Il Demone Sovrano

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Jareth guardò ancora una volta Elettra stringere il braccio di Morgana e, quando anche l'angelo si aggiunse al quadretto, con un gesto della mano ed un urlo furioso offuscò la superficie della cupola, facendo tremare la Nube intera.

"Tutto questo casino per una Guardiana, fratello?", si chiese confuso Agnot.

Jareth apparve nella Dimensione Buia ruggendo, ottenendo di far sparire le creature che la abitavano, terrorizzate dalla sua presenza e da ciò che la sua furia potesse comportare per le loro esistenze.

Jareth ruggì ancora una volta e con un gesto violento della mano, sbriciolò una delle colline davanti a sé, facendo tremare l'intera dimensione. Colpì il terreno, che iniziò a trasudare un liquido viscoso e scuro.

"Signore", sentì mormorare alle sue spalle.

Si girò furioso, i canini snudati, pronto a scatenare la sua furia, ma si fermò vedendo davanti a sé Darius. Ringhiò basso, facendo irrigidire il demone, assottigliò gli occhi e gli fece cenno di avvicinarsi. Darius deglutì a vuoto, ma obbedì al suo padrone.

"Darius", disse ringhiando e aprendo diverse ferite sulla pelle del demone, che mugolò, ma restando dove era "cosa vuoi?".

"Signore", sospirò "ho...ho parlato con la Guardiana", chiuse gli occhi, sperando di non morire. Aspettò qualche secondo, poi si sentì colpire con forza, il suo corpo volare fino a sbattere contro una parete rocciosa, il fiato abbandonare i suoi polmoni e cadde a terra dolorante.

Ma era vivo. Questo era un ottimo segno.

Sentì il Demone Sovrano avvicinarsi e accosciarsi davanti a lui.

"Darius", sibilò facendolo contorcere per il dolore.

"Si-signore", rispose lui.

"Parla", disse severo. Darius aprì gli occhi e il Demone Sovrano lo fissò freddo, lo sguardo crudele.

"Lei vo-voleva sapere perché...perché avevamo at-attaccato il piano di f-fuoco".

"Darius", disse Jareth sorridendo crudele "tu la hai contattata. Lei non è venuta certo a cercarti".

Mentre lo diceva, scavò con i suoi artigli il torace del demone, che trattenne un gemito di dolore. Jareth si divertì a scrivere bugiardo incidendolo nella sua pelle.

"Darius, sai che sei il mio preferito. Non mentirmi".

Preferito, incise lungo il suo braccio.

"Dovevo...perché...mi era stato ordinato e", serrò i denti. Jareth gli aveva afferrato il viso, imprimendogli a fuoco i segni delle proprie dita.

"Ordinato?", ringhiò, mentre le sue dita lo bruciavano scorrendogli lungo il torace, fino a che le sue unghie non lo perforarono all'altezza dello stomaco, facendolo finalmente gemere di dolore.

"D-dal F-Fi-".

"Non balbettare, Darius, lo odio", disse togliendo la mano e cancellando con un gesto ogni ferita dal corpo del demone. Darius sospirò di sollievo, ma fu per poco.

Jareth gli afferrò il braccio, incidendogli la parola schiavo.

"Tu sei mio, Darius, l'ordine di chi hai eseguito?", disse fissandolo feroce.

"Del Fiore, Signore", soffiò fuori terrorizzato. Jareth assottigliò gli occhi, che si fecero neri come l'abisso. Lo fissò fuori di sé, stringendo talmente forte il braccio di Darius da spezzarglielo. Darius urlò.

"Cosa hai detto?", ringhiò basso Jareth, mentre le ossa di Darius si sbriciolavano sotto la sua stretta.

"Il Fiore!!! Me lo ha chiesto lui!", gridò disperato.

NERADove le storie prendono vita. Scoprilo ora