Il pianeta Berserk

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"Apri il portale, Demone Sovrano" disse gentilmente il Vecchio "il pianeta Berserk ci aspetta."

Quando arrivarono sul pianeta Berserk, ciò che videro li lasciò sbalorditi. "Aspetta un attimo" si accigliò Morgana "non è così che dovrebbe essere, sbaglio?"

Si guardò intorno attentamente. I fiori erano neri, così come neri erano i tronchi degli alberi. Le foglie erano di un viola acceso, come gli occhi di Morgana. I rami, i tronchi e anche i fiori erano ricchi di spine e dall'aspetto minaccioso, seppure il loro colore fosse intenso e brillante. Il cielo era anch'esso violaceo, illuminato non da un sole, bensì da una luna dorata e piena.

"Cosa diamine..." mormorò Morgana sconvolta.

Jareth si avvicinò leggero. "Deve essere stata l'onda d'urto" considerò "quando Nera ti ha rifiutata, il tuo sangue Berserk ti ha protetto, ma l'energia che hai dovuto usare è stata tanta e tale da modificare la fisicità del pianeta. Come ti ha detto Gabriel, ha dovuto mettere in stasi i nuovi nati."

"Sì, ma non era così" replicò Gabriel. "Quando ce ne siamo andati, il pianeta non era così, era carico, ma..."

"Perché stava mutando. Hai detto bene, era carico. Carico dell'energia berserk di Morgana, ben diversa ed evoluta rispetto a quella originale che si trovava in quel momento sul pianeta. Ergo: l'energia di Morgana, per quanto estranea, è stata riconosciuta e accettata dal pianeta, modificandone la costituzione" spiegò Jareth.

"Questo potrebbe essere un problema" constatò il Vecchio, indicando poi Morgana "ma anche un vantaggio. Perché adesso, questo pianeta è in piena sintonia con te. Quindi non avrai alcuna difficoltà a trovare i fiori, dato che è certo che ne sia stato lasciato più di uno."

Morgana valutò le parole del Vecchio. Sebbene il pianeta fosse da riportare allo stato iniziale, potevano approfittare di quel piccolo vantaggio che il Fiore aveva loro involontariamente concesso. Fissò l'uomo e annuì.

"Stai attenta" la ammonì Jareth "fai attenzione a non lasciare una traccia troppo evidente di te. È vero, questo pianeta ora è in sintonia con te, ma non dovrebbe esserlo. Cerca di non instaurare una connessione troppo profonda."

Morgana annuì, poi si accosciò, posando una mano sul terreno. Chiuse gli occhi, i simboli ben luminosi sul corpo. Inspirò a fondo, mormorando alcune frasi che solo il Vecchio e Jareth compresero. Lentamente, dal terreno emerse un filamento spinoso, che si avvolse intorno al suo braccio, facendolo sanguinare e costringendola a serrare i denti per il dolore. Ancora inspirò a fondo e le spine si strinsero dolorosamente, aprendole la carne. Morgana annuì, aprendo gli occhi, adesso illuminati dalla Luce del Padre. Il pianeta le stava mostrando uno spettacolo incredibile.

Samael non aveva nascosto alcuni fiori. Samael aveva disseminato il pianeta Berserk di piccoli semi di sé. Tese la mano verso Jareth, che subito la afferrò, aggrottando le sopracciglia e imprecando pesantemente.

"Dannazione!" sbottò.

"Cosa succede?" chiese allarmato il Vecchio, mentre Gabriel e Cohan si fissavano confusi.

"Samael ha disseminato l'intero pianeta di piccoli semi neri" sputò velenoso. "L'unica cosa da fare sarebbe resettare il pianeta e lui sa, Samael sa che ci vorrebbe moltissimo tempo."

"A meno che..." lo invitò il Vecchio.

Lui serrò la mascella furioso. "A meno che io non intervenga direttamente."

"Cioè?" chiese Morgana confusa, mentre il filamento si ritirava nel terreno, portando con sé un po' del suo sangue.

Jareth sospirò. "Il pianeta Berserk è stato creato dal Padre, ma c'eravamo anche io e Samael" deglutì "in realtà l'ho costruito quasi interamente io. Il fiore che tieni accanto al letto? È stata una mia creazione."

NERADove le storie prendono vita. Scoprilo ora