Dean

154 154 68
                                    

Jeane Blanch è una donna con le palle!

A differenza di mio padre, lei almeno ha avuto il coraggio di raccontare la verità a Chloe violando perfino il contratto di riservatezza.

Quando torno a casa, trovo la macchina di mio padre parcheggiata di fronte al vialetto e sinceramente affrontare di nuovo questo argomento con lui mi fa ritornare il malumore.

MA DEVO FARLO!

«Dean che cosa ci fai qui dentro? Esci immediatamente da qui!» mi aggredisce non appena metto subito piede dentro il suo studio.

«Allora spiegami che cazzo significa questo!» dico scagliandoli furiosamente la cartelletta sotto il naso e all'improvviso lo vedo impallidire.

«Come ti sei permesso a ficcanasare in cose che non ti riguardano?».

«In cosa che non mi riguardano eh?» urlo. «Se tu fossi stato attento forse io non avrei mai scoperto queste cose e adesso spiegami perché hai le foto di Chloe visto che non ti è mai interessato conoscerla e farle da padre».

«ESCI FUORI DA QUI SUBITO DEAN!» sbraita alzandosi di scatto indicandomi la porta con il dito è chiaro che è stato colto in fallo e dopo tutti questi anni non sa cosa dire perché a Chris Blake le parole gli escono solo quando deve dire cattiverie.

«Va bene me ne vado stai tranquillo ma prima di andarmene, devo dirti una cosa: come padre hai fatto sempre schifo e mentre io cercavo approvazioni da te, tu non facevi altro che criticarmi in qualsiasi cosa anche quando ho deciso di diventare un giocatore di baseball professionista. Non sei stato mai fiero di me perché a te l'unica cosa che interessa è farmi diventare a tua immagine e somiglianza, beh mi dispiace che le cose non siano andate come avevi previsto e sai perché? Perché io sono contento di essere me stesso, di avere degli amici che mi vogliono bene e una sorellina che nonostante tutto quello che è successo, è felice di avermi nella sua vita. Non diventerò mai un uomo subdolo, manipolare e narcisista come te. FAMMI UN FAVORE STAI LONTANO DA LEI O DOVRAI FARE I CONTI CON JEANE».

Gli volto le spalle e mi dirigo in camera mia fiero di me stesso, erano da anni che trattenevo tutto questo dentro e finalmente mi sono tolto questo peso.

Me ne andrò via da qui domani anche perché adesso sono troppo stanco per mettermi in viaggio, per fortuna tempo fa ho acquistato un appartamento al centro di Los Angeles se no avrei dovuto trovarmi una sistemazione da qualche mio amico.

Il mattino seguente dopo essermi fatto una bella doccia, prendo le ultime cose che mi servono e mentre mio avvio verso l'uscita, trovo mia madre che senza preavviso mi molla un sonoro ceffone sul viso talmente forte da farmi girare la faccia.

«Dopo tutto quello che tuo padre ha fatto per te lo ringrazi così? Questa mattina appena ci siamo svegliati, mi ha raccontato tutto e la colazione mi è andata di traverso, come hai osato invadere la sua privacy e accusarlo di non essere un bravo padre».

« E dimmi che cazzo ha fatto nella sua fottuta vita per me a parte quello di criticarmi sempre in qualsiasi cosa io faccia? Nascondermi l'esistenza di una sorella?».

«Quella puttanella della Blanch non doveva interferire con la nostra vita!».

«Jeane era stata ingannata, le aveva detto che voi due vi sareste separati».

«Ma falla finita Dean! Questo è quello che sicuramente ti ha raccontato quella per farti ammorbidire».

«E sentiamo come sono andata le cose allora eh? Non credo che una donna ricca e intelligente come Jeane Blanch volesse qualcosa da parte di un semplice imprenditore come papà».

«Tuo padre ha fatto un grosso sbaglio è stata lei a provocarlo».

«Sai qual è il tuo sbaglio invece? Che credi a tutto quello che dice lui» dico facendo un sorriso amaro scuotendo la testa, «tu sei talmente accecata dal suo amore che non ti rendi conto di quello che ha fatto ma se a te ti sta bene...» le volto le spalle senza degnarla di uno sguardo.

«Vattene e non farti più vedere!».

«Calma, calma! Me ne sto andando via mamma ammesso che tu lo sia veramente».

«Ragazzino non osare parlarmi in questo modo chiaro? Da ora in avanti non sei più mio figlio!».

«Tranquilla era quello che volevate tu e il tuo caro maritino no?».

«Sparisci!» urla.

«Ehi non urlare o ti si faranno le rughe in faccia come la brutta strega che sei» e dopo aver detto questo, finalmente lascio quella che non è più casa mia anzi se devo essere onesto non lo è mai stata.

LA RAGAZZA DEI MIEI SOGNIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora