Chloe

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Ho un grandissimo cerchio alla testa, ieri notte appena sono tornata a casa, mi sono intrattenuta in una conversazione via Skype con Gioia, Silvia e Vale fino alle quattro del mattino.

Mi mancano tantissimo e Dio quanto vorrei che fossero qui con me!

Mia nonna ha fatto irruzione qui a casa nostra dalle sette del mattino non facendo altro che parlare male di nonna Esther e della sua famiglia, non capisco perché ce l'ha tanto con loro e cosa le hanno fatto per meritarsi tutto questo odio da parte sua.

«Adesso basta e da più di un'ora che mi parli male della famiglia Cole» sbotta la mamma seccata, «e sei pregata di non parlare così di loro come se non fossero umani soprattutto adesso che Chloe è a casa».

«Quella donna è un brutto esempio per tua figlia, l'ho vista fumarsi una canna proprio davanti a lei».

«E allora?».

«Come allora? Jeane quella si droga, ti sembra per caso una cosa da niente?».

«Mamma ascoltami è vero che Chloe dato la sua età, potrebbe essere come dire influenzabile, ma stai tranquilla che la mia bambina non sa nemmeno cos'è una canna e mai la proverà».

«Non esagerare adesso!» dico irrompendo nella stanza. «So benissimo cos'è una canna e conosco anche tutte le altre merde che circolano in giro...».

«Hai visto? Ora dice pure le parolacce, oh mio Dio mi sento male!».

«Dicevo che conosco tutte le droghe dalla più leggera a quella più pesante, ma sono d'accordo con te mamma sul fatto che non mi è mai passato per la testa di farne abuso anche perché non ho nessuno motivo valido per farlo» poi inizio a scherzare sulla mia malattia e a nonna non le piace nemmeno che faccia quello.

Oh a questa donna non le va mai bene niente!

Il campanello suona e la nostra domestica fa accomodare Destiny che saluta con educazione mia nonna stringendole la mano e noi con un bacio sulla guancia.

«Oh stavamo proprio parlando di te tesoro» fa la mamma con un sorriso tirato, «dicevo a mia madre che ti manca un altro anno per laurearti».

«Sì però non mi hai detto in cosa».

«Letteratura signora» risponde Desti timida.

«Oh meno male che tu ti salvi da quei trogloditi dei tuoi familiari».

«Come prego?».

«Tesoro tranquilla mia madre stava scherzando» fa la mamma lanciando uno sguardo torvo verso la nonna e lo stesso faccio anche io.

«A me non mi sembra Jeane».

L'afferro per mano e la conduco al piano superiore, ma purtroppo le urla della mamma e gli insulti imperterriti della nonna sulla sua famiglia, la fanno scappare via in lacrime. Cerco di raggiungerla, ma non ci riesco perché è già entrata nella sua macchina e l'unica che posso fare è seguirla in motorino.

«Desti fermati!» urlo, ma lei accelera sempre di più, accelero anche io e finalmente riesco a tagliarle la strada costringendola a rallentare.

«Ma sei impazzita per caso? Stavo quasi per ammazzarti!».

«Volevo parlarti, ma tu non mi hai lasciato il tempo di farlo, mi dispiace Desti se ho una nonna così stronza...».

«No ha ragione lei, la mia famiglia non è degna di allacciarvi nemmeno le scarpe e noi apparteniamo a due mondi diversi».

Questa volta sono io ad interromperla, ma lo faccio stringendola a me per poi baciarla su quelle labbra che ho tanto bramato, Desti mi spinge via con tanto di occhi sgranati e il viso pallido rigato dalle sue lacrime, indietreggia spaventata rientrando nella sua auto.

La lascio andare via senza riprovare a fermarla, sferro un pugno contro il muro facendomi sanguinare le nocche delle mani per poi lanciare un urlo contro il vento.

LA RAGAZZA DEI MIEI SOGNIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora