Infine il Sonno

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"Andiamo ora. Abbiamo degli Angeli da spaventare e dei demoni da combattere."

Gli uomini la seguirono in silenzio, già concentrati su ciò che sarebbe stato e su ciò che avrebbero dovuto affrontare. Conro si stava concentrando sul suo potere, come gli aveva insegnato Axa. Stava radunando il suo senso di sé, la consapevolezza del suo essere.
Sperava di essere all'altezza delle aspettative di Morgana. All'inizio non lo convinceva, ma con l'affinarsi delle sue capacità, aveva percepito cosa era.

Aveva sentito Morgana e, in un certo senso, era sicuro che quando se ne fosse andata, lui si sarebbe sentito più vuoto.
Morgana si girò verso di lui facendogli un sorriso e ammiccando. Lui la indicò imbronciato.
Entrarono nella sala nel silenzio più assoluto. I Cacciatori erano tutti tesi a capire cosa stesse succedendo e chi fosse la donna che era entrata con il loro capo e che adesso stava salendo sul palco.

Morgana guardò attentamente la sala, sembrò scrutare i loro volti uno per uno. Si girò guardando Conro, che annuì.
"Cacciatori" esordì "il mio nome è Morgana, Guardiana di Nera ed esecutrice del Suo volere. Vi state chiedendo cosa stia accadendo e perché siate qui" tutti assentirono "voglio essere onesta con voi, quello che avete sentito è vero: non si tratta di semplici vampiri, ma di creature di gran lunga più pericolose."
Nella stanza calò il gelo, fino a che qualcuno alzò timidamente la mano. Lei annuì.
"Signora, non ho... non ho ben capito lei chi sia e... se non sono vampiri, cosa sono?"
Lei sospirò. "Non posso dirvi esattamente chi io sia, mi spiace. Ciò che posso dirvi è che sono qui per aiutarvi."
"Aiutarci come?" esordì uno degli angeli in prima fila.
Micael si alzò, livido in volto, ma lei lo fermò.
"Quelli che andrete ad affrontare, sono demoni. Non esattamente quelli delle vostre credenze popolari, ma demoni."
Lui la guardò beffardo. "I demoni non esistono."
"Lo dicevano anche dei vampiri, eppure tu vivi per combatterli. Ciò che Joris vi ha inoculato, sono io che ve lo ho dato ed è ciò che forse potrà salvarvi la vita."
Tutti guardarono Joris. L'uomo si alzò con calma. "La matrice che vi ho inoculato, mi è stata data dalla Guardiana. Non avevo mai visto una cosa simile. È estremamente potente e totalmente compatibile con la nostra specie."
"Cosa intendi per demoni?" chiese un Angelo dai lunghi capelli rossi, che ricordava molto Mordred.
"I demoni sono forme molto potenti. Sono creati per combattere, con l'unico scopo di uccidere. Alcuni sono antropomorfi, altri zoomorfi, dipende. I più pericolosi sono gli Erranti, poiché sono veri e propri guerrieri e amano il sangue. Manderanno loro."
La donna annuì e fece saettare lo sguardo su Mordred.
"Sono sciocchezze" sbottò l'Angelo di prima "nessuno ha mai visto uno di questi demoni! Nessuno ne ha mai parlato, come è possibile che appaiano così all'improvviso? E cosa ci dice che non sia stata tu a portarli qui?"
"Silenzio!" tuonò Micael Volkov zittendo l'aula intera "Io ho visto quelle mostruosità! Ho visto il loro Padrone e la sua ombra era morte! Morgana è la nostra unica speranza di salvezza, è venuta qui, portandoci una matrice che ci rendesse in grado di difenderci. Non era obbligata, poiché lei non appartiene al nostro mondo, eppure eccola qui, davanti a voi! A combattere al nostro fianco! E tu la insulti in questo modo?"
L'angelo serrò la mascella, ma non disse altro.
Morgana guardò verso Conro.
- Devo mostrare loro la verità? -
- Le loro menti non capiscono. Avvertono l'urgenza e capiscono che c'è qualcosa di diverso. Empati e Lettori non hanno problemi, ma... -
"Vi do una scelta: fidarvi della nostra parola, o lasciare che io vi mostri la verità."
Si alzò un mormorio, mentre lei aspettava calma che decidessero.
Micael si avvicinò. "Questo è inconcepibile!" ringhiò.
"Hanno paura, Micael. Si aspettavano dei vampiri e io dico loro che in confronto a ciò che si troveranno davanti, i vampiri sono la Pimpa delle creature delle tenebre."
Micael la fissò un attimo interdetto, poi scoppiò a ridere, facendo trasalire i presenti, che lo fissarono sconvolti. Micael Volkov non rideva. Mia. Accennava dei sorrisi riluttanti, ma ridere!
Quando si rese conto di avere tutti gli occhi addosso tornò serio.
"Avete deciso?" chiese secco.
L'Angelo si alzò, come Morgana aveva previsto. "Io voglio vedere."
Micael lo guardò severo. "Lo hai chiesto tu, figliolo. Mi dispiace."
Vide il dubbio passare negli occhi dell'Angelo, ma Morgana era già davanti a lui, gli aveva afferrato la testa e unito le loro fronti.
"E allora guarda" disse, sparendo con lui.
"Cosa... cosa?" esclamarono dei cadetti.
"Dove è?" - "Generale Volkov, dove lo ha portato?" - "Cosa sta succedendo?"
Ma in un battito di ciglia i due erano ricomparsi davanti a loro.
L'Angelo crollò a terra, sostenuto da Morgana. Era pallido, sconvolto, tremava da capo a piedi ed i suoi occhi erano pieni di lacrime.
"Oh dio... oh, mio dio..." guardò Morgana aggrappandosi alle sue braccia "cosa era? Cosa era, in nome di dio? Quell'odore e..."
Morgana lo strinse a sé. L'uomo non smetteva di tremare e tutti guardavano la scena in silenzio, spaventati dalle condizioni del compagno.
"Va tutto bene, sei qui. Siamo qui, quello che hai visto era il passato. Quelli che hanno cercato di toccarti erano Erranti."
Lui sgranò gli occhi. "Qu-quelli? Erano quelli?"
Lei annuì. Micael si avvicinò e Joris gli iniettò un tranquillante nel collo. Lo aiutarono a sedersi.
"Cosa è successo?" chiese l'Angelo che aveva parlato in precedenza.
"Mostrarlo a tutti potrebbe essere controproducente" disse onesta Morgana "come potete vedere, ci vuole un po' per riprendersi, ma voglio che capiate che io non sto mentendo e non sto esagerando. Sapete già che i mostri esistono, perché combattete i vampiri da sempre, ma questi mostri sono più forti, più crudeli e più affamati. Per questo vi ho potenziato. Per questo sono qui. Non permetterò che vi venga fatto del male. Non posso salvarvi tutti, lo sapete anche voi. La guerra ha le sue regole e i suoi morti. Ma posso lottare al vostro fianco, finché mi sarà concesso."
"Cosa intendi?" chiese ancora l'Angelo.
Micael si fece avanti, la somiglianza ora era innegabile. "Morgana non appartiene al nostro mondo, non ne segue le regole. È qui per aiutarci, ma se sarà... diciamo richiamata indietro, non potrà opporsi in nessun modo. Ha fatto più di ciò che le era stato detto."
"Capisco" disse allora l'Angelo "in tal caso ti ringrazio, Morgana."
"Prego, farò il possibile" le sorrise sincera.
Tornarono poi sul palco, lasciando Joris con l'Angelo a cui Morgana aveva mostrato a cosa sarebbe andato incontro, ancora piuttosto provato.
"Conro vi farà provare, in maniera meno intensa, i sentimenti che ha provato il vostro compagno quando gli ho mostrato la realtà di ciò che vi troverete davanti."
Conro la guardò preoccupato, ma lei gli porse la mano. Lui sospirò di sollievo, chiuse gli occhi, si concentrò sull'uomo e poi ne condivise le sensazioni con tutti gli altri.
In pochi secondi si alzarono gemiti di terrore in tutta la sala, qualcuno scoppiò a piangere ed altri invece boccheggiavano increduli. Morgana strinse la mano di Conro e lui interruppe la condivisione.
Gli sguardi di tutti passavano da lui a Morgana. "Ora avete capito?" chiese pacata.
Tutti annuirono. Lei li guardò soddisfatta.
"I cadetti di settimo resteranno nel primo cerchio della Lega. I cadetti di Ottavo saranno la prima linea di difesa. Gli Angeli e le loro squadre saranno sul territorio, nei cerchi esterni alla Lega. Le torri saranno guardate dalle mie Ombre, che affiancheranno anche le squadre degli angeli."
"Ombre?" chiese qualcuno.
"Ombre" confermò Morgana, mentre dalle ombre della sala uscivano i suoi guerrieri. Ci furono esclamazioni di sorpresa e i soldati furono guardati con sospetto.
"Questo è il mio esercito, l'esercito delle Ombre, e combatteranno all'esterno, in prima fila contro i demoni. Diciamo che siamo abituati a trattare con loro."
"E lei, Morgana?" chiese qualcun altro.
"Io? Io cercherò di arrivare alla breccia, per chiuderla e impedire ad ulteriori demoni di entrare. Adesso basta domande e..."
Ma un rumore assordante invase la sala costringendoli a tapparsi le orecchie. Gli unici a non farlo furono proprio Morgana e le sue Ombre.
"Dannazione, speravo di avere più tempo!" ringhiò.
"Che cosa è questo suono terribile?" urlò Micael coprendosi le orecchie.
"È la breccia! La vostra realtà si sta squarciando!"
"COSA?" urlò sconvolto.
"Stanno strappando la vostra realtà in un punto, che noi chiamiamo Breccia, creando un passaggio da un'altra realtà alla vostra."
"Ma che cazzo..." disse Conro.
Morgana sorrise. "Sei il mio preferito, credimi!" esclamò divertita.
"Cosa dobbiamo fare?" urlò Mordred.
Ma Morgana non rispose, alzò le mani al cielo, i suoi occhi divennero dorati e la sua figura iniziò ad illuminarsi debolmente. Stava parlando, quello lo potevano vedere tutti, ma quasi non sentivano le sue parole, né comunque le capivano. Ad un certo punto, Morgana portò le mani davanti a sé e dalle ombre, qualcosa di indefinito iniziò a strisciare verso di lei, e man mano che si accorpavano in una sfera davanti a lei, il rumore andava scemando.
Ad un certo punto, ci fu solo silenzio, Morgana Ridusse la sfera alle dimensioni di una biglia, poi la rinchiuse tra le mani, dalle quali si sprigionò una luce intensa che gli indusse a chiudere gli occhi.
Quando li riaprirono, tutto si era placato.
"La Breccia è stata aperta. È il momento di muoversi."
Nessuno ebbe il coraggio di chiederle cosa avesse fatto, ma tutti eseguirono il suo ordine, uscendo ordinatamente dalla sala. L'uomo che la aveva sfidata le si parò davanti.
"Mi spiace, signora. Non volevo... non so cosa volessi, onestamente. Forse non volevo credere alle sue parole. Ma le assicuro che non farò più lo stesso errore."
Morgana gli sorrise e gli strinse la mano. "Sei un uomo molto coraggioso Norden" lui sussultò a sentire il proprio nome "io vedo il tuo cuore e credo che sarai un grande esempio per i tuoi colonnelli e per i cadetti. Va adesso."
Lui sorrise teso e si congedò. Morgana guardò Volkov. "Ha perso la sua compagna da poco. Come mai è operativo?"
Se fu sorpreso, Micael non lo diede a vedere. "I due figli sono cadetti di settimo grado. Ha superato i test psicologici, anche se è ovvio che ha delle difficoltà. Ma è in grado di combattere ed è bravo nel suo lavoro, anche come istruttore."
"So che lo è, mi chiedevo perché non fosse in congedo per la perdita, ma ora capisco. Bene, signori, andiamo" si girò verso Micael, Mordred e Conro "voi e le vostre squadre siete con me."
Detto questo, aprì un varco nel nulla e li invitò ad entrare.

