Morgana

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Inspirò profondamente, chiudendo gli occhi e raddrizzando la schiena, in un tentativo estremo di riprendere il controllo.

"Gabriel, Axa", disse, mentre due figure uscivano dall'Ombra alla sua destra.

"Morgana", disse l'angelo, accosciandosi davanti a lei, mentre Axa faceva un cenno rispettoso con il capo verso la sua Signora. Morgana li fissò intensamente.

"Avete scoperto qualcosa?", chiese severa. Gabriel guardò prima Axa, poi nuovamente la Maga.

"Le nostre Ombre non si sono accorte di niente, perché non c'era niente", disse serio. Morgana annuì in un chiaro invito ad andare avanti.

"A quanto pare, l'attacco è stato improvviso in più di un senso. Axa ha chiesto ad alcuni dei nostri di tornare indietro, passando lungo i Sentieri nascosti dell'Ombra e quello che hanno visto è stato l'aprirsi di una breccia, lo scontro, i demoni rientrare nella breccia e questa richiudersi".

Lei serrò la mascella, digrignando i denti. Axa fece un passo avanti.

"Erano tutti demoni di settimo. Nessuno degli uomini avrebbe potuto sconfiggere un demone di settimo. Non sono come i demoni erranti o i demoni inferiori", disse sospirando.

"Il Demone Sovrano. I demoni di settimo obbediscono solo a lui", disse Morgana cattiva "ha voluto darci il suo benvenuto su Nera", disse battendo il palmo della mano sul letto, ottenendo di romperne la struttura e finire quasi per terra.

In un'altra occasione ne avrebbero riso, ma in quel momento avevano ancora i cadaveri dei loro uomini negli occhi, perciò Morgana si limitò ad alzarsi sospirando.

"Devo parlare con il Giardino", disse secca "Axa, ti prego, tu e le Ombre portate alle famiglie le ceneri dei loro cari. Non voglio che ne vedano le spoglie, sarebbe inumano. Bruciatene i corpi e portate loro le ceneri nelle urne benedette", Axa annuì, chinandosi brevemente e sparendo nell'Ombra. Appena se ne fu andata, Morgana alzò gli occhi in quelli dell'Angelo. Lui aprì le braccia e lei vi si rifugiò dentro, sospirando addolorata.

"Non è colpa tua", disse Gabriel carezzandole i capelli.

"Lo so", disse contro il suo petto "ma non posso fare a meno di sentirmi responsabile. Sono la Guardiana di Nera".

"Non erano su Nera", cercò in qualche modo di confortarla l'angelo, ma lei si staccò e lo fissò dura.

"Ma erano i miei uomini!", disse con veemenza. Gabriel annuì, per non agitarla ulteriormente.

"Non erano in grado, Morgana, e nessuno di noi avrebbe mai potuto immaginare che dei demoni di settimo avrebbero attaccato un avamposto dello strato esterno, lo sai benissimo anche tu".

Lei sbuffò, emettendo un verso di frustrazione.

"Maledetto! Lo ha fatto per mandare un messaggio a me! Quel bastardo di un Demone Sovrano mi ha lasciato il regalo di benvenuto, cazzo!".

"Morgana", la ammonì Gabriel.

"Oh, ma per favore angelo, ora mi dirai di contenere il mio linguaggio?", sbottò esasperata, mentre Gabriel alzava gli occhi al cielo, aspettando il resto "un maledetto angelo ribelle mi lascia al posto delle rose i corpi scempiati dei miei uomini, trasporta amabilmente i suoi demoni di settimo nello strato esterno, per mostrarmi come possa divertirsi a fare quel che gli pare vicino a me, e tu mi dici di moderare il linguaggio? Oh, mio caro, non hai sentito niente!", esclamò poi rabbiosa.

L'angelo sospirò.

"Morgana", iniziò, fermato dalla mano della ragazza.

"No. Ora mi calmerò, perché devo incontrare il Giardino, ma non ho intenzione di chiudere qui l'argomento. Lo ha fatto per scatenare una mia reazione e lo so Gabriel, non sono stupida. Questo non toglie che sarò io a dovermi recare dalle loro famiglie e asciugare le loro lacrime ed abbracciare quei poveri cuori spezzati, perché il Demone Sovrano mi ha voluto lasciare un promemoria di quanto sia potente", disse cattiva.

NERADove le storie prendono vita. Scoprilo ora