"Tu lo sai come è fatta, perché non la tenevi per mano?" bofonchiò Cohan.
"Per lo stesso motivo per cui non lo facevi tu, principino, perché ti avrebbe trascinato con sé. Muoviamoci o qui succede un casino" sbottò seccato Gabriel.
Morgana seguì silenziosa e veloce l'angelo, consapevole di essere seguita a sua volta da Gabriel e Cohan. Salì su un albero muovendosi agile di ramo in ramo, restando nascosta fra le chiome degli alberi. Improvvisamente l'angelo si fermò guardandosi alle spalle. Morgana si immobilizzò accucciandosi di più.
L'angelo socchiuse gli occhi, stavolta guardandosi intorno attentamente. Morgana sentì un fruscio vicino all'angelo e subito dopo vide uscire Gabriel, seguito da Cohan.
Il Trono squadrò Gabriel da capo a piedi. "Gabriel, cosa ti è successo? Le tue ali sono diverse."Il suo Gabriel si irrigidì, pensando a come rispondere, ma l'altro lo precedette.
"Tu non sei Gabriel" poi si corresse "tu non sei questo Gabriel. Da quando vieni?" chiese aggressivo.
Gabriel scosse la testa, ma non disse niente.
"Non puoi dirmelo, certo" proseguì l'altro "ma se sei qui e non appartieni a questo quando, vuol dire che qualcosa non va nel futuro. Non posso sapere cosa, ma evidentemente mi riguarda, dato che sei qui davanti a me con un Ombra" disse indicando Cohan con un cenno della testa.
Nel frattempo, Morgana ascoltava tutto dal suo nascondiglio, era certa che Gabriel e Cohan fossero usciti allo scoperto per permettere a lei di agire. Ma cosa avrebbe potuto fare? Quell'angelo era un Trono. Forse non era forte come Jareth, ma quasi. Cosa poteva fare lei?
Usa l'ombra – le suggerì la sua vocina – lui viene dal Padre, ma è pur sempre un angelo. E nell'Ombra non può entrare.
Morgana annuì fra sé e sé, aveva bisogno che Gabriel distraesse abbastanza l'altro angelo da poterlo sorprendere alle spalle.Angelo, posso portarlo nell'Ombra, ma ho bisogno che tu lo distragga abbastanza affinché abbassi la guardia. Comparirò alle sue spalle e lo porterò nell'Ombra con me – comunicò a Gabriel.
L'angelo non cambiò espressione, ma Morgana seppe che aveva capito, perché parlando iniziò a spostarsi verso destra, portando l'altro a seguire i suoi passi.
"Mi spiace dirlo, ma hai ragione. Sono qui per te, ma non nel modo in cui pensi."
"Intendi dire che non sei qui per fermarmi, permettendo così a Jareth e Samael di raggiungermi?" disse beffardo.
"Come sei fuggito?" chiese Cohan a bruciapelo attirando la sua attenzione, mentre Morgana ormai era quasi sopra di lui.
"Cosa?" chiese l'angelo confuso.
"Hai detto che sei fuggito a Jareth e Samael, ma come hai fatto? Vi abbiamo visti, stavate combattendo e tu eri praticamente con le spalle al muro."L'altro esitò un attimo. "Io... mi sono girato e sono fuggito e" si fermò, accigliandosi.
"E?" lo incalzò Cohan.
"Io non sono fuggito, però sono qui" mormorò l'altro confuso.
Fu in quel momento che alle sue spalle si aprì un varco. L'angelo si girò, trovandosi davanti una ragazza dai lunghi capelli ricci, il corpo ricoperto di simboli angelici e gli occhi di un viola impossibile, che lo afferrò saldamente a sé, trascinandolo nel buio.
L'Ombra si chiuse intorno a loro, lasciando a Gabriel e Cohan solo l'eco dell'urlo di agonia dell'angelo. Gabriel chiuse gli occhi e abbassò la testa. La morte di un fratello, anche un fratello che non doveva essere, era sempre dolorosa per lui.
Sentì Cohan posargli una mano sulla schiena in segno di conforto. "Mi spiace, Gab, so che ti fa soffrire."
Lui annuì, ringraziandolo silenziosamente. Morgana ricomparve davanti a loro, nuovamente sé stessa. Ogni simbolo era sparito e i suoi occhi non erano più quelli della Berserk.
"Mi spiace" disse anche lei a Gabriel.
L'altro sorrise timidamente, poi si guardò intorno. "Jareth?" chiese alla Guardiana.
Lei si accigliò. "Ora che me lo fai notare, non lo sento. Non so dirti dove sia."
"Non possiamo andarcene senza di lui" sospirò Cohan "non abbiamo concordato il prossimo snodo."
Morgana si passò le mani fra i capelli, lasciandole poi incrociate dietro la testa. "Non possiamo nemmeno restare qui. Non è il nostro quando, rischiamo di comprometterlo con la nostra presenza. Se qualcuno ci vedesse..." lasciò il discorso in sospeso.
"Ci sono sempre gli alberi" disse schernendola Cohan "possiamo fare come te e giocare a fare Tarzan."
Lei lo fulminò, ma doveva ammettere che alla fine poteva funzionare. Sentirono un rumore alla loro destra e si nascosero velocemente nel folto dei cespugli.
Apparve Jareth nella sua forma demoniaca. Non era sicuramente un bel vedere e le ali oscure che sembravano divorare la luce intorno a esse non aiutava. Anche il sangue che scorreva sopra la pelle non era il massimo.
"So che ci siete. Uscite" ringhiò. Morgana e Gabriel fecero una smorfia infastidita, e Cohan soffocò un'imprecazione quando si accorse di star perdendo sangue dal naso.
"Scusa, Cohan" sorrise gentile.
"Con lui ti scusi, eh?" borbottò Gabriel, facendo sollevare un sopracciglio malizioso al Demone.
"Non voglio nemmeno sapere di cosa dovresti essere geloso" disse cercando di modulare la voce "ad ogni modo, abbiamo un grande, anzi enorme problema."
"Mi pareva che questo lo avessimo stabilito" rispose Morgana cupa.
"Oh, mia piccola Morg, questo è molto peggio. Vedi, quello di prima aveva le sembianze di un angelo, ma era in parte composto di materia."
I tre lo guardarono confusi. "In parte?" chiese cauto Gabriel.
Il Demone Sovrano annuì. "In parte di materia" sospirò "in parte di fiori del Giardino."
Per un attimo nessuno trovò il coraggio di parlare. Fu Morgana la prima a riscuotersi. "No, aspetta, forse non ho capito bene. Cosa vuol dire fiori del Giardino? No, anzi, come è possibile che si siano mischiati alla materia? Il Giardino non li avrebbe mai dati di sua..." poi si fermò, sgranando gli occhi "Samael?" mormorò atterrita.
Jareth serrò le labbra.
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NERA
ParanormalMorgana. Jareth. Lei è una Guardiana, attualmente anima del pianeta Nera. Lui è il Demone Sovrano. La guerra fra i piani è al culmine. Sebbene la pace fra molti piani sia da tempo stabilita, alcune razze rifiutano quella che loro considerano una for...