La Scelta

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"Il mio cuore non batte", rispose ostinato.

Prima di abbandonare il Giardino, gli sembrò di udire la risata cristallina del fratello.

Contrariamente a quanto preventivato, Jareth non era tornato alla Nube. Si guardò intorno stizzito. Era su Nera.

Cosa ci faceva su Nera?

Fratello

Trasalì. Era da tempo che sua sorella non si rivolgeva a lui.

"Sorella, mostrati", sussurrò incuriosito.

Ci fu un attimo di silenzio assoluto. Poi un forte vento si alzò, sferzando gli alberi e il corpo del Demone Sovrano. Sentì mani invisibili tirargli i capelli dispettose e altre carezzargli il viso con affetto, poi come era giunto, il vento cessò e davanti a lui trovò una bambina di circa dieci anni.

"Sorella", sbuffò sarcastico "curiosa forma quella che hai scelto".

La bambina sorrise, gli occhi incredibilmente azzurri, la cui profondità faceva capire quanto anziana fosse, quanto quegli occhi avessero visto, e la cui espressione faceva trasparire chiaramente quanto essa conoscesse.

"Fratello", disse con voce dolce e cristallina, pettinandosi con le mani i lunghi capelli.

"Non mi parlavi da tempo".

La bambina fece un broncio che gli ricordò molto Samael.

"Non facevi che uccidere i miei Guardiani, fratello", lo rimproverò bonariamente.

Lui fece un ghigno dispettoso.

"Ti sbagli. Hai usato il passato, io uccido i tuoi Guardiani. Tuttora".

La bambina lo fissò con biasimo.

"Non questa", disse improvvisamente seria.

Lui la fissò. Poi sbuffò infastidito.

"Non puoi dirmi cosa posso o non posso fare", affermò seccato.

"No. Hai ragione, Jareth, non posso, ma non ucciderai la Guardiana", disse severa.

"Ah, no? E perché, di grazia?".

"Perché l'ho scelta e lei è mia", disse impassibile.

"Non è tua", ringhiò istintivamente Jareth, per poi fermarsi scioccato. Cosa...cosa era stato quello?

La bambina sorrise maliziosa.

"Oh, sì che lo è", Nera cambiò forma, fino a divenire la copia carbone di Jareth.

"Lei è mia ed è lo specchio della mia anima. È perfetta, mi completa, mi rende integra, riempie ogni mio vuoto e mi capisce e mi accetta. Lei è mia e tu non puoi averla".

"Io non la voglio!", esclamò Jareth con troppa veemenza "io voglio ucciderla!", ringhiò furioso.

"Ma io non te lo permetterò!", disse ancora la sorella "non lei. Gli altri mi rendevano vulnerabile, lei mi rende quello che sono nata per essere".

Jareth si accigliò.

"Tu sei la Sua parte inaccessibile", mormorò confuso.

"Io sono la Sua Guardiana. La parte in cui ci custodisce tutti, quella che tutti può accogliere e contenere, la porta segreta del Giardino. Ma la serratura era danneggiata, la chiave persa".

"Di cosa stai parlando?".

"Tu lo sai", disse beffarda "hai visto il Fiore Nero cadere! C'eri il giorno in cui la serratura si è danneggiata! Il giorno in cui Lui ha rinunciato ad una parte di Sé".

NERADove le storie prendono vita. Scoprilo ora