Cacciatori su Nera

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Non so come sia possibile, ma Conro sa cosa è Mordred", sorrise divertita, lo sguardo malizioso "questo è molto, molto interessante".

Saafa e Korel si fissarono, sapendo già che Morgana aveva in mente un piano.

Morgana restò i disparte a parlare con Saafa e Korel, mentre Joris mise i ragazzi in fila, preparandosi ad iniettare la matrice. Quando Mordred si fece avanti, Joris fissò indeciso Micael e poi chiamò Morgana.

La Guardiana alzò lo testa, seguendo lo sguardo perplesso di Joris. Sospirò e lentamente si avvicinò a Mordred.

"Mordred", sorrise facendolo arrossire "preferirei che prima Joris inoculasse la matrice ai tuoi compagni".

Conro la fissò, assottigliando gli occhi, lo sguardo attento e ostile. Lei lo fissò di rimando scuotendo la testa.

"Non sono io il nemico, te l'ho già detto, giovane Conro, e se non ti fidi chiedi a tuo fratello Lucien".

"Cosa c'entro io?", chiese quello strafottente. Morgana si girò, sorridendo in maniera pericolosa, inclinò la testa e gli tese una mano. Lucien la guardò titubante.

"Lucien, puoi nasconderti agli altri, ma non a me. Io non ho bisogno di tatuarmi occhi addosso, perché io vedo con tutto". Il ragazzo impallidì, ma a quel punto si avvicinò, sebbene ancora non del tutto convinto.

"Sembra che tuo fratello Conro non si fidi di me, o almeno che la sua iperprotettività nei confronti del vostro Colonnello non glielo consenta. Quindi cortesemente, Lucien, Osservatore, colui che ha la vista", a quelle parole il ragazzo si irrigidì, fissando gli altri "io ti concedo di dare una sbirciatina nel libro dei grandi. Non è cosa che solitamente viene concessa a molti, ma ho bisogno che voi capiate. Vuoi capire?", gli chiese fin troppo gentilmente.

"Io se fossi in te non lo farei", disse schietto Micael, facendo trasalire i ragazzi, che erano rimasti come incantati dalla voce ipnotica della Guardiana.

La ragazza sorrise ancora, ma all'improvviso Conro non fu più sicuro che quello fosse un sorriso, né che la piccola Guardiana fosse così piccola. L'immagine che gli balenò nella mente fu quella di una fiera pronta ad attaccare.

"Vengo io", disse parandosi davanti al fratello. Morgana si fece seria.

"Se ti avessi voluto, ti avrei chiesto".

Nella stanza calò il gelo. Morgana fissava Conro duramente, Micael e Joris non capivano le ragioni di quel comportamento, mentre Saafa e Korel temevano di saperlo.

"M-ma sono io che", Morgana si avvicinò fulminea, tanto che quasi non si accorsero si fosse mossa.

"Se ti avessi voluto", ringhiò, gli occhi neri come l'abisso "ti avrei chiesto".

Lucien indietreggiò, Conro si irrigidì, ma fu Mordred a reagire, quando lei sembrò alzare una mano in direzione del ragazzo. Senza nemmeno rendersene conto, si trovarono scaraventati dall'altra parte della stanza, Conro aveva attivato l'armatura, Mordred aveva usato la natura paterna.

E lo aveva fatto in preda alla paura, usandola indiscriminatamente. La natura del padre aveva avvertito la pericolosità della Guardiana ed era intervenuta in difesa di Conro.

I presenti erano rimasti sconvolti nell'assistere a quella scena surreale. In realtà Morgana non aveva fatto altro che alzare la mano. Mordred si era proiettato all'esterno, o meglio il suo Messaggero lo aveva fatto, ponendosi fra lei e Conro e intrecciando le sue dita a quelle della Guardiana, nel tentativo naturale di risucchiare la sua vita.

Conro, che evidentemente aveva già assistito a qualcosa di simile, aveva cercato in qualche modo di allontanare Morgana, ma il risultato era stato che i due ragazzi erano stati travolti dalla luce e scagliati dall'altra parte della stanza. Conro aveva attutito l'atterraggio tramite la tuta e aveva usato il suo corpo come scudo a quello di Mordred.

NERADove le storie prendono vita. Scoprilo ora