Conseguenze

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"Oh, cielo, ma per favore!" esclamò drammatico Gabriel coprendosi gli occhi.

Morgana scoppiò a ridere, allontanandosi da Jareth, che roteò gli occhi infastidito. "Ma per favore, fratello, vuoi che parli con il tuo compagno? Magari suggerendogli di impegnarti abbastanza da non infastidire gli altri?" lo guardò eloquente.

Gabriel avvampò. "Ma cosa diamine stai dicendo? Almeno io non metto nessuno in imbarazzo con effusioni pubbliche non richieste!" sbottò seccato.

"Sento odore di invidia, fratello. E tu sai che io sento tutto" lo sbeffeggiò Jareth.

Gabriel fece per dire qualcosa, poi scosse la testa irritato. "Non vale la pena di risponderti! Comunque, Morgana, il tuo caffè e il tuo tonico sono pronti. Cohan ci aspetta in cucina, non ha trovato uno schema, ma forse ha trovato un'intenzionalità."

Jareth e Morgana lo fissarono curiosi, ma quello si limitò ad avviarsi in cucina. Morgana guardò il Demone. "Non provocarlo, d'accordo? So che ti risulta difficile, ma pensa che oltre alla gravità della situazione in sé, sta rivivendo un evento che gli ha portato grande sofferenza."

L'altro inclinò la testa, sogghignando. "Chissà, forse è per questo, piccola Morg, che gli do un nemico attuale. Se è occupato a detestarmi, non si perde nei ricordi."

Lei sospirò, trascinandolo in cucina. A volte pensava di capire tutto del suo Demone Sovrano e poi, all'improvviso, lui faceva qualcosa che la spiazzava completamente. Jareth sembrava indifferente, emotivamente apatico, spesso crudele, eppure lei sapeva che non era così. Gabriel ne era un esempio. L'altro era Agnot. Entrambi ricevevano dal Demone quello di cui avevano bisogno, come e quando ne avevano bisogno. Gabriel aveva ancora due enormi cicatrici sulla schiena, che altro non facevano che ricalcare quelle che Samael gli aveva lasciato sull'anima. Ogni qualvolta la situazione rendeva Gabriel più nervoso o Jareth lo vedeva vacillare, alimentava la rabbia del fratello, spostandone l'attenzione su di sé.

"Cosa succede, Cohan?" chiese lei entrando in cucina e prendendo il caffè che Gabriel gli porgeva.

"Ho capito cosa sta facendo Samael. Non vuole impedire il vostro incontro, credo che stia impedendo che Morgana possa incontrare Micael Volkov."

"Cosa?" mormorò stupita.

"Gli snodi sono li stessi, perché tu hai incontrato Jareth nello stesso periodo in cui hai incontrato Volkov" spiegò Cohan "e Raisa è una discendente di Micael Volkov, che ha ricevuto parte del tuo dna."

Lei sgranò gli occhi. "Vuole impedire che esistano i Cacciatori come sono adesso! Se Lui non avesse modificato il dna di Volkov e degli altri, l'evoluzione sarebbe stata notevolmente più lenta, forse Micaela non sarebbe stata così potente, forse non sarebbe diventata Maestra del Giardino e sicuramente Raisa non sarebbe potuta essere... oh, mio dio!"

"Cosa?" la guardò Gabriel, non capendo il perché di tanta agitazione.

Jareth mise una mano sulla spalla di Morgana, lo sguardo severo. "Devo andare. Questo cambia tutto. Torno appena so qualcosa." Non aspettò risposta, sparendo in un varco.

"Cosa sta succedendo?" chiese ancora Gabriel.

Morgana si passò le mani fra i capelli, nervosa. Darius le allungò il tonico in silenzio. Lei lo ringraziò con un sorriso, poi bevve il tonico, sedendosi al tavolo, mentre Gabriel aspettava una risposta.

Cohan controllò ancora una volta gli snodi. Il piano Berserk era stato salvato. Avevano tolto quello cardine dalla stasi, per ora la linea di sangue di Micael Volkov era salva. Ma allora perché Jareth era sparito così all'improvviso?

Morgana finì il tonico, posò lentamente il bicchiere, continuando a fissare il tavolo, assorta. Poi alzò lo sguardo su Gabriel. "Non possiamo perdere Raisa, per nessuna ragione al mondo. Né possiamo fare in modo che muoia adesso. In nessun modo."

NERADove le storie prendono vita. Scoprilo ora