Era ormai giunta sera e da più di un'ora camminavo avanti e indietro nella stanzetta delle prove del Literary Cafe. Il mio stomaco si contorceva mentre mi guardavo allo specchio. Billie. Il mio nome sembrava un eco lontano, distante da me. Respirai profondamente, cercando di calmare i battiti frenetici del mio cuore, utilizzando il mio spray per l'asma. Mancava poco alle dieci e nel salone la gente cenava ascoltando la band suonare "musica da ascensore", come l'aveva chiamata Timothy. Misi un po' di lucida labbra e mi sistemai la cravatta nera che mi aveva prestato Nicolas, insieme alla camicia bianca.
Dovevo suonare un medley, cioè partire con la canzone The Hill e attaccarmi a Something dei Beatles. Sarebbe stata un'esibizione di 6 minuti circa, ed i miei organi stavano esplodendo.
Lo squillo del telefono interruppe i miei pensieri ansiosi. Lo presi e vidi il nome di Eco illuminarsi sullo schermo. Un sospiro di sollievo sfuggì dalle mie labbra mentre rispondevo.
«Eco, finalmente!» dissi, palesando la tensione accumulata dentro di me.
«Bil! Volevo sapere come ti senti» rispose. Sembrava stesse mangiando qualcosa, tipo patatine o qualche snack croccante, «Come va?»
«Non bene. Sono così nervosa. Non so se posso farcela»
Eco rise leggermente. «Io credo in te, Fata, ce la farai di sicuro...» pronunciò masticando, «Ho finito adesso di aiutare Andrew, prendo il motorino e sarò lì tra poco»
«Va bene. Ma tu non entrare!»
«Che?»
«Mi aspetti fuori, non voglio cantare davanti a te, te l'avevo già detto» affermai seria guardandomi allo specchio, ed era la verità. Lei scoppiò a ridere.
«Come se fossi un critico di musica!» rispose tra le risate, «Non ti giudicherei mai. Io sono stonata come una campana»
«Non è quello, è solo... che vederti mi farebbe agitare e ho paura che se mi faccio prendere dall'ansia sbaglio»
«Sei solo sciocca, ecco cosa»
«Mh... sì. Vorrei abbracciarti, in questo momento» affermai imbarazzata. Potei "sentirla" sorridere.
«Anche io. Ci vediamo dopo, ok? Sta' tranquilla e fai respiri profondi»
«Sì, a dopo»
La sua voce mi scaldò il cuore.
Provai la canzone picchiettando le dita sul tavolo sotto lo specchio illuminato fingendo di toccare i tasti di un pianoforte, e intanto cantavo nella mente.
Poco dopo vidi Timothy sulla soglia della porta, che mi faceva segno di raggiungerlo.
«Bil, sei pronta?» chiese entusiasta prendendomi le spalle.
«Più o meno» risposi sorridendo per finta.
«Meraviglioso, tra cinque minuti tocca a te. Non sei felice? Tutti sentiranno quanto sei brava!»
«Felicissima!»
«Ci sono persone importanti, scrittori, editori, critici letterari, giornalisti... se sbagliassi sarebbe una vergogna» pronunciò ridendo dal nervoso. Io lo guardavo timorosa. Sicuramente, a differenza di Kim che era sua sorella, Timothy non sapeva affatto mettere a proprio agio le persone. «Ecco! Tocca a te. Vai Billie cara, illumina i cuori di quella gente!» esclamò spingendomi lievemente verso il palchetto.
La band si era fatta indietro e un solo riflettore era puntato su di me. L'atmosfera calma che voleva trasmettere Timothy effettivamente c'era, ma dentro di me c'era tutt'altro che tranquillità.
Quando salii guardai le persone attente ad osservarmi, vestite eleganti, sedute a gustare un buon vino. Chiusi gli occhi e sospirai per qualche secondo, prima di suonare la prima nota al pianoforte.
Ne suonai una e poi mi fermai.Le mani mi tremarono.
Sentii qualcuno tossire nel silenzio.
Cominciai tremando a suonare The Hill, un brano semplice ma commovente al tempo stesso.
Cazzo, lo sto facendo davvero, adesso non devo fare stronzate. Billie, ti prego, non fare stronzate! Pensai agitata dentro di me.
Ora che avevo iniziato era tutto in discesa.
Mi concentrai sulle note e sulla melodia, senza sbagliare.
Poco prima di finire il brano alzai lo sguardo sulla gente e il mio cuore si fermò non appena vidi tra la folla lei. Stavo per mandare a puttane l'esibizione, per bloccarmi, ma il mio cervello me lo impedì.
Non puoi rovinare tutto così, Billie. Cazzo, concentrati!
Mi fissava con estrema attenzione, sorridendo, sorseggiando un calice di vino, proprio sotto il palco. Era Allison, quella ragazza dai capelli rossi che avevo incontrato al Cafe mentre parlava del suo libro Desidéri Oltre i Confini, intervistata da Timothy. Non sapevo perché ma mi faceva uno strano effetto vederla lì, ad ascoltarmi.
Ero tornata in me.
Terminai The Hill con il batticuore e attaccai subito a suonare Something. Chiusi gli occhi cercando di farmi trasportare dalla musica e dalle parole.
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Girl ~Billie Eilish~
FanficBillie è una ragazza di diciassette anni che ha sempre vissuto nell'ombra. Dopo la morte del padre, il fidanzamento della madre e la perdita delle sue due uniche migliori amiche, Billie non si sente parte di questo mondo e sfoga i suoi malesseri par...