La traccia di Samael

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Ripulire i primi tre snodi fu relativamente facile. Samael aveva previsto che ripulire il piano cardine avrebbe richiesto tempo e quindi aveva alleggerito il carico di lavoro di Morgana. Per quanto questo potesse sembrare assurdo agli occhi dei più, Samael le voleva bene e pur volendo impedire loro di fermarlo, non voleva ferirla, né ferire Jareth.

Per questo motivo, non trovarono nessuno fino al quarto snodo. Lì li aspettavano alcuni demoni erranti, che sparirono come videro il Demone Sovrano, e sette serafini, di cui solo cinque soggiogati. I due serafini non soggiogati, furono fulminati da Jareth, che non mosse un passo, limitandosi a guardarli.

"Fratelli" esordì Gabriel "vi prego, ascoltatemi. Siete ancora in tempo. Non parlo dei cinque soggiogati, ma di voi due, Valian e Salizar. Vi ho visto nascere, vi ho addestrato, seguito. Per favore, siete ancora in tempo per evitare il ripristino, tornate in voi."

"Non ci sarà nessun ripristino, Gabriel" sorrise Valian "il Fiore ci ha spiegato come espandere la nostra Luce, siamo più potenti di quanto fossimo quando ci hai allenato e inoltre, non siamo più legati alle regole del Giardino."

Gabriel sospirò. "Il Fiore vi ha ingannato. Non siete più potenti, espandete la vostra Luce in maniera incontrollata e ciò la rende, al contrario, più fragile."

Salizar ridacchiò. "Sappiamo che menti, Samael ci ha detto che lo avresti fatto. Non gli perdoni di essere più intelligente di te."

Gabriel serrò la mascella. "Questo non è-" ma una mano sulla spalla lo fermò.

Jareth si fece avanti, facendo sbiancare i due serafini. Il suo sguardo era severo, il viso impassibile. Posò lo sguardo su entrambi, per poi rivolgersi a Gabriel. "Stai perdendo tempo e lo sai. Samael è l'Inganno e manipolare questi due deve essere stato più che semplice. Inoltre, quello che stanno dicendo è stato loro suggerito per ferirti e renderti nervoso. Ci penso io."

Gabriel annuì, guardando i due fratelli con un misto di ostilità e comprensione. I due fronteggiarono Jareth, ostentando una calma che non avevano.
Salizar lo guardò. "Tu non hai nessun diritto su di noi. Hai abbandonato il Giardino e le sue vie e quindi-"

La risata di Jareth interruppe le sue parole. Lo sguardo raggelante che gli rivolse spinse il serafino a indietreggiare. "E tu cosa ne sapresti delle vie del Giardino, piccolo seme di serafino? Quando sei nato, io ero già il Demone Sovrano. Cosa ne sai delle leggi a cui sei vincolato? Cosa ti dice che le Leggi del Giardino e le Sue Leggi siano le stesse? Gabriel ti ha addestrato. Chi pensi abbia addestrato Gabriel?"

Mentre parlava, avanzava lentamente verso i due. Mentre Salizar era indietreggiato, Valian era rimasto immobile, paralizzato dalla paura, mentre Jareth acquisiva nuova forma. Non più Trono o Demone Sovrano, ma portatore della Sua parola.

"Io sono il complementare dell'Inganno. Io vedo attraverso tutto e tutti e nessuno può sfuggire al mio sguardo. Io sono l'occhio della verità. Tu parli di Leggi del Giardino e pensi che io non abbia diritti su di voi, ma ti sbagli, Salizar, ti sbagli eccome. Io ho diritto su di voi, perché voi siete me. Ognuno di voi è parte di me e a me adesso dovrete tornare."

"Co- non capisco..." balbettò Valian.

"Voi siete emanazioni. Le emanazioni delle mie emanazioni. Ergo: la luce che vi ha dato vita è la mia Luce."

"No, noi siamo fatti della Sua Luce."

"Esattamente."

Ci fu un momento di silenzio, che portò tutti alla comprensione.

"P-perché ci dici questo?" chiese Salizar incredulo "Pensi di spaventarci?"

Lui ancora rise, ormai le sue ali completamente formate, la sua Luce quasi inguardabile per i due. "Mi piaci, sei tenace. No, Salizar, non ho bisogno di spaventarvi più di quanto non siate, ve lo dico solo per farvi capire che il Fiore mente. Sempre. Inoltre, non potrete comunque dirlo a nessuno. È il momento di tornare a casa."

NERADove le storie prendono vita. Scoprilo ora