79| It's astronomy. We're two worlds apart

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Sirius Black non l'aveva mai tenuto troppo nei pantaloni, nonostante avesse soltanto (quasi) diciassette anni. Eppure, erano trenta giorni, trenta fottuti giorni, che non sfiorava una ragazza nemmeno per sbaglio - neanche Lily, Lizzie o Marlene. 

Ed era tutta colpa di quel bastardo di Remus, che trenta fottuti giorni prima l'aveva guardato con quei suoi occhioni teneri e l'aveva distratto da qualsiasi altra cosa. Capite? Era dal compleanno di Lizzie che non faceva niente e per lui non era normale.

Dio, quanto odiava il potere che Remus aveva su di lui. Lo odiava da morire, perché persino quella sera, quella del 14 aprile, quella della luna piena, quando il lupo mannaro trattava male chiunque gli si avvicinasse, Sirius sarebbe rimasto con lui.

Fottuto Remus, continuava a pensare il mago, mentre correva alla Stamberga Strillante. Erano in ritardo, tutti e tre, e Lizzie non era lì per materializzarli in fretta. James e Peter erano senza fiato, per via della corsa estenuante, ma dovevano farcela.

<<Forza ragazzi>> incitò James, stringendo i denti. La milza gli faceva così tanto male che probabilmente gli sarebbe esplosa in pochi secondi <<La luna piena sta per sorgere. Merda!>>

<<Ma dov'è la tua belle quando serve?!>> 

<<Lumacorno voleva parlare a tutti i Serpeverde. Non poteva andare. Mi aveva proposto di materializzarci lo stesso, a patto che potesse vederci in qualche modo. Ma era troppo rischioso>>

<<Pensavo che per Liz non ci fossero condizioni!>> ansimò Peter, continuando a correre. Se la milza di James stava per esplodere, i polmoni di Wormtail l'avevano già fatto. 

<<Non ci sono, infatti, ma non voleva rischiare. Avrebbe dovuto rimanere estremamente concentrata, visto che non ci sarebbe stato silenzio intorno a lei e non voleva spedirci in Canada>> 

<<Non hai fiato per correre ma ce l'hai per fare battute?>>

<<Perché non stai zitto, Sirius?>> 

Ma lui non voleva tacere, voleva parlare, voleva arrabbiarsi. Voleva avere una scusa, anche banale, per lasciare il gruppo, per non ritrovarsi costretto a guardare Remus soffrire. Ogni volta gli spezzava il cuore. 

E non avrebbe sopportato un'altra visione delle ossa del ragazzo che facevano crack, dei suoi occhi così belli e profondi che si trasformavano in tutt'altro. 

Nessuno pareva provare quella stessa sensazione, nemmeno Lizzie. Nessuno pareva provare pena. O forse, se la provavano, erano bravi a nasconderlo. Forse non volevano che Remus lo sapesse. Ma così facendo sembravano degli insensibili.

<<Non è così>> mormorò James, che sembrava avergli letto nel pensiero <<Davvero, non lo è>>

<<Ma di- di che...>> Peter si fermò, inspirando profondamente <<Dio, per fortuna siamo arrivati. Di che state parlando?>>

Ma James non pareva intenzionato a parlarne in quel momento, infatti scosse il capo. Sirius capì cosa il suo migliore amico volesse dirgli, cosa i suoi occhi scuri stessero cercando di comunicargli. 

<<Adesso facciamo questo>> disse <<Poi parliamo>> 


Ne parlarono, effettivamente. 

Se c'era una cosa che Sirius apprezzava di James era che, quando dava la sua parola, il mago non si tirava mai indietro, di fronte a niente. 

Parlarono per almeno un'ora, da soli. Non c'era nemmeno Liz con loro, cosa assolutamente insolita, visto che Bonnie e Clyde vivevano praticamente insieme. Si raccontarono ogni pensiero, ogni sentimento ed ogni secondo che passava li legava ancora di più.

&quot;James Potter è un bastardo!&quot; [INCOMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora