Capitolo 5 - fear

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Ross

Sono in auto con Mike da un quarto d'ora e nonostante io cerchi di chiudere immediatamente ogni qualsivoglia tipo di inizio di conversazione, questo qui continua a provare a parlarmi.

Mi ha praticamente obbligato ad uscire stasera e sospetto che ci sia anche lo zampino di Jany di mezzo.

Mi rifiuto di credere che abbiano organizzato tutto all'improvviso.

Vedo l'auto di Janette avvicinarsi al locale, così scendo dalla mia Jeep Cherokee e subito dopo lo fa anche Mike. Si è messo in tiro sperando forse di attirare la mia attenzione.

Beh, ci è riuscito.

Capelli biondi, occhi azzurro cielo e il viso di un angelo. Il perfetto principe azzurro.

Attirerebbe l'attenzione anche con un sacco dell'immondizia addosso.

Aggiungiamoci poi simpatia e intelligenza, e il gioco è fatto.

«Quello è un ragazzo?» domando, notando non appena Janette ci si ferma di fianco che al posto davanti, vicino al guidatore, non c'è Ginevra, ma un ragazzo.

Un essere di sesso maschile che non conosco.

«Così sembra. Se hai qualche dubbio vado a chiedere» non mi applico nemmeno ad ascoltare Mike.

Simpatia. Questa sicuramente non era simpatica.

Faccio il giro della Porsche Macan di questa stronza che mi ritrovo come migliore amica e agguanto la portiera dei sedili posteriori, spalancandola subito.

Vaffanculo. Sembrava strano infatti che non fossimo venuti tutti in una sola auto come al solito.

«Dove cazzo è Ginevra?» alzo la voce, voltandomi verso la responsabile di tutto ciò.

Janette mi sorride con finto fare innocente. «La sta accompagnando Jordan».

Jordan.

Mi acciglio, raggiungendola subito. «Chi cazzo è Jordan?»

Lo sapevo che stava tramando qualcosa, la stronza.

Si crede furba? Avevo specificatamente detto di no alla sua stupida idea.

«Mio fratello. Tranquillo, amico. Quella ragazza è in buone mani» il ragazzo che stava seduto di fianco a Janette mi sta parlando, ma nemmeno lo guardo.

"Quella ragazza" ha un nome.

«Janette, non dovevi farlo».

«Oddio, Ross, per favore. Esageri sempre, stava benissimo!» Mi dà le spalle, avviandosi verso l'entrata del locale con l'intento di ignorarmi.

«Perché non la chiami se sei preoccupato per lei?» Di nuovo Mike che prova a parlarmi.

Però stavolta ha ragione.

Prendo il telefono dalla tasca dei pantaloni e cerco subito il numero di Gin nel registro chiamate.

Non fa però in tempo a rispondermi che la vedo camminare verso di noi, seguita da uno che non ho mai visto. Deve essere quel Jordan nominato da Janette.

«Vieni qua» le porgo una mano, che lei subito stringe, per poi attirarla a me. Mi accenna uno dei suoi sorrisi ammazza-ragazzi e vorrei far sparire quello che ha sul volto Janette.

«"Appuntamento al buio", avevi ragione» mi dice a bassa voce Gin.

«Quando mai non ho ragione?» sussurro, per poi abbracciarla.

𝑺𝒍𝒆𝒆𝒑𝒊𝒏𝒈 𝑩𝒆𝒂𝒖𝒕𝒚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora