovuto temerlo. I lineamenti del suo viso si rilassarono lentamente mano a mano che diventava sempre più confuso e turbato, non aspettandosi una sua possibile reazione.

"Levami le mani di dosso, brutto coglione." Ruggì Josephine davanti alla sua faccia e approfittò del suo momento di distrazione - la ginocchiata sul suo fianco lo allontanò mentre lo spingeva con le mani contro il petto.

Primrose || Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora