Terzo snodo

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Morgana posò la fronte su quella del messaggero, i suoi occhi divennero dorati, il suo corpo si fece di luce, bruciando le ali del messaggero e, di fatto, togliendogli la sua natura angelica.

Gli altri angeli rimasero pietrificati davanti allo spettacolo di Morgana che effettuava il rito dell'esilio sul messaggero di morte. Iniziarono istintivamente a tremare, tentando invano di liberarsi. Gabriel e Cohan avevano bloccati i due più lontani, mentre gli altri due erano intrappolati in sfere di energia create dalla Guardiana.

Quando tutto finì, la luce rientrò lentamente in Morgana, che accolse tra le braccia l'ex-messaggero. L'uomo si accasciò a terra tremante.

"Mi spiace" disse Morgana, carezzandogli lentamente la schiena all'altezza del punto in cui le sue ali erano state un tempo connesse al corpo. "Mi spiace davvero, non potevo fare altrimenti. Dimmi, qualcuno di loro è soggiogato o sono tutti rinnegati, come lo eri tu?"

L'uomo la guardò, poi guardò i suoi ex-compagni, che lo pregarono con gli occhi, ma ormai non poteva più mentire.

"Sono tutti rinnegati, come me. Noi credevamo..." scosse la testa "no, hai ragione. Dovevo seguire la Sua via. Volevo solo essere di più. Non so nemmeno di più rispetto a cosa, ormai, ma non credo che contasse nemmeno prima" disse sorridendo tristemente.

"Cosa ti ha promesso Samael? Dimmelo, per favore, dobbiamo capire quali siano le sue intenzioni."

"Mi ha detto che avrei contribuito a creare un mondo più libero, in cui avremmo portato la Sua parola senza limitare il nostro operato o l'uso dei nostri poteri."

Lei si accigliò. "Non capisco. In cosa limitavi il tuo operato? Un messaggero di morte porta la morte. Tu sei la fine della vita, in cosa mai potresti sentirti limitato?"

Improvvisamente, l'ex-messaggero arrossì. Morgana lo fissò intensamente, poi sbarrò gli occhi. "Volevate decidere che tipo di morte portare? Volevate sostituirvi a Lui?"

 L'uomo sussultò, rendendosi conto di come suonassero quelle parole alle sue orecchie. Terribilmente vere. "Santo cielo, no! Noi volevamo..." guardò i suoi fratelli "noi volevamo essere più efficienti, rendere le cose più veloci, senza bisogno di..." aggrottò le sopracciglia, come se non riuscisse a ricordare il motivo che lo aveva spinto a fare ciò che aveva fatto.

 "Misericordia? Pietà? Tu volevi scegliere la morte da portare e questo non lo puoi fare" sentenziò Morgana "sai benissimo che se ci sono diversi tipi di morte è perché ognuno deve finire il proprio percorso per come Lui lo ha delineato!"

 "Lo so, sì" disse abbassando la testa.

 "Samael ti ha promesso di liberarti dalle Sue leggi. Ti rendi conto che non è possibile, se non attraverso l'esilio? Credi di..." improvvisamente ammutolì.

 Gabriel e Cohan si guardarono fra loro, Morgana era sbiancata. "Voi pensavate di poter diventare come loro..." mormorò facendo irrigidire l'ex-messaggero "voi pensavate di poter essere come lui e come Jareth!"

 "No!" esclamò l'altro "Io non volevo essere un Demone! Siamo creature di luce, non essere abietti e impuri!" ringhiò infine.

 "Quanta baldanza per uno che ha appena venduto le ali all'Inganno" sentirono dire alle loro spalle dalla voce beffarda di Jareth.

 Fra i presenti calò il gelo e Morgana si alzò lentamente, girandosi verso il Demone, per capire quali intenzioni avesse.
Ecco, a vederlo così, pessime – pensò preoccupata.
Jareth sogghignò, divertito dal pensiero della Guardiana, poi si rivolse agli altri angeli rinnegati.

 "Ho una proposta" disse sorridendo pericoloso "posso ripristinare la vostra luce. Avrete un'altra possibilità, non so in che forma e non posso garantire in che cerchio angelico sarete, dato che non dipende da me, ma potrebbe essere vantaggioso."

 "Tu non puoi fare niente" disse astioso l'ex-messaggero.

 "Silenzio!" tuonò Jareth scorticandogli la pelle e facendolo urlare di dolore. "Sei solo uno scarto di luce, hai ceduto alle lusinghe e all'inganno di mio fratello perché hai voluto essere ciò che non eri. L'unico motivo per cui sei vivo oggi, è perché ormai non hai più la tua natura angelica e la tua vita dipende dal Libro. Non puoi più parlare a nome dei tuoi fratelli, perché tu non hai più fratelli. Non puoi parlare più a nome tuo, perché un nome tu non lo hai più. Perciò, silenzio."
Morgana lo guardò truce, ma non disse niente. Jareth guardò gli altri quattro angeli severamente. "Avete sbagliato, ma il Padre sa quanto il serpente possa essere insidioso. Vi dà la possibilità di essere ripristinati. Quale è la vostra risposta?"

"Quale alternativa abbiamo?" disse sarcastico uno degli angeli.

 "Le fiamme della vergogna" lo sbeffeggiò Jareth "la perdita delle ali, della Sua voce e della Sua presenza. Oppure, potete essere ripristinati e ricominciare il vostro viaggio da zero. È più di quanto meritiate, a mio parere. Se dipendesse da me, la Guardiana vi avrebbe già bruciato via il vostro animo macchiato, ma per vostra fortuna, io rispondo a Lui."

 Vide gli angeli guardarsi sorpresi. Jareth scoppiò a ridere, facendo sanguinare Cohan dal naso.
"Perdonami, Generale, non sono riuscito a trattenermi. Cosa pensavate, che il Padre non fosse in grado di contenermi come ha contenuto Samael? Pensavate che non potesse richiamarmi a Sé? Io non sono stato allontanato, sciocchi. Me ne sono andato di mia volontà, portando dietro la scheggia impazzita che vi stava mangiando l'anima, ovvero Sauro. Ma tutti noi rispondiamo a Lui. Non avete mai ascoltato niente di quello che vi ho detto, a quanto pare. Scegliete, ora. Mi sto stancando e se mi stancherò, farò a modo mio."
Gli angeli si guardarono indecisi, poi però annuirono.
"Quindi il ripristino?" gli invitò a rispondere chiaramente.

 "Sì" risposero tutti.

 Jareth annuì e improvvisamente un forte vento li avvolse, il brusio di mille voci che parlavano simultaneamente, un senso di calore e infine i quattro sparirono nella luce del Giardino.

 "Tutto questo buonismo mi irrita" sbottò Jareth seccato "dove è il Fiore?" chiese subito dopo.
Morgana si girò, indicando il punto in cui era anche contenuta Cam. Jareth si avvicinò, prese delicatamente il piccolo loto, scavando anche nel terreno, per assicurarsi che non rimanesse traccia di Samael, poi chiuse la mano sprigionando una luce così forte da costringere Gabriel e Cohan a chiudere gli occhi. Quando la luce si ritirò, il suo palmo era vuoto.

 "Sei sicuro che non ci sia rimasto niente?" chiese preoccupata Morgana.

 "Controlla tu stessa, io non voglio toccare ulteriormente il pianeta. Anzi, controlla che non ci sia nemmeno traccia della mia energia."

 "Ma è la stessa del Padre" obiettò confusa Morgana.

 "No" disse severo Jareth "non lo è. È parte della sua energia, ma non è completa e perciò non è pura. Controlla e, se ne trovi traccia, eliminala."

 Morgana storse la bocca e si limitò ad annuire, mentre Gabriele e Cohan si avvicinavano. Quest'ultimo fissava confuso la mappa degli snodi.
"Non capisco" disse ad un certo punto "questo snodo risulta ancora."

 Jareth fissò attentamente lo spazio intorno a loro. "Ne ha lasciato un altro" ringhiò facendo sanguinare Cohan dal naso.

 "Dici che ha lasciato un altro petalo?" esclamò quello pulendosi con una manica "aspetta, siamo sicuri che sia uno solo?"

 "Possiamo scoprirlo facilmente" disse sogghignando verso l'unico estraneo rimasto. L'ex-messaggero tremò. "Vedo che ti è passata la baldanza" sorrise il Demone Sovrano.

 "Jareth, per favore" sospirò Morgana "posso fare io?"

 "Ti ho detto che il suo destino è legato al Libro, quindi non ho intenzione di ucciderlo."

 "Sai che questo non assolutamente rassicurante detto da te?" esclamò allargando esasperata le braccia "Vuol solo dire che non gli toglierai la vita, ma probabilmente lo torturerai, o gli rivolterai la pelle, o magari gli toglierai degli org-"

 "Non c'è bisogno!" esclamò terrorizzato l'uomo "Io- io so tutto, posso... ti dirò tutto, ma stai lontano da me!"
Jareth guardò Morgana alzando un sopracciglio soddisfatto.

 Lei sospirò girandosi verso l'uomo. "Bene. Allora dicci, madre coraggio, ci sono altri fiori di loto?"

 "S-sì, una ventina" mormorò quello.

 "Una ven-" Gabriel inspirò per calmarsi "hai detto una ventina?" L'uomo annuì.

 "Suppongo siano sparsi per tutto il pianeta" disse Jareth. Ancora l'uomo annuì. "Eravate solo voi a guardia?"

"Sì, perché pensava che ne avreste trovato solo uno e lo ha messo dove sareste stati voi, così ci ha detto."

 "Ma vaff-" disse Morgana mordendosi la lingua. "Certo, sapeva dove saremmo stati, perché si ricordava da dove avevate dato origine al tutto. Brutto... ah, ma appena lo prendo!" sbottò tirando un calcio al nulla.

 "Sai indicarci dove sono?" chiese ancora Jareth.

 "Quasi tutti, ma due li ha messi lui, non so perché."

 Gabriel sorrise scuotendo la testa. "Lo so io perché. Perché l'unico che potrebbe trovare la sua traccia è Jareth. In questo modo, per evitare di lasciare che Samael contamini il pianeta..."

 "Lo contaminerà lui" terminò Morgana guardando il Demone Sovrano.

 "Mio fratello è molto intelligente, ma non ha considerato una cosa" tutti lo fissarono confusi "quando mi sono legato a Morgana, le ho automaticamente permesso di essere in contatto con la mia essenza, e la mia essenza è quella di Samael. Ancora una volta, la sua vanità gli è costata cara. Sarà Morgana a entrare in contatto con il pianeta e cercare la traccia di Samael."

 "Ma così il pianeta mi sentirà. Non sarà un problema? Io sono in un futuro molto lontano."

 "Tu non hai il tipo di luce che abbiamo noi. La luce che ti ha dato il Padre è neutra, non puoi contaminare il pianeta, stai tranquilla."

 "Comunque non mi piace" borbottò Gabriel, incrociando le braccia.

 "E quando mai, fratello?" lo sbeffeggiò Jareth.

 Prima che iniziassero a litigare, Morgana si mise in mezzo. "D'accordo, d'accordo. Gabriel, tu e Cohan con me. Jareth, potresti lasciare questo... beh, umano credo, da qualche parte? Magari sul piano cardine, contattando Mica attraverso il Maestro di quella Pagoda."

 "Non sono un fattorino" rispose secco.

 "Demone, ti sto chiedendo un favore" sbuffò esasperata.

 Lui scosse la testa e improvvisamente comparve Darius, che si guardò intorno confuso.

 "M-mio Signore?" chiese perplesso.

 "Darius, porta quest'individuo alla Pagoda del piano cardine. Non sciuparlo, non ci giocare, non perdere tempo. Se scopro che mi hai disobbedito farò di te materia. È chiaro?"

 "Come il sole, mio Signore. Niente giocare, niente mangiare. Portare e sparire."

 "Sei sempre il mio preferito, Darius" sogghignò Jareth.

 "Mio Signore" si inchinò poi verso Morgana "Guardiana, Generali" detto questo, afferrò con poca grazia l'uomo e sparì.

 Morgana si mise le mani sui fianchi inspirando a fondo. "E adesso mi toccherà trovarli tutti da sola, vero?" disse seccata.

 "Andiamo, piccola Morg, cosa vuoi che sia? Almeno non ci annoiamo" la prese in giro Jareth facendole una lieve carezza.

 Lei gli schiaffeggiò via la mano facendolo ridere. "Sei un rompiscatole e un prepotente, non so proprio perché ti sopporto, sai?"

 "Ma sì, che lo sai, Guardiana. La tua vita sarebbe vuota senza di me."

 Gabriel guardò Cohan ed entrambi sospirarono. Sarebbe stata una lunga giornata.

NERADove le storie prendono vita. Scoprilo ora