Preparazione (Parte II)

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Jareth aveva chiaramente visto il petalo nero che il fratello aveva donato alla Guardiana e questo gli aveva fatto capire quale fosse stata la sua scelta.

Raramente Samael concedeva a qualcuno il privilegio di poterlo contattare, era un atto non solo di fiducia, ma in un certo senso di appartenenza. Sentì chiaro il morso della gelosia, ma meno chiaro gli fu a chi fosse indirizzata. A Samael, perché doveva condividerlo con la Guardiana o a Morgana perché aveva un'appartenenza con suo fratello?

Serrò la mascella, infastidito da quella sensazione sgradevole. Pensò a suo fratello e si ritrovò improvvisamente nel Giardino, davanti alla bolla contenitiva. Samael stava ridendo con alcune ispirazioni, che lui a malapena considerò, mentre attraversava il veto imposto dal Padre e gli si avvicinava.

Le Ispirazioni squittirono di paura, sparendo nel nulla e Samael si girò, per poi sospirare teatralmente.

"Sempre così melodrammatico, fratello. Non capirò mai questo tuo piacere nell'infondere terrore negli altri", lo abbracciò leggero come sempre, stampandogli un bacio rumoroso che, per la prima volta, lo infastidì un po'.

"Non sono tutti come te, Samael, io non voglio piacere a tutti", rispose un po' più ostile di quanto non volesse. Il fratello lo fissò accigliato.

"Sei arrabbiato", affermò curioso. Erano poche le cose che potevano turbare suo fratello.

"Non lo sono", ribatté Jareth incolore. Lui sorrise amabilmente.

"Puoi nasconderti a tutti, Jareth, ma non a me", gli prese la mano, carezzandone lentamente il dorso. Il Demone Sovrano sbuffò, spostando lo sguardo sul viso sorridente di Samael.

"Hai donato a Morgana un tuo petalo. L'ho visto", disse duro. L'altro sorrise.

"Ti ha dato fastidio?".

"Non ho detto questo", rispose compassato.

"Eppure sei qui, infastidito, ed hai portato l'argomento alla mia attenzione. Quindi ti chiedo nuovamente, è questo che ti ha infastidito?".

"Non riesco semplicemente a capire quale sia il vostro rapporto. Insomma, cosa ti interessa di lei? Perché ci tenente tutti tanto, anche nostra sorella non vuole che la uccida! Io uccido sempre i Guardiani!" sembrava realmente contrariato e Samael lo fissò fra il divertito e l'incredulo.

"E quando mai ti sei fatto fermare da noi?", chiese stuzzicandolo.

Lui si incupì.

"Hai ragione", disse, facendo per sparire, ma Samael lo bloccò, guardandolo serio.

"Jareth, stavo solo provocandoti. Non andare", il Demone Sovrano lo fissò incerto "per favore?", chiese allora il fratello. Jareth sospirò annuendo e tornò sui suoi passi.

Samael fece un lungo sospiro, poi lo invitò a sedersi con lui.

"Non so proprio cosa vorresti sentirti dire", disse guardandolo intensamente. Jareth lo guardò altrettanto seriamente.

"La verità, come sempre", affermò.

Samael ci pensò un istante.

"Non sono riuscito a tentarla, come è accaduto con altri guardiani, ma nemmeno ad intimorirla. Mi ha guardato e mi ha visto ed è rimasta. Non mi ha giudicato, mi ha accettato, nonostante sia evidentemente l'antitesi di Nera e di ciò che lei deve fare per Lui", guardò il fratello ed il suo sguardo si addolcì "mi ha sorriso. Sorriso davvero. E si lascia abbracciare da me. Beh, è successo solo una volta, ma", alzò le spalle come a dire che era meglio di niente.

Jareth guardò il fratello. Samael sembrava contento.

"Tutto qui?", chiese.

"Tutto qui", confermò Samael "mi piace il fatto di piacerle, ma non perché sono irresistibilmente affascinante, non perché sia peccaminosamente bello. Non le piaccio perché sono il Fiore Nero, il Serpente, l'Incantatore. Le piaccio perché sono Samael".

NERADove le storie prendono vita. Scoprilo ora