Capitolo 1 - "Contrast"

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Ci sono bicchieri mezzi vuoti, altri pieni fino all'orlo. E la gente che mi circonda, si sente esattamente così.
C'è chi il senso di vuoto, nonostante le dosi eccessive di alcol ingoiate, non lo digerisce. Allora le persone restano lì, ferme davanti al bancone del Bar, a pensare cosa fare della propria vita, se disfarsi dei propri dolori, o imparare a convivere con essi. Si mettono la testa fra le mani, disorientati, mentre il vuoto dentro di loro si espande e il mondo inizia a crollare sulle loro spalle.

C'è chi invece ha tutto, che di amore e ricchezza, ne è pieno fino all'orlo. Ma quello che hanno, non è mai abbastanza. Vogliono di più, sempre di più.

"Hai d'accendere?" È una donna alta a parlare. Guarda l'uomo vestito in giacca e cravatta, lo osserva, ma non aggiunge altro. Lui, pieno di sé, cerca di rimanere impassibile alla sua domanda, gettando i desideri più peccaminosi in un angolo oscuro della mente. Lei non può, anche se vorrebbe. Ha un volto vissuto, e le leggere rughe che attraversano le sue guance, raccontano, non volendo, di lei. Nasconde le macchie dei propri peccati, dietro strati evidenti di trucco.

Nessuno, in questa vita, è mai contento abbastanza. Forse è meglio avere tra le mani il niente, che avere tutto.

"Quante birre abbiamo preso, fino ad ora?" Estelle appoggia i gomiti sul bancone del Bar, non preoccupandosi affatto dell'incredibile scollatura che ha il suo vestito. Probabilmente lo sa, ma non le importa. Non le è mai importato della sua immagine, figuriamoci dei pensieri altrui.

"Una decina, penso. Chiedi agli altri, poi." Alla mia risposta, alza gli occhi al cielo, stanca della mia freddezza.

"Non essere così antipatico. Non ti sopporto."

"In questo momento, in realtà, non sopporti nessuno." Chiarisco.

Mi fulmina con lo sguardo, e se non ci trovassimo in un luogo pubblico, sono sicuro che mi riempirebbe di parole poco gentili. Questa è la sua passione preferita - ma tra le tante altre, ci sono le sue maschere. Fingere simpatia verso qualcuno  le viene naturale - lo fa con tutti. Ma in realtà, quello che prova e pensa, è l'esatto contrario di quello che lei vuol far credere al resto del mondo.
Ha versato lacrime piene di dolore, fino a ieri. Perché il fatto che il ragazzo con cui stava l'avesse lasciata, la mandava letteralmente fuori di testa.

"Non posso stare senza di lui." Aveva continuato a dire quella sera, mentre il trucco le colava sul viso. Io, nel silenzio, avevo osservato tutta la scena.

Si era fatta abbracciare dalla sua amica, l'unica che aveva in quel momento al suo fianco, l'unica per cui nutriva fiducia.. Anche se quella fiducia, alla fine, era stata slegata tante volte da parte di entrambe.

Non era amicizia, la loro. Erano abbracci robotici, quelli che si davano.

Estelle aveva continuato a piangere e a nascondere il viso vicino al collo della sua amica. Perché mostrarsi nel momento del dolore, se così poteva essere definito, era qualcosa di intimo, personale. Per lei, per il mondo in generale.

"Sei sempre così strano..." Cerca di non pensare ad altro e di focalizzarsi su di me. Ingoia un sospiro, perché ripensare al giorno prima, la destabilizza. Ha il volto e gli occhi delineati da linee sottili invisibili, linee che contengono altre lacrime trattenute, ma che non ha voluto versare.

"Devi solo capirmi." Prendo una sigaretta dalla tasca dei jeans, e la gente continua ad entrare nel locale. Lo sguardo di Estelle si muove velocemente fra le persone, e di ognuno, deve dire il suo parere. Le direi di guardarsi prima lei, ma per non peggiorare la situazione tra di noi, preferisco restare in silenzio. Ha un milione di ciglia finta sugli occhi, e  le labbra che ha contornato con la matita la fanno sembrare più grande di quello che è.

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