Billie
Quando si staccò da me mi sentii un vuoto dentro. Era come se tramite la sua bocca un po' della sua anima mi passasse attraverso la trachea e giungesse nel mio cuore, ravvivandolo. Improvvisamente avevo provato dentro di me tutte le emozioni di qualsiasi persona al mondo, nello stesso istante. Dalle più meravigliose, a quelle più profonde e dolorose.
Mi sorrise e intanto io tremavo, spaventata come un cucciolo quando sente degli spari in lontananza. Girai lo sguardo verso la finestra, con le lacrime agli occhi, e notai che stava piovendo a dirotto. Non volevo guardarla in faccia. Mi vergognavo. Di cosa? Non lo so.
Stemmo in silenzio per qualche secondo, senza incrociare i nostri sguardi. Lei mi tirò su dolcemente il mento e aprì la bocca per dire qualcosa ma si sentì il campanello suonare, così si interruppe.
«Dammi un secondo, Billie» pronunciò, poi mi diede un bacio a stampo sulla guancia toccandomi la mano tremante. Erano poche le volte in cui mi chiamava Billie e non Fata, quindi era strano sentir pronunciare il mio nome da lei in modo così serioso. Scese dal letto e andò ad aprire la porta, lasciandomi il tempo di ripensare a ciò che era appena successo.«Che cazzo ci fate già qui?» sentii esclamare Eco dall'ingresso, «E perché ci sei anche tu? Perché non sei su un aereo?»
«Il volo è stato cancellato e nonna rimane altri dieci giorni qua» pronunciò felice il bambino, Francesco, correndo allegro verso camera di Eco. Quando mi notò seduta sul letto si fermò sulla soglia della porta, guardandomi. Io gli sorrisi.
«Sei quell'amichetta di Eco, tu?» mi disse, ed io gli risposi di sì. Sentii intanto Eco sbraitare arrabbiata contro suo zio, Andrew, dalla cucina.«Ma non è possibile! Insomma, come si fa a cancellare un volo solamente per la pioggia? E se qualcuno avesse un colloquio importante di lavoro? O un'operazione da fare? Che cazzata è questa?» esclamò Eco.
«Se mi avessi risposto alle ventidue telefonate che ti ho fatto non mi faresti tutte queste domande, Eco. Potevamo pure essere sul punto di morte e tu non lo avresti saputo. Non so che cosa fare con te, davvero» disse lui, poi continuò a spiegare. «Mentre ci recavamo a Londra è arrivata la comunicazione che tutti i voli sono stati cancellati a causa del tempo. Londra è tutta allagata, l'aeroporto pure. Lo dicono i telegiornali. Gli aerei non possono volare così e hanno cancellato tutti i voli da e per Londra. Siamo tornati indietro, l'unico volo disponibile è tra dieci giorni, per cui vostra nonna starà qui ancora per un po'» finì Andrew.
Io mi alzai dal letto perché credetti che era meglio svignarsela. Camminai verso la cucina lentamente e quando si accorsero di me, i due mi salutarono sorridenti.
«Billie,» pronunciò Andrew «non sapevo che fossi qui.»
Prima che potessi rispondergli, Eco parlò: «Doveva farsi una doccia» disse.
«Ah, ho capito. Domani la vostra sarà pronta, verrà Eco a fare altre cose da te. Intanto, Billie, ti presento mia madre, Angela». Ella mi diede la mano sorridendo ed io le dissi che era un piacere conoscerla. Mi rivolsi poi a Eco. «Mi sa che io vado, Eco. Grazie per avermi fatto usare il bagno, vi devo un favore»
Lei sorrise brevemente, ma si vedeva lontano un miglio che era arrabbiata per qualcosa.
«Ti accompagno alla porta, Bil» disse con le braccia conserte e lo sguardo serioso. Salutai cortesemente e seguii Eco verso l'uscita. Feci per aprire la porta ma lei mi bloccò.
«Bil,» pronunciò a bassa voce, «Luke ti ha invitata alla sua festa di compleanno, mi ha detto di dirtelo. Sarà in un locale a Burford tra una settimana, mi ha detto che gli farebbe piacere che venissi. Ci verrai? Ci sarai?»«Credo di sì. Direi di sì, sì. Ringrazialo, da parte mia» risposi. Lei sorrise. Allungai di nuovo la mano verso la maniglia ma mi fermò per la seconda volta.
«Bil,» disse, «sono stata molto bene con te oggi, sappilo»
Si mordicchiò il labbro inferiore.«Anche io, Eco.»
Accennò un sorriso e mi lasciò andare.Arrivata a casa entrai in camera mia e scoppiai a piangere. Mille emozioni mi bruciavano dentro e non riuscivo a sopportarlo. Sfogai tutto in un pianto isterico, con la faccia schiacciata contro il cuscino. Volevo abbracciare mio padre, baciare Eco, non averla mai incontrata, non voler avere quell'aspetto. Da quanto piangevo mi venivano i conati di vomito. A chi potevo dirlo? A chi potevo dire come mi sentivo? Potevo scriverlo sul mio diario, ma se mia madre lo avesse trovato? Potevo parlare con Kim, ma avrei dovuto vederla quattro giorni dopo e non potevo aspettare tutto questo tempo.
Presi la bici e sfrecciai a Burford, ma questa volta ben fornita di felpa, giacca e, data la pioggia fitta, impermeabile.

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Girl ~Billie Eilish~
FanfictionBillie è una ragazza di diciassette anni che ha sempre vissuto nell'ombra. Dopo la morte del padre, il fidanzamento della madre e la perdita delle sue due uniche migliori amiche, non si sente parte di questo mondo e sfoga i suoi malesseri parlando i...