Mi svegliai per il rumore del mio telefono che vibrava. Aprii gli occhi leggermente stordita e vidi Nicolas di fianco a me, che dormiva come un ghiro. Le maniche corte e strette del pigiama gli mettevano in risalto i muscoli -seppur non eccessivamente sviluppati- delle braccia. Era carinissimo. Gli tolsi la mano da sopra la mia pancia e presi il cellulare, mettendomi seduta. Era Andrew. Subito pensai a qualcosa di grave.
«Pronto?»
«Ciao, Billie. Scusami, ti ho svegliata?» disse lui parlando a voce bassa.
«No... no tranquillo. Dimmi tutto»
«Puoi venire da Eco oggi, se vuoi»
Chiusi gli occhi e sospirai. Finalmente potevo vederla.
«Grazie per avermi avvisato, Andrew. Mi preparo e arrivo»***
Nicolas mi accompagnò con la macchina in ospedale e se ne andò subito dopo.
Io entrai dentro e di corsa mi recai nella sala d'attesa, dove mi aspettava Andrew. Ci dirigemmo insieme verso l'ascensore e salimmo al piano in cui si trovava il reparto di Eco.Quando lèssi "PSICHIATRIA" mi venne un colpo allo stomaco.
Da una porta semiaperta vidi la sua stanza, al cui interno c'erano Maya, Christian, Luke, Tesla e Ashley, in piedi davanti al letto di Eco, a scherzare e ridere con lei. La stessa infermiera che il giorno prima aveva parlato con me e Luke mi accompagnò dentro, mentre Andrew rimase sulla soglia.
«È arrivata la tua amica, signorina Eco» disse l'infermiera sorridendo, interrompendo i discorsi tra lei e i suoi amici. Loro si girarono a guardarmi, tutti tranne Ashley: Luke e Maya mi sorrisero dolcemente, mentre Christian e Tesla fecero qualche passo indietro. Tesla sembrava si stesse trattenendo dal ridere.
«Oh, eccoti finalmente!» esclamò allegramente Eco, seduta a gambe incrociate sul lettino. Aveva le braccia e le mani fasciate da delle bende bianche, una flebo attaccata... eppure sorrideva come una bambina. A me invece veniva da piangere. Non capivo il perché fossero tutti così in vena di scherzi. Avanzai piano verso di lei.
«Ciao...» le dissi, con gli occhi lucidi e sul punto di lacrimare. Vedendomi così si incupì leggermente.
«Va be', tesoro, noi usciamo un secondo a fumare una sigaretta. Arriviamo tra pochissimo» pronunciò Luke, trovando palesemente una scusa per farci lasciare sole. Maya concordò con lui.
«Ne ho fumata una poco fa'» disse Tesla non capendo, o facendo finta di non capire.
«Ne fumerai un'altra» rispose secca Ashley, recandosi verso la porta. Quel suo intervento mi stupì: si vedeva lontano un miglio che io non le stavo simpatica; ciononostante comprese la situazione.Quando uscirono tutti mi avvicinai a Eco, che mi guardava zitta, e mi sedetti vicino a lei. Non sapevo che dirle. Avevo l'impressione che fossimo due sconosciute.
«Hey» dissi imbarazzata per rompere il silenzio.
«Hey»
«Come... come ti senti?»
«Da Dio» rispose ironica. Fece un debole sorriso, uno di quelli che fanno sembrare tutto normale anche quando nulla lo è.
«Immagino. Hai mangiato qualcosa... almeno?»
«Sì, qualcosa sì. Ma il cibo fa schifo» bisbigliò lei ghignando, dopo un sospiro, «e poi sono quasi tutti pazzi qui» continuò guardando in basso.
«Anche lo Stregatto dice qualcosa del genere, se non sbaglio» pronunciai, strappandole un altro sorriso.
«Sì...» rispose sospirando, «ma io sono solo un'autolesionista di merda. E dovrò stare qui per un po'»
«Che ti importa? Verrò a trovarti ogni giorno e starò con te fino a sera e anche di notte»
«Non devi passare il resto dell'estate in un ospedale per me, Bil»
«Ma che resto dell'estate! Quando ti faranno uscire, dai? Tra quattro giorni? Una settimana?»
«Un mese, Billie» disse, spegnendomi l'entusiasmo, «...come minimo»
«In che senso un mese? Qui, da sola?»
«Sì, e forse di più. Dicono che si devono accertare che io non mi faccia ancora del male»
«Ma tu non lo farai, vero?»
«No. No, non lo farò» rispose dopo qualche secondo di silenzio.
«Allora non capisco quale sia il problema! Dii che stai bene e che è tutto apposto, no? Ti faranno uscire»
«Che cazzo dici, Bil? Ma ti senti quando parli? Non è così facile, porca puttana. Non posso andare dai dottori e dire "mi sono quasi uccisa qualche giorno fa ma ora sto bene, è tutto nella norma!"» sbottò innervosita, senza alzare troppo la voce. Mi sentivo un'idiota.
Restai in silenzio e lei sospirò mettendosi le mani tra i capelli.
«Scusami, non volevo essere così aggressiva» disse dispiaciuta, senza guardarmi in faccia.
«Tranquilla. Scusami tu» risposi io.
«Ora ascoltami...» pronunciò lei mettendosi bene a sedere, prendendomi le mani, «ho sbagliato tutto con te»
«C- Che vuoi dire?» chiesi perplessa, con la voce tremante e le lacrime agli occhi.
Per un po' lei non rispose, mentre cercava le parole adatte.
«Io mi sentivo bene, Bil. Mentre mi tagliavo mi sentivo fottutamente bene. Avevo voglia di farlo quasi ogni giorno ma mi sono trattenuta per te. Quando sento il bruciore della pelle che si apre... mi sento volare»
«Perché... perché mi dici questo? Sai che mi fa soffrire sentirti dire queste cose»
«Ecco, appunto! Hai afferrato il concetto, Billie. Con me soffri, lo vuoi capire? Io non riesco più a far finta di stare bene per te. Ti porto troppi casini e non voglio»
«Ma- Nicolas mi ha detto che finirà di pagare lui tutti i tuoi debiti. E anche l'affitto del bilocale e anche io posso-»
«Bil, Bil, smetti di parlare un attimo, per favore» disse mettendomi un dito sulle labbra. «Io non voglio questo. Né per te, né per me. Io voglio che tu sia felice. Tu non puoi stare con una come me, ok? Tu devi vivere la tua vita ed essere felice e Nicolas non deve aiutarmi»
Ora stavo piangendo a dirotto.
«Come faccio a essere felice senza di te, Eco? Io non riesco, io voglio stare con te»
«Billie... tu non vuoi stare con me. Sono un'amica, no? Continuerà ad essere così: dirai che siamo amiche e che abbiamo vissuto insieme, così nessuno ti potrà giudicare o chiamare lesbica schifosa» disse a voce bassa sorridendo lievemente, ma con le lacrime agli occhi.Mi stava lasciando.
«Io ti amo» riuscii a dire tra le lacrime. «Ti amo dal primo giorno che ti ho vista»
A quelle mie parole guardò altrove e cominciò a piangere pure lei.
«Merda... tu... Cristo, tu non puoi amarmi, hai capito?»
Non dissi nulla. Mi limitai a stringere i pugni e a trattenere i singhiozzi. Ad un tratto mi prese la testa e se la portò vicino.
«Farà un po' male all'inizio, ok? Ma fidati che starai meglio senza di me, Fata»
Feci cenno di "no" con il capo. Sentirla chiamarmi Fata mi fece sciogliere il cuore.
Mi diede un bacio, quello che per lei era l'ultimo. Le nostre lacrime salate ci bagnavano le labbra e tutto ciò che non volevo fare era staccarmi dalla sua bocca.
Sentimmo bussare alla porta e fui obbligata a spostarmi da lei. Eco avrebbe continuato con piacere il bacio... ma io, stupida, temevo che potessero vederci. Mi guardò e accennò un breve sorriso.
Quel qualcuno bussò di nuovo.
«Avanti!» disse Eco, asciugandosi le lacrime.
Era l'infermiera, che aprì la porta lentamente.
«Signorina, ci sono tuo zio e tuo fratello che vorrebbero vederti»
«Falli entrare pure, grazie» rispose Eco.
Io cercavo di trattenermi, massaggiandