Aria di Battaglia

209 25 4
                                    

Agnot capì che quello era un chiaro avvertimento e, sospirando seccato, sparì in un varco.

"Eccoci" disse Morgana indicando davanti a loro, dove Kalima e Gabriel sostenevano un provatissimo Cohan.
Samael serrò la mascella, ma assunse la sua solita espressione fanciullesca. Al contrario quando lo vide, Gabriel sgranò gli occhi incredulo.
Si girò verso Morgana, fissandola truce. "Mi spieghi cosa ci fa lui qui?" sibilò cattivo. Samael non fece una piega.
"Mi sta aiutando" disse lei come niente fosse.
In quel momento Cohan alzò la testa e Samael restò scioccato. La somiglianza era incredibile, se non che a Cohan mancavano la bellezza perfetta insita nella natura di Samael e il suo aspetto angelico.
Aveva i capelli castani, sì, la pelle più abbronzata e gli occhi erano nocciola, ma la somiglianza c'era eccome.
"Il Fiore" sussurrò roco "è un onore conoscerti. Gabriel dice sempre che sei tanto bello quanto perfido. Spero non sia così, o devo chiederti se sia venuto a portarmi via?" sorrise stanco.
Samael restò per un attimo senza parole, poi sorrise. "Assolutamente no. Sono qui perché la dolce Morgana aveva bisogno del mio aiuto. Niente di più, niente di meno."
"E io che pensavo..." tossì forte "e io che pensavo fossi... curioso... quanto... me" disse infine perdendo i sensi.
"Cohan!" lo chiamò Gabriel allarmato.
"È sfinito, riportalo su Nera" disse Samael non offrendosi però di aiutarlo.
Kalima lo guardò male.
Gabriel invece gli sorrise, grato di quel gesto. Se lo avesse toccato, lo avrebbe macchiato. "Grazie, Samael, ancora una volta."
"Sono sempre a tua disposizione" scherzò lui, ma Gabriel e Morgana lessero la tristezza in fondo ai suoi occhi. L'angelo fece ancora un cenno, poi sparì, portando Cohan e Kalima con sé.
Morgana si avvicinò a Samael, intrecciò le loro dita e poggiò la testa sulla sua spalla. "Andiamo?" sussurrò gentile.
Darius guardava tutto, ormai dimenticato da entrambi. Si era poggiato ad una roccia e osservava curioso l'interazione fra i due.
Sembrava che Morgana volesse davvero bene al Fiore Nero. Non che ne fosse affascinata, ma che gli volesse bene. Sorrise, facendo inconsapevolmente un'associazione di idee, che scivolò però subito dalla sua mente.

Samael si girò e sorrise perfido. Era il segnale.
"Morgana, pare che io debba andare" disse impacciato "demoni da dilaniare, posti da distruggere... sai, queste cose qui."
Morgana fissò Samael con gli occhi a mezz'asta. "Siete le persone meno discrete che conosca" poi si girò verso il demone "grazie dell'aiuto Darius, non me ne dimenticherò."
"Oh, l'ho fatto volentieri!" poi chinò leggermente la testa "Fiore..." detto ciò sparì.
"L'hai spaventato! Sei terribile!"
"Non amo dividerti con altri! Ti vedo così poco! Certo, più spesso di Jareth, ma comunque poco!" si imbronciò, tornando a sembrare un adolescente.
Lei scosse la testa. "Samael, devo tornare sul piano cardine."
Lui si fece serio. "Lo so. Credo che sia meglio che ti sbrighi. Sauro non è mai stato paziente."
"Credi che si presenterà?"
Lui sorrise cattivo e Morgana poté vedere il serpente attraverso l'uomo. "Oh, non credo. Sa che se recasse veramente un danno al piano cardine, Jareth porrebbe fine alla sua inutile esistenza."
"Ma i demoni maggiori non possono morire..." disse lei perplessa.
Lui ancora sorrise. "Il Demone Sovrano non può morire" specificò.
"Ma..."
Lui però le mise un dito sulle labbra. "Ora vai, io torno nella mia prigione dorata."
Detto ciò, si fece fumo, sparendo nel tatuaggio del loto.
Morgana restò immobile qualche secondo, poi si riscosse. "Devo andare" disse al nulla, ritirandosi nelle ombre.

****

"Io non ho parole!" sbraitò Sauro nel palazzo "non posso credere..." distrusse una colonna con un gesto stizzito della mano "... che sia ancora sveglia! E ha potenziato i Cacciatori! Potenziato! Con che diritto? Come osa? Lei non-"
"Sauro."
Sentendo quella voce, Sauro si immobilizzò. Si girò lentamente, pallido in volto, trovandosi davanti la figura impassibile di Jareth.
"Fratello" mormorò flebile.
Jareth guardò con disinteresse la colonna distrutta e con un gesto della mano la rese nuovamente integra. Poi si girò verso il fratello, lo sguardo freddo.
"Cosa è tutto questo rumore, Sauro?"
"Niente" mormorò lui.
Jareth si diresse verso il suo scranno. "Voce, Sauro! Solo i vigliacchi e i traditori bisbigliano" lo guardò da sopra la spalla "e tu non sei né l'uno né l'altro, giusto?"
"No" mormorò, per poi subito alzare il tono "No! Assolutamente, non sono nessuna delle due cose, solo che quella donna, quella Berserk!" si fermò, il bel volto contratto dall'ira.
"Calmati, Sauro" disse Jareth, segretamente divertito dalla rabbia del fratello "è raro vederti perdere il controllo, solitamente sono io che mi arrabbio con te. Raccontami, Sauro, cosa può aver rovinato la tua giornata?" chiese sarcastico.
Vide il fratello trattenersi dall'urlare e ciò lo divertì ulteriormente.
"La berserk" disse velenoso "la custode di Nera, ha potenziato gli umani! Potenziato, ci credi?" esclamò sconvolto "è un'ulteriore evoluzione non autorizzata e Lui..."
"Sauro." lo interruppe freddamente Jareth.
Il fratello lo guardò, rendendosi conto di aver alzato la voce e, soprattutto, di aver nominato Lui.
"Ti ho detto più di una volta di non essere così arrogante da presupporre quale sia il Suo volere."
"Ma Jareth..." la sferzata arrivò precisa e potente. Sauro si ritrovò dall'altra parte della grande sala, il viso deturpato e bruciante e il petto aperto e grondante sangue.
"Sauro, dimmi cosa devo fare con te" disse alzandosi lentamente e avvicinandosi al fratello. Sauro indietreggiò spaventato, mentre le ferite lentamente iniziavano a guarire.
"Io non volevo... è solo che..."
"Sauro" ringhiò Jareth "tu devi solo farla stancare, capito? Niente altro! Credi che non conosca i tuoi pensieri?" un ulteriore colpo al viso, le ferite si riaprirono bruciando ancora di più.
"Se scopro che sei intervenuto sul piano cardine, Sauro, se scopro" gli afferrò il volto serrando la mano e lasciando scie brucianti sulla poca pelle sana "che ti sei presentato lì, che ti sei anche solo avvicinato alla mia preda, che hai osato sfiorarla o interferire con gli umani modificati..." lo allontanò con forza, ferendolo ancora una volta.
Sauro lo fissò terrorizzato. Il fratello non lo aveva mai ferito così profondamente. Il dolore era quasi insostenibile. Jareth si chinò ancora davanti a lui.
"Se scopro che hai fatto una sola di queste cose, Sauro, scoprirai il motivo per cui io sono il Sovrano. Scoprirai che ci sono posti da cui nemmeno tu puoi tornare, fratello. Non se sono io a condurtici."
Detto questo, sparì, lasciando Sauro solo, terrorizzato, attonito.
Cosa aveva voluto dire? Lui non poteva morire.
Non poteva. Giusto?

Morgana comparve nel laboratorio di Joris da sola.
"Tutto bene?" chiese subito Mordred, seguito da Conro.
Lei annuì. "Grazie all'aiuto di un caro amico, siamo riusciti a nascondere la sparizione di Cohan, mettendo un suo sostituto all'interno della bolla. Gli erranti riferiranno a Sauro che Cohan è morto e tutto finirà lì."
"E la piccola Bugia?" chiese preoccupato Conro.
Morgana sorrise intenerita. "Per Sauro, Kalima è solo polvere. Non gli interessa, lui ha già ottenuto ciò che voleva ed è sicuro che la Bugia non dirà niente a nessuno, perché sa che lui la distruggerebbe e ne dissiperebbe l'essenza per sempre. Inoltre, crede ancora che lei sia legata a lui" disse indicandosi la fronte.
"E non si è accorto dello scioglimento del legame?" chiese perplesso Mordred.
Lei scrollò le spalle. "Ha così tanti servi e schiavi e ombre legate a sé, che a malapena sa quante e quali sono. Le richiama a comodo, ma non sa chi sono, cerca la natura di cui ha bisogno. Te lo ripeto, per lui sono polvere."
"È terribile" mormorò Conro affranto.
"È Sauro" ribatté lei sorridendo dispiaciuta "l'unica cosa che ama è distruggere. E suo fratello maggiore, ma pare che non sia ricambiato e questo lo porta ancora di più a voler distruggere tutto ciò che tocca."
"Che bella famiglia" sbuffò sarcastico Joris.
Lei rise divertita, poi sospirò. "Mi ha detto quesot mio amico speciale che stanno per attaccare, ma mi ha anche assicurato che Sauro non verrà."
"Quanto è affidabile questo amico speciale?" chiese sospettoso Micael.
"È il gemello del Demone Sovrano."
Ci fu un attimo di silenzio. La guardarono tutti increduli. "Vuoi dirmi che è buono?" esclamò sconvolto Conro.
Morgana rise della sua innocenza. "Oh, Conro, lui rappresenta l'esatto contrario di tutto ciò che è buono. Lui è l'Inganno, é il Serpente."
"Ma allora..." disse confuso.
Morgana sorrise dolcemente, facendogli una carezza e facendolo avvampare. "Il mio amico non ha bisogno di mentire con me. Né vuole che il vostro piano venga distrutto. Anche il male fa parte della Sua natura, e Samael ne è la rappresentazione, perciò non intralcerebbe i piani del Padre più di quanto lo farebbe Jareth. Incredibilmente, la loro esistenza è la nostra assicurazione contro Sauro."
"Sono confuso, ma mi fido di te" disse sincero il ragazzo.
Lei sorrise maliziosa. "Che cambiamento, Conro, non ti sarai innamorato?"
Lui avvampò e sentì Mordred strozzarsi con la saliva. Lei, Micael e Joris scoppiarono a ridere.
"Non è divertente" sbottò stridulo Conro.
"Au contraire, mon ami! Devo contraddirti, lo trovo spassosissimo" disse lei divertita "tranquillo, Conro, non sei il mio tipo e poi siete troppo innamorati" ammiccò e poi si rivolse a Joris, che ancora ghignava.
"I cadetti?"
"Tutti potenziati. Nessun rigetto" rispose lui soddisfatto.
Lei annuì. "Ottimo, preparatevi, credo che il tempo stia per scadere."
"Come fai a saperlo?"
"L'essenza demoniaca sta riempiendo il piano cardine, quindi da qualche parte si è aperta una breccia e i demoni stanno entrando."
I ragazzi deglutirono. Micael disse qualcosa a Lucien, che sparì nel corridoio. "I cadetti di settimo resteranno all'interno del primo cerchio della Lega. I cadetti di ottavo saranno la prima linea di difesa. Le squadre degli Angeli saranno in tutto il resto del piano. Ho mandato Lucien ad allertare anche la Lega a Nord del piano. Non abbiamo mai subito attacchi, ma non sappiamo dove apriranno la breccia e comunque, se avremmo bisogno di rinforzi, saranno pronti."
"Ottima decisione. Per quanto bravi, i cadetti di settimo vanno comunque coperti. Le mie Ombre sono alle torri di guardia, ci penseranno loro a tenerle, di modo che i tuoi Angeli e le loro squadre possano combattere liberamente. Hai spiegato loro cosa si troveranno ad affrontare?"
Micael sorrise come uno squalo. "Ho pensato che avresti preferito farlo tu. Sono tutti riuniti nel salone delle conferenze."
Lei lo fissò truce. "Se non mi stessi così simpatico, Volkov..." lo indicò minacciosa "andiamo, vieni anche tu Conro, voglio che sondi la sala. Voglio sapere cosa pensano i Cacciatori, ma soprattutto gli Angeli."
"Ma non sono esattamente un telepate..."
"Mi servono le tue capacità di empate, perché se mi dirai che non sono convinti, allora dovrò mostrar loro quel che ho mostrato a Micael e mi servi tu per tenerli sotto controllo."
"C-cosa? Sotto cosa? Non sono capace!"
Morgana si girò di scatto, facendolo sussultare. "Conro" disse mettendogli le mani sulle spalle e fissandolo intensamente "tu sei capace di questo e altro, lo sai. Hai solo paura, ma ci sarò io con te. Dove ti sentirai mancare, afferrati al senso di me."
Lui annuì silenzioso. Mordred lo guardò preoccupato, ma non disse niente.
"Andiamo ora. Abbiamo degli Angeli da spaventare e dei demoni da combattere."

NERADove le storie prendono vita. Scoprilo ora