Il bracciale di Morgana era un gingillo molto carino, a detta di tutti. Era abbastanza grosso ma le raffinate decorazioni lo rendevano incantevole. Al centro brillava una pietra ovale di un colore a metà tra l'azzurro ed il blu opaco.
Indossandolo, Marlene McKinnon aveva smesso di tremare. Era tornata la solita sé, quella sicura, quella che sorrideva sempre. E doveva tutto alla sua incredibile e straordinaria migliore amica, che aveva rischiato di annegare insieme a Remus ed aveva dato tutta sé stessa per aiutarla.
Ma da un lato Marlene stava bene, dall'altro non si poteva dire la stessa cosa per Lizzie Greenway.
La giovane Incantatrice aveva dato fondo alla sua magia per sconfiggere Nimue e ce l'aveva fatta. Ma aveva dovuto pagare un prezzo molto alto. Remus, che si era gettato in acqua solo per salvarla, non aveva visto quello che aveva visto lei. È vero, erano quasi annegati entrambi, ma Liz aveva subito le conseguenze peggiori.
Si diceva che la dama del lago avesse il potere di predire il futuro di chiunque entrasse nel suo territorio, nel suo specchio cristallino. Lei non era stata da meno.
Quello che aveva visto, tuttavia, continuava a tormentarla. Erano passati quasi quindici giorni e febbraio aveva preso il posto di gennaio, eppure non riusciva a lasciarsi quella visione alle spalle.
Aveva visto sé stessa. In una stanza poco illuminata e lurida, circondata da bottiglie di birra vuote e semi-distrutte. Era da sola, non c'era nessuno con lei. Se ne stava in ginocchio per terra, con le schegge di vetro a pungerle le gambe, e piangeva, gridando il nome dei suoi amici. Le sue mani erano segnate da alcune cicatrici ed erano ferme sul suo viso, come a cercare di contenere le sue urla.
Sentiva quel futuro così prossimo, così reale, da non riuscire ad ignorarlo. Spesso si svegliava nel cuore della notte in preda al sudore e ad attacchi di panico. Aveva imparato a lanciare un incantesimo protettivo intorno al suo letto, cosicché le sue compagne di stanza non sentissero nulla, peccato non poter far lo stesso su di sé.
Non aveva voluto dire niente ai suoi amici, tantomeno a Marlene. Conoscendola, si sarebbe sentita doppiamente in colpa. Aimee? Beh, avrebbe potuto confidarsi con lei, certo, ma forse non era la persona migliore, non dopo che sua sorella l'aveva vista mezza morta a Dozmary Pool.
Così, si era costretta al silenzio. Era forte, poteva farcela. Poteva superare qualsiasi ostacolo. E poi, non si sarebbe mai perdonata il rovinare San Valentino al suo meraviglioso ragazzo, che sarebbe stato l'indomani. Anche lui aveva rischiato la vita per aiutarla, non poteva fargli quello.
Quando quella mattina James la vide si preoccupò subito di chiederle come stesse. Aveva due occhiaie così profonde da far quasi paura e la stanchezza la circondava come un'aura scura.
<<Nena>> le baciò la guancia, facendola sentire già un po' meglio <<Hey, che è successo? Stai bene?>>
<<Sì sì, tranquillo>> gli rispose, sistemandosi nel suo abbraccio e rilassandosi <<Ho dormito poco stanotte>>
<<Hai avuto un incubo?>>
La domanda la fece irrigidire ma cercò di non darlo a vedere <<Più o meno>>
<<Cos'hai sognato, petite?>>
<<Ah niente d'importante, non ti preoccupare>> fece, smorzando tutta la sua ansia con una risata <<Piuttosto, che combini?>> chiese, osservando quella specie di armamento da guerra che James teneva vicino alla propria scopa e alla divisa da Quidditch <<Hai intenzione di uccidere quelli di Tassorosso?>>
<<Nah, soltanto di terrorizzarli>>
<<Ah beh, ottima strategia, direi>> commentò la ragazza, accennando un sorriso e lasciando che James le mordicchiasse delicatamente la guancia sinistra <<Per la partita con i Corvonero suggerisco direttamente una bomba>>
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"James Potter è un bastardo!" [INCOMPLETA]
FanfictionI Malandrini sono a scuola e vivono le loro vite allegramente e spensieratamente, facendo scherzi a qualsiasi essere vivente respiri. James Potter, in particolare, si diverte a stuzzicare la brillante e arguta Serpeverde Eliza Greenway. La ragazza è...