****

La prima cosa a colpirli fu l'odore.
Volkov lo riconobbe subito. Era l'odore della sua visione. "Demoni" mormorò.
Avevano tutti le armature attivate, erano usciti preparati dal varco, o così credevano, fino a che non si erano trovati davanti quell'orrore.
Lì non c'erano altri Cacciatori, solo una massa brulicante di demoni che si riversava da una slabbratura nel nulla. Esattamente così: nel mezzo dell'aria, uno squarcio dava su un'oscurità così profonda da non sembrare reale. E da quell'oscurità si riversavano creature disgustose, antropomorfe o meno.
"Merda..." mormorò flebile Conro.
"Lo so" disse Morgana accanto a lui "teneteli occupati mentre cerco di ridurre la breccia."
"Occupati? Come?" esclamò Mordred.
"Tu Mordred, mostra il Messaggero, usalo per prosciugare la poca energia vitale che hanno. Per te sarà uno scherzo, credimi. Conro tu proteggi i tuoi compagni con delle sfere psichiche e tira fuori tutto quello che hai. Puoi ferirli, devi indirizzare il tuo dono come ti ha insegnato Axa. Concretizza le sensazioni."
Conro e Mordred annuirono, quest'ultimo liberò il Messaggero e gli occhi di Conro divennero completamente bianchi, mentre creava intorno ai suoi compagni una protezione il più efficace possibile.
"Micael, tu e la tua squadra agite come se fossero vampiri, avete delle armature speciali, specie la tua."
"E tu come farai?"
"Io li distruggerò" sorrise lei, mentre la sua pelle diventava completamente bianca come la matrice più pura e si ricopriva di simboli dorati, così come dorati erano i suoi occhi.
"Oh, cazzo..." sentì dire da Conro.
"Demoni!" esplose la sua voce "io sono Morgana di Nera, vi ordino di lasciare questo piano, pena la vostra distruzione totale. Dissiperò le vostre essenze per sempre."
Per tutta risposta, dei demoni si lanciarono contro di lei, dalle cui mani eruppero fasci di luce che li polverizzarono all'istante.
"Ma allora fai da sola, cazzo!"
"Conro, perdio!"
"Scusa Mordred, ma ammetterai che..."
Poi furono sommersi dai demoni e non ci fu più spazio per parlare.
Morgana si fece spazio fra i corpi e le ceneri dei demoni, ma la breccia era la più grande che avesse mai visto, faticava a contenere i demoni e ad arrivarci. Non era nemmeno sicura di poterla chiudere.
- Maledetto te, Sauro! Se scoprissi mai come ucciderti... -
In quel momento sentì qualcuno chiamare il suo nome.
"No..." mormorò "no, ti prego, non ora!"
Accanto a lei apparve Gabriel. "Mi manda il Padre" disse solo.
"Non ora, è troppo presto! Devo chiudere la breccia!"
"Stanno arrivando il Maestro Saafa e Fiamma, ci penseranno loro. Tranquilla."
"I ragazzi.." tentò Morgana, mentre la sua forza scivolava via e la voce di Nera si faceva più forte.
"A loro penserò io, te lo prometto, ma devo portarti su Nera."
"Gabriel..." soffiò Morgana prima di chiudere gli occhi.
Finalmente il Sonno era giunto.

Nella sala del suo palazzo, Jareth sorrise soddisfatto, i canini bene in mostra, gli occhi brillanti di aspettativa. Stava vedendo tutto attraverso la cupola. Aveva visto il momento esatto in cui Morgana aveva ceduto al Sonno. Quel maledetto Angelo la aveva presa in braccio ed era sparito.
Dio, quanto lo detestava. Odiava che toccasse la sua Morgana e... si irrigidì. Da dove veniva quel pensiero?
Si alzò repentinamente, facendo nascondere Sauro e Agnot. Il suo sguardo era carico di rabbia.
"Samael, non cascherò nella tua trappola" ringhiò alla sala, aprendo ferite sulla pelle dei suoi fratelli "vengo a prenderti, Guardiana."
Morgana era nel Sonno e lui la avrebbe uccisa.

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