Morgana e Elettra

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Il Giardino sedeva in quella che era la perfetta riproduzione della cucina che Morgana aveva al Castello. Quella cucina che tanto amava ed in cui si andava a rifugiare ogni qualvolta qualcosa la turbava.

Il Destino stava giocando con un'Ispirazione musicale, mentre aspettava di poter incrociare i suoi mistici fili. Improvvisamente drizzò la testa e guardò verso la sua stanza. Si fece serio, rivelando così come quella di bambino non fosse la sua vera natura.

"Devo andare Giardino. Attenta a Morgana", disse solo. L'Ispirazione lo abbracciò e poi sparì in un turbine di dolci note.

La donna dai capelli rossi annuì sorridendo e poi tornò a guardare la porta del Destino, che iniziava ad illuminarsi, mentre sentiva Morgana liberare le anime di fuoco all'interno della sua parte più profonda. Il Giardino sospirò, ci fu un attimo in cui sentì il suo spirito scaldarsi impercettibilmente, poi la Guardiana chiuse le anime nella struttura alveare e tutto tornò alla normalità.

Poco tempo dopo, Morgana entrò dalla porta, legandosi i capelli in fretta e furia.

"Devo tornare al Castello, ho convocato Gabriel e poi voglio parlare con Nero. Dobbiamo intensificare le sessioni di addestramento della gente di Nera".

"Non volevi parlare di Elettra?", chiese gentile il Giardino. Morgana si immobilizzò, sgranando gli occhi.

"Come ho fatto a dimenticare? Santo cielo, sono proprio...", si sedette, portandosi una mano alla fronte "scusa, sono stanca". Il Giardino annuì, restando in attesa. Morgana lo guardò.

"Se davvero Sauro vuole il segreto della Parola e delle Scritture, pur sapendo che solo Lui può trasmetterle, il suo obiettivo è il Pianeta Rosso. È vitale che non ci trovi Elettra nel momento in cui i suoi demoni apriranno una breccia".

Il Giardino si accigliò.

"Se apriranno la breccia", disse incerto.

"Quando", lo contraddisse sicura Morgana "hanno intaccato lo strato esterno di Nera. Sauro è riuscito a ricreare le ombre primigenie ed io ho dovuto chiedere un favore a Samael. Non è un se, Giardino, è un quando".

Il Giardino la fissò incredulo, poi serrò la mascella.

"Non so se Nera può sostenere il peso di Elettra", disse schietto.

"Io posso farlo", rispose sicura Morgana "è mia sorella, il mio sangue, non solo la Custode della Biblioteca. Dove non arriverà Nera, arriverò io".

"Il Sonno potrebbe farsi più vicino ancora".

Morgana sospirò esasperata, passandosi una mano fra i capelli, nervosa.

"Allora cosa proponi? Non possiamo lasciarla sul Pianeta Rosso, lui la troverà!", quasi ringhiò.

Il Giardino scosse la testa, nemmeno lui sapeva cosa fare.

La porta del Destino si spalancò e lui ne uscì guardando Morgana severo.

"È già troppo tardi", disse fissandola intensamente "torna su Nera. Elettra è già in viaggio, Lui la ha contattata".

Le due donne si fissarono sconcertate.

"Il Pianeta Rosso è stato invaso pochi minuti fa".

Silenzio.

§

Morgana uscì dalla porta, entrando nella sala dei portali. Si diresse velocemente alla sala tattica, spalancando con forza la porta e attirando l'attenzione di Gabriel, Cohan e Nero, che la fissarono sconcertati.

NERADove le storie prendono vita. Scoprilo ora