"Samael, non cascherò nella tua trappola" ringhiò alla sala, aprendo ferite sulla pelle dei suoi fratelli "vengo a prenderti, Guardiana."
Morgana era nel Sonno e lui la avrebbe uccisa.
Appena Jareth fu uscito dal palazzo, Sauro si avvicinò alla cupola, nella speranza di carpire qualche immagine utile o almeno di capire cosa ci fosse di così interessante in quella umana. Quando però alzò il volto verso la cupola, vide solo un paio di occhi, inconfondibili, indimenticabili, terrificanti. Lo guardarono attentamente e poi la sua voce si diffuse per la sala.
"Attento a te, Sauro, se venissi mai a scoprire che hai intralciato i piani di mio fratello, mi occuperò di te personalmente. Ti strapperò quel poco di luce che ti è rimasta e poi ti intrappolerò per sempre in un mondo di oscurità e dolore."
Sauro rimase un attimo pietrificato, non credendo alle proprie orecchie. La cupola non era a doppio senso... si poteva solo guardare in una direzione, giusto?
"Cosa ne vuoi mai sapere tu, Sauro?" rispose mielosa la voce del Fiore "cosa hai mai saputo? Io e Jareth siamo la stessa cosa."
"Non è così" si animò improvvisamente Sauro "tu sei sporco, impuro e hai versato il sangue nel Giardino!"
"Osi giudicarmi, Sauro?" disse la voce divertita "tu, misero fallimento di Serafino, tu che non sai cosa sia la Luce, perché in realtà non l'hai mai avuta! Tu, che ti sei sporcato prima di diventare ciò a cui eri destinato, proprio tu, vuoi giudicarmi?"
Sauro abbassò la testa, un misto di rabbia e vergogna.
"Ma tu senza me cosa saresti, Sauro? Lo sai, sono io che ti ho macchiato. È il mio peccato che ti grava sul cuore, la mia voce che ti sussurra nella mente. Senza di me saresti probabilmente un Serafino. Se è quello che vuoi, io posso dartelo, Sauro. Posso riprendermi ciò che ti ho involontariamente donato. Lo vuoi, Sauro? Vuoi tornare dai tuoi fratelli splendenti?"
Sauro, sempre a testa bassa, si artigliò il torace, scuotendo vigorosamente la testa.
"Come sospettavo. Non lo vuoi, perché sai che questa tua forma è quella che più rispecchia la tua anima. E un'altra cosa, Sauro" lui si azzardò ad alzare lo sguardo "non osare mai, mai più parlarmi in questo modo!" tuonò.
Sauro sentì bruciare all'altezza del torace, un dolore insopportabile e pulsante, che lo fece cadere in ginocchio e urlare come mai prima.
"Ecco, senti Sauro? Questo è dolore. Tu pensi che Jareth ti faccia del male? Sono carezze, piccole punizioni per tenerti al tuo posto. Il male è altro Sauro e, mentre Jareth in un qualche modo non desidera la tua morte, io invece sì. Perché sei una mia colpa, Sauro, e vorrei tanto correggere il mio errore, ma ormai il mio veleno si è annidato in te e così sia."
"M-mi spiace. Basta... basta!" urlò ormai accasciato sul pavimento in preda agli spasmi.
"Sì, basta" disse la voce di Samael, ponendo fine a quel tormento "sei fortunato, Sauro. Posso uscire raramente dalla mia prigione, per ora" calcò su quell'ultima parola "non intralciare i piani di mio fratello" detto ciò, la cupola si oscurò e nel palazzo calò il silenzio.
Sauro era certo che Agnot avesse visto e sentito tutto, ma non riusciva a vederlo e il fratello era sfuggente come il vento. Ringhiò dal dolore, rimettendosi in piedi faticosamente. Si strinse il torace e vide le sue mani sporche di sangue. In qualche modo, anche confinato nella bolla, Samael era riuscito a ferirlo.
Ringhiò ancora, stavolta di frustrazione. Sputò sangue e a quel punto decise di andare a rigenerarsi altrove, alla fonte del potere della Nube. Che fosse maledetto Samael e tutti quelli che amava!
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NERA
ParanormalMorgana. Jareth. Lei è una Guardiana, attualmente anima del pianeta Nera. Lui è il Demone Sovrano. La guerra fra i piani è al culmine. Sebbene la pace fra molti piani sia da tempo stabilita, alcune razze rifiutano quella che loro considerano una for...