Intossicazione

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"Mettiamoci a lavoro, Demone Sovrano. Questa volta tuo fratello si è impegnato."

Jareth sorrise sornione e gli posò una mano sulla spalla. Subito Morgana sentì l'energia del demone fluire in lei. Contemporaneamente, rese più profondo il suo contatto con i fiori. La spira di rovi avvolse ulteriormente il suo braccio e penetrò la pelle in profondità.
Morgana serrò la mascella, emettendo un lieve gemito di dolore. La stretta di Jareth si fece più salda.

Nero, Gabriel e Cohan stavano combattendo senza tregua contro il comitato di benvenuto. Purtroppo c'erano anche angeli rinnegati fra loro, il che non rendeva facile il lavoro di Gabriel, che li conosceva tutti e che era stato di quasi tutti il mentore. D'altra parte, sapeva che non tutti erano stati soggiogati, alcuno di loro si erano volontariamente uniti a Samael.

"Maledizione!" sentì imprecare Cohan fra i denti e si girò di colpo. Stava combattendo con un angelo che lui ben conosceva.

"Raziel?" lo chiamò sconcertato. "Che dannazione stai facendo?"

L'angelo si voltò verso di lui, gli occhi vacui e l'espressione folle. "Gabriel! Anche tu qui! Ma che piacevole sorpresa" aggiunse tirando un dardo di luce verso Cohan, che lo schivò giusto all'ultimo.

L'arcangelo guardò il suo un tempo allievo con pena. Era completamente soggiogato, lo sguardo perso, il ghigno folle. E non c'era modo di riportarlo indietro, se non ripristinandolo. Solo che lui non poteva farlo, non era in grado di farlo, in realtà. Solo Jareth lo era, ma lui ora si doveva occupare di Morgana.
Forse però...

"Cohan!" lo chiamò mentre attaccava Raziel con una lama di luce angelica. Il compagno si girò verso di lui. "Il piano di stasi! Dobbiamo portarli sul piano e tenerli lì!"

"Stai scherzando? Come pensi di contenerli?" disse schivando un attacco da parte di un demone e sbriciolandone l'essenza.

"Dobbiamo contattare i trasportatori, che creino un cono d'ombra! Li conterremo lì."

Cohan annuì. "Ce la fai qui da solo?"

"Muoviti! Prima vai e prima torni, io e Nero ce la caveremo" lo incitò Gabriel. Cohan annuì, sparendo nell'ombra. In quel momento, un colpo potente lo mandò a gambe all'aria.

"Porca-" imprecò rotolando velocemente di lato, mentre Raziel sferrava un altro colpo usando una lama di luce che lui stesso gli aveva insegnato a creare a suo tempo.
Si alzò velocemente e creò una falce di luce, la cui estremità diventava una punta di lancia. "Raziel, non voglio farti del male" tentò di riportarlo alla ragione, pur sapendo che fosse tutto inutile.

"Ma tu non puoi farmi male, tu mi hai insegnato come lottare! Io sono più potente adesso, però, perché il Fiore mi ha spiegato come espandere il Suo dono!"

Gabriel sospirò. Sapeva che tipo di insegnamento gli avesse dato Samael. "Raziel... quello che ti ha detto il Fiore è falso. Se lascerai che la luce si espanda senza controllo, ne verrai lentamente divorato. Non sei più potente, ti senti più forte perché non stai controllando la tua Luce."

"Esattamente. Mi trattengo e quindi sono debole, la mia luce lo è!" alzò il tono, mentre lanciava un dardo di luce estremamente potente, ma instabile. A Gabriel bastò un movimento della mano per sgretolarlo.

"Più libera, ma meno stabile. Te l'ho detto, Raziel, il Fiore non ti ha reso più forte, sei ancora in tempo. Fermati e lascia che ti aiuti" tentò Gabriel.

"No" disse lui atono, scagliandosi nuovamente contro di lui, stavolta con una lunga spada di luce.

Gabriel roteò la falce, colpendo la spada di Raziel, che instabile come il dardo si frantumò al colpo potente dell'arcangelo. Con la parte finale della falce, spazzò le gambe dell'angelo, che finì a terra imprecando. Infine si avvicinò e, con un colpo secco al viso, gli fece perdere i sensi.

NERADove le storie prendono vita. Scoprilo ora