29| Lizzie, James & the time his heart broke

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Parlare con James Potter fu la cosa più difficile che Liz Greenway avesse mai fatto. Trovarlo era stato complicato, sì, - aveva dovuto percorrere mezzo Castello per scovarlo - ma niente fu doloroso come riuscire a trovare parole che potessero riassumere o descrivere quella situazione.

Era come se ad ogni sillaba le loro anime si scheggiassero. Come se perdessero dei pezzetti, così piccoli da non essere quasi nemmeno identificabili.

<<Senti...>> aveva incominciato a dire lui per scusarsi, ma Liz lo aveva interrotto già alla prima parola. Aveva bisogno di spiegargli come stavano veramente le cose, e per farlo necessitava della concentrazione del ragazzo.

<<Fammi parlare, per favore>> aveva detto la Serpeverde, gli occhi che mormoravano parole al suo posto: "Ti prego, lasciami dire ciò che devo". James aveva annuito e lei allora aveva iniziato il suo discorso, con il cuore in gola. Non poteva lasciare niente al caso, doveva essere chiara.

<<Certo, parla tu...>>

Liz non si sarebbe mai nemmeno sognata di parlare così, tremante, di fronte ad un ragazzo. Era cambiata in quei mesi: era stato un processo abbastanza lungo, ma anche in quel momento, persino in quel momento, si sentiva mutare.

<<Vedi, io mi sento terribilmente in colpa per tutto quello che è successo oggi. Prima di tutto, non avrei mai dovuto chiederti scusa per ieri sera in quel modo. L'ho fatto sembrare come se fosse un qualcosa di orribile e disgustoso e soprattutto come se l'avessi fatto senza motivo: non è vero. Io... mi sono fatta prendere dal momento. L'ultima cosa che voglio è farti stare male >> aveva deglutito lei, prendendo fiato per un attimo e poi riprendendo <<Per quanto riguarda Finn, invece... sappi che tutto quello che ha detto, per me non ha più valore. Mi dispiace se ti ha provocato, è stata soprattutto colpa mia. È un idiota, e lo sappiamo tutti e due. Per favore, non dargli corda. Ignoralo!>>

<<Sta tranquilla, Lizzie. Ero già nervoso di mio, tu non c'entri niente. E Craig... detto sinceramente, chi se ne frega di quello che pensa!>> il fatto che James stesse cercando di smorzare la tensione era piuttosto evidente. Quello che tuttavia lei non riusciva a capire era perché lo stesse facendo: non poteva soltanto essere sincero con lei?

<<Voglio solo che tu sappia che... io non penso niente di quello che ha detto Finn. Tu per me sei importante, James, lo sei davvero tanto. E non ci tengo a perderti per l'unica cosa che il cervello di quel demente è riuscito a produrre!>> aveva esclamato la ragazza, muovendo le mani freneticamente <<Ti sono troppo affezionata per guardarti andare via senza poter fare niente>>

<<Lizzie, sul serio... non importa, non mi offendo per quello che dice Craig!>> aveva sussurrato Potter, facendole un occhiolino semi-forzato <<E nemmeno io voglio perderti. Siamo amici, Lizzie. Rimarrò qui>>

<<Ci credo, ti credo. Però non posso fare a meno di pensare che se sei arrabbiato un po' è anche colpa mia. Guardami negli occhi e dimmi che non lo è... perché altrimenti non riuscirò a fidarmi di quello che mi dirai...>>

Come previsto, James non era riuscito a mentirle. Non così direttamente. Era troppo buono per provare a fare una cosa del genere con lei.

<<Mi dispiace per quello che ho fatto...>> fece lei.

<<Puoi... puoi solo non scusarti?>>

La domanda di James l'aveva totalmente spiazzata. Non riusciva a capire <<Io... certo... hai ragione, è scortese da parte mia>>

Forse stanco di tutte quelle cazzate, il Grifondoro non era riuscito più a trattenersi. Aveva fatto quello che aveva sognato per tanti momenti, aveva fatto ciò che sperava sarebbe stato il suo ricordo preferito per l'eternità: aveva confessato i suoi sentimenti <<Non l'hai capito, Eliza?>> era raro, di quei tempi, che lui la chiamasse con il suo nome intero.

&quot;James Potter è un bastardo!&quot; [INCOMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora