N o v a n t a d u e

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L'Armadio Svanitore era praticamente aggiustato. Il momento che Draco temeva più di tutti era alle porte e non poteva più tornare indietro, anche se lo avrebbe voluto tanto.

Passava tutto il tempo a pensare a cosa sarebbe successo dopo, a che fine avrebbe fatto, cosa sarebbe accaduto a Josephine e se si sarebbero rivisti prima o poi.

L'angoscia era troppa e sentiva il suo cuore appassire come un fiore disidratato. Non sentiva altro che paura e tristezza ogni volta che ripensava all'enorme peso che portava sulle spalle da mesi, che si ingrossava ogni giorno di più fino ad oggi.

Oggi, il giorno in cui tutto si sarebbe avverato. Quello che sapeva già di dover compiere contro la sua volontà. Era una sensazione terribile che lo portava fuori dal mondo, non riuscendo nemmeno più a pensare, a ragionare.

"Draco?"

Come avrebbe potuto convivere con se stesso dopo quello che avrebbe fatto?

"Ma ci senti o hai l'otite?"

Sbatté velocemente le palpebre per svegliarsi dai pensieri e si ricordò di essere in Sala Grande a fare colazione con Josephine. La sua testa guizzò verso di lei e la guardò con occhi assenti.

"Ti stavo parlando." Disse lei con le sopracciglia aggrottate, "Ti senti bene?" Domandò, toccandogli la fronte per verificare che non portasse i sintomi della febbre.

"Sì, sto bene." Borbottò in modo scocciato mentre scostava bruscamente la mano dalla sua faccia.

"D'accordo." Mormorò lentamente, rimanendo un po' ferita dalla sua reazione, "Lo sai che per qualsiasi cosa io ci sono, giusto?"

"Sì, Jòsephine." Ringhiò con rabbia ad alta voce, "Non c'è bisogno che me lo ripeti sempre, cazzo, lo so già."

Josephine fece un piccolo cenno del capo e schioccò la lingua sul palato mentre si girava per continuare a mangiare la colazione, infastidita dal suo comportamento irragionevole.

Voleva solo ricordargli che lei era lì per lui.

Rimasero in silenzio per vari minuti e il fatto che Josephine non stesse dicendo più nulla lo fece innervosire ancora di più, sapendo che quando si comportava così era perché era arrabbiata, "Adesso non cominciare a fare l'offesa." Sbuffò esasperatamente.

"Cristoforo Colombo-" Borbottò lei, scuotendo la testa dal nervoso, "Se ti girano i coglioni non prendertela a caso con me perché mi fai solo arrabbiare."

"Sei tu che mi fai girare i coglioni." Sbottò, ringhiando ogni sillaba mentre si voltava furiosamente verso di lei, "Sempre a farmi pesare la tua sensibilità come se fossi intoccabile da qualsiasi punto di vista e non ti si possa dire un cazzo che fai subito la bambina."

Josephine sbuffò e ridacchiò nervosamente, alzandosi ferocemente dalla panca, "Sei una testa di cazzo." Sibilò con voce rauca prima di andare via.

"E tu sei un'immatura, comincia a crescere!" Alzò la voce, seguendola con lo sguardo mentre si avviava all'uscita.

"Vaffanculo, Draco." Ruggì Josephine, senza nemmeno voltarsi, ma mostrandogli il dito medio.

La osservò col respiro pesante e la bocca arricciata fino a che non la vide scomparire dietro le grandi porte e abbassò nuovamente lo sguardo sulla sua colazione. Si guardò intorno, vedendo tutti gli studenti che lo fissavano, "Che avete da guardare?" Gridò, facendo distogliere il loro sguardo da lui e ripresero ciò che stavano facendo come se nulla fosse.

Gli occhi di Draco non si erano mai staccati dalla nuca di Josephine durante tutta la lezione di Pozioni, avendola seduta pochi banchi davanti a lui nella fila accanto.

Primrose || Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora