3| Lizzie, James & the icy stare

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Dopo l'incidente con le more, tutti gli studenti erano stati più attenti del solito a Liz, convinti che in un qualsiasi momento sarebbe esplosa di rabbia.

Meglio prepararsi alle evenienze, dicevano; non andavano mai in giro senza le loro bacchette, come se quello potesse effettivamente fare qualcosa contro tutto il grande potere della strega.

La Serpeverde stessa non sapeva se esserne gratificata. Da un lato le piaceva essere considerata temibile ma dall'altro... dall'altro continuava a ripensare a tutto quello che James Potter le aveva detto. Non poteva evitarlo: era come se quelle parole fossero marchiate nel suo cervello.

<<Ciao Liz>> la salutò Severus, affiancandola a colazione e sedendosi accanto a lei. Afferrò alcune fette di pane e le cosparse di marmellata, porgendone una anche all'amica <<Tutto bene?>>

<<Se ti dico di sì mi credi?>>

<<No>>

<<Allora faccio prima a non risponderti>> proruppe Liz, seccamente <<Questa mattina è cominciata da schifo>>

<<Che è successo?>>

<<Mi è arrivato un gufo da mia sorella>> gli spiegò <<È incinta ed è una femmina>>

Severus ora la guardava con la fetta di pane per metà in bocca e con un sopracciglio alzato. Finì di masticare e poi tornò a parlarle <<E dov'è il problema, scusa?>>

<<Il problema, come lo chiami tu, è che sicuramente a breve mi chiameranno per tornare a casa>> confidò la strega, sospirando e mordendosi le pellicine delle mani <<E non ho per niente voglia di rivedere mia zia. Tu la conosci, è peggio di me. E ce ne vuole>>

<<Forse sarà più clemente stavolta>>

<<Non mi interessa la sua clemenza, Severus. L'ultima volta che ci ho parlato è stato al funerale di mamma e le sue esatte parole per me sono state "Oh, sapevo che una svitata come Isabelle non avrebbe potuto produrre qualcosa di bello". Mi conosci, sai che se c'è qualcosa che detesto è quando le persone toccano mia madre...>> raccontò, le mani che fremevano per la rabbia. Avrebbe volentieri strangolato qualcuno in quel momento <<Per Merlino, se penso di doverla rivedere mi prende un nervoso...>>

<<Distruggere la panca della Sala Grande non è una soluzione, Liz>> le fece notare il mago, impedendole di continuare a massacrare il povero legno.

<<Preferisci che dia fuoco ai mocciosi del primo anno che mi evitano come la peste?>> ribatté Liz stizzita, scuotendo la testa <<Non voglio andarci>>

<<Devi farlo>>

<<No che non devo. Non è obbligatorio>>

<<È tua sorella>> a quella risposta Eliza annuì, seppur non pienamente convinta.

È mia sorella, si ripeté mentalmente.

Aimee Greenway aveva ventidue anni e un cuore così grande e tenero da ricoprire l'intero suolo canadese. Aveva sempre mostrato amore e affetto verso la sorellina minore e ogni volta che poteva andava a trovarla e cercava di abbracciarla o semplicemente starle vicino, era un vero e proprio tesoro.

Si era sposata appena terminati gli studi ad Hogwarts con il suo compagno storico, Mike Hannigan, e avevano deciso di mettere su famiglia. A quanto sembrava, il momento di allargarsi era arrivato.

Vivevano a Canterbury e mentre Aimee lavorava come Auror, Mike faceva lo speaker alle partite di Quidditch (ed era anche un commentatore piuttosto abile).

&quot;James Potter è un bastardo!&quot; [INCOMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora