37| Lizzie, James & their late-night meeting

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La luna splendeva ben alta in cielo quella notte. Era una fortuna che non piovesse. Eliza Greenway detestava con tutta sé stessa il dover rimandare le sue chiacchierate notturne con James Potter.

Ci avevano preso gusto, ormai, ad incontrarsi nel cortile della Torre dell'Orologio. Da soli, senza nessun altro. Ne approfittavano per chiacchierare e per raccontarsi i fatti loro. A quell'ora, dormivano tutti. Certo, la mattina si svegliavano come due zombie, ma ne valeva la pena.

Quella sera, James aveva deciso di provare le sigarette che Remus aveva comprato in un negozietto infido di Diagon Alley e che poi gli aveva regalato qualche settimana prima.

I due ragazzi si erano sistemati schiena contro schiena, seduti sul muretto freddo. Si congelava, ma Lizzie lanciò velocemente un incantesimo su entrambi per evitare l'assideramento immediato.

Senza neanche farlo di proposito, l'argomento si spostò su Emily Sharp, la Serpeverde che pareva avercela a morte con Lizzie.

L'Incantatrice aveva provato più e più volte a fare amicizia con lei ma ogni tentativo pareva vano. La ragazzina aveva chiaramente dimostrato di volerla scorticare viva: se solo avesse potuto, avrebbe indossato la sua pelle come trofeo.

Quando l'aveva detto a James, con quelle testuali parole, lui era scoppiato a ridere.

<<Mi spieghi come mai ti interessa tanto aiutare quella ragazza?>> le chiese, portandosi la sigaretta alle labbra e ruotando leggermente la testa per guardarla <<Voglio dire, non fa altro che trattarti male>>

<<Ti sembro una che si offende quando le persone le rispondono male?>> replicò, fintamente maliziosa, strappandogli la cicca dalle mani e facendo un tiro. Gliela ripassò, buttando fuori il fumo <<Vedi... tu hai conosciuto la vecchia me. Ti ricordi di com'ero...>>

<<Certo che mi ricordo! Non so se TU, però, ti ricordi del fatto che mi volessi uccidere, Lizzie>>

La strega sorrise <<Quella ragazza mi ricorda me. È piena di desiderio, è piena di voglia di conoscenza. Vuole essere la migliore, vuole essere potente... e non posso fare a meno di vedermi allo specchio>>

<<Tu non sei così, non più almeno>>

Liz riprese la sigaretta <<Lo ero, però. Ero un piccolo incrocio colmo di rabbia e rancore che trovava sfogo nel suo potere. Imparare incantesimi nuovi era diventata la mia liberazione. Vivevo per quello, James. Non avevo nessun altro scopo. Ho sofferto abbastanza in quel periodo, non voglio che anche lei subisca ciò che ho patito io>>

<<È bello da parte tua. Voglio dire, avresti potuto tranquillamente fregartene ed invece ti stai impegnando>>

<<Non avrei mai potuto lasciarla indietro>>

<<Invece sì, avresti potuto farlo. Non è compito tuo, non ti spetterebbe>>

<<No, non avrei potuto...>> ripeté lei, certa di ciò che stava dicendo <<Perché prima che tu mi tendessi la mano, nessuno l'aveva fatto. Ero tanto, tanto sola. E a quella ragazza nessuno ha spiegato che il potere è bello tanto quanto è oscuro. La malvagità si nutre di sofferenza, ricordatelo>>

Sentì James sorridere ed il suo cuore si alleggerì immediatamente <<Sarebbe ancora meglio se quella ragazzina si facesse aiutare>> fece, buttando fuori altro fumo.

<<Non puoi biasimarla, James. L'abbiamo umiliata di fronte a tutti gli altri>> fu la risposta dell'amica, che si sentiva mortificata per quanto era successo pochi giorni prima.

<<Abbiamo? Io non ho fatto niente!>>

<<Ah no? E le risatine con Sirius? Di che parliamo, James? Io l'ho umiliata battendola a duello, voi ridendo di lei>> mormorò la strega, alzando lo sguardo e puntandolo verso le stelle. Il ricordo di quella notte a Canterbury giaceva ancora vivo nella sua mente.

&quot;James Potter è un bastardo!&quot; [INCOMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora