La follia di Samael (parte I)

239 31 6
                                    

L'altro tacque e Jareth si alzò, l'espressione soddisfatta. Poi sparì, lasciando il fratello tremante, ma sollevato. Era ancora vivo.

Morgana e il Vecchio si trovavano seduti nel Giardino interno del suo palazzo. Fissavano entrambi davanti a loro, entrambi anche troppo consapevoli dell'altro.

Morgana inspirò a fondo. Poi fece per parlare, ma subito richiuse la bocca, aggrottando le sopracciglia. Il Vecchio, che la conosceva da quando era nata, capì che qualcosa la turbava profondamente, ma sapeva di non doverle fare pressione. Nonostante fosse sempre vitale e piena di energia, Morgana era una persona profondamente riflessiva, assorbiva qualsiasi informazione, teneva a mente qualsiasi dettaglio e la sua mente era estremamente acuta.

Ancora un sospirò. Poi Morgana guardò le proprie mani. "Samael non c'era" disse.

Il Vecchio sospirò, annuendo. L'assenza di Samael poteva significare molte cose, nessuna delle quali positive. "Samael è parte del Giardino."

"E nemmeno il Giardino si è presentato, giusto?" disse Morgana pensierosa.

"So che ti sei fatta un'idea, parla dunque."

Morgana alzò lo sguardo sopra di lui, uno sguardo ferito. "Credo che Samael sia libero. Libero per il Giardino. Se non lo è, lo sarà presto."

Il Vecchio annuì lentamente. Lei continuò. "Credo che in qualche modo il controllo del Giardino si sia allentato. Credo che Samael abbia approfittato di questa debolezza e credo che Mica non lo sappia."

"Cosa pensi di fare?" chiese calmo il Vecchio.

"Tu lo sai, vero?!" chiese Morgana "Tu sai cosa sta succedendo."

Il Vecchio scosse la testa mestamente. "No, Morgana, non lo so. Ma lo temo."

Entrambi si girarono di istinto. La realtà si aprì e da un varco li raggiunse Jareth. Morgana si alzò, avvicinandosi a lui e lasciandosi abbracciare. Poi Jareth raggiunse il Vecchio, stringendogli la mano e abbracciandolo brevemente.

"Jareth" sorrise il Vecchio "hai scoperto cosa sta succedendo?"

Lui fece un sorriso sghembo. "Certo. E non vi piacerà."

"Ma pensa tu. Non lo avrei mai detto" borbottò Morgana.

"Piccola Morg, cosa è successo? Perché siete qui e non nel Giardino?" chiese accigliato.

Il Vecchio fece un cenno a Morgana, che sospirò. "Siamo andati nel Giardino, come avevamo detto, ma non si è presentato" Jareth si accigliò "e Samael non c'era."

Jareth a quel punto si scurì. "Cosa intendi con Samael non c'era? Samael è sempre presente nel Giardino."

"Non c'era, ti dico! Quando arrivo, Samael si presenta sempre, come anche il Giardino, ma non è successo. Il Giardino non c'era e Samael non era lì. E intendo che non era nella bolla."

Jareth inspirò a fondo, poi i suoi occhi si fecero neri e profondi come l'abisso. "Non qui" disse il Vecchio severo "qui non ti è concesso e lo sai."

Il Demone Sovrano annuì, riprendendo il controllo. "È stato Sauro" disse poi severo "dove sono Gabriel e Cohan?"

"Con Tajine a studiare i pozzi di confino" rispose secco il Vecchio.

"Ragigungiamoli. Ho qualcosa da dirvi. Da parte del Padre."

Entrambi lo guardarono sbalorditi. "Il Padre?" mormorò il Vecchio.

Jareth annuì, dirigendosi all'interno. Morgana alzò gli occhi al cielo.

"È bello vedere che alcune cose non cambiano mai" sorrise enigmatico il Vecchio.

Morgana alzò gli occhi al cielo per la seconda volta. "Vecchio, ti prego, non ti ci mettere anche tu."

NERADove le storie prendono vita. Scoprilo ora