86| Lizzie, James & the sixth year

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Lizzie Greenway aveva imparato ad apprezzare lo smistamento dei ragazzini del primo anno. Con il tempo, tutte quelle cose che una volta riteneva noiose le si erano marchiate dentro, sopra al cuore, ed il pensiero che quello fosse il suo penultimo primo giorno di Scuola la fece sentire stranamente vecchia.

Alex le sedeva accanto e le stringeva la mano da sotto il tavolo, in modo che nessuno potesse vederli, e quel semplice gesto riusciva a confortarla immediatamente. Il suo amico sapeva perfettamente quanto il trovarsi lì le provocasse sensazioni contrastanti e aveva dunque deciso di fare del suo meglio per renderle la giornata più piacevole.

Fin da quando si era svegliata, nessuno dei ragazzi l'aveva lasciata in pace. L'avevano abbracciata, stritolata, ballato danze anti-macumbe vicino, le avevano portato dei regali, ed il tutto con l'unico scopo di farla sentire amata.

C'erano riusciti, per fortuna. Ma l'unico che ci aveva rimesso era stato James. Il povero mago aveva rivelato agli altri come Liz si sentisse nei suoi confronti ma nessuno aveva potuto fare niente per aiutarlo.

Sembrava che pur di salvarla, il cuore di Liz avesse deciso di aggrapparsi a ciò che lei amava di più. Tuttavia, così facendo, quell'amore si era eclissato e nessuno sapeva se sarebbe tornato oppure no.

James, comunque andassero le cose, sorrideva. E non perché stesse bene emotivamente, ma perché sapeva che era l'unica cosa da fare se voleva che Liz si innamorasse di nuovo di lui. Sì, esatto.

Eliza Greenway doveva innamorarsi nuovamente di James Potter.

Era la sola soluzione a quel problema.

Per sua fortuna, Liz non aveva dimenticato l'amore che aveva provato in passato, semplicemente era come se i suoi sentimenti fossero stati improvvisamente cancellati. Doveva riscoprirli.

E James piuttosto che lasciarla andare avrebbe impiegato ogni singolo giorno della sua vita per raggiungere quell'obiettivo.

Cominciò con il sorriderle ad ogni occasione possibile e la maggior parte delle volte lei ricambiava senza pensarci due volte. Poi, quando poteva, nelle lezioni che avevano in comune, le sedeva vicino e faceva di tutto e di più per farla sentire a suo agio.

Andarono persino a giocare a Quidditch insieme, da soli, sotto la pioggia. Proprio come fecero in quel lontano 1973, quando James capì di essersi innamorato di lei. Sperava che in qualche modo riuscisse a sbloccarle qualcosa dentro.

Se lo ricordava, lui, quando lei, durante una delle loro 'scappatine notturne' alla Stanza delle Necessità, gli aveva detto che l'unico posto in cui si sentiva veramente al sicuro e protetta da tutto erano le sue braccia.

Ed ora non sentiva più niente.

<<Stai bene?>> gli chiese Lizzie, ad un certo punto, vedendolo lì, fermo in mezzo al campo, con la pioggia che gli rigava gli occhiali.

<<Sì, sì>> annuì lui <<È solo che, beh, qui ci sono tanti ricordi. E fa strano ritrovarsi a giocare in questo modo>>

<<Continua a dispiacermi da morire>>

<<Non è colpa tua se... se il tuo cuore ha dimenticato>>

<<Vedi...>> gli disse, volandogli più vicino con la scopa e riuscendo in quel modo a non dover parlare ad alta, alta voce <<Io so di averti amato. Mi ricordo di tutto quello che abbiamo passato e di tutto quello che è successo tra di noi, è solo che... il mio cuore non riesce a battere nel modo in cui faceva prima per te e...>>

<<E tu quindi pensi che sia perché ha smesso di amarmi>>

<<Detta così sembra una scusa, ma ti giuro che... vorrei tanto riuscire a sentire qualcosa, lo vorrei con tutta me stessa, perché con te sono stata più felice che mai, eppure... come posso stare con qualcuno che non riesco ad amare?>>

&quot;James Potter è un bastardo!&quot; [INCOMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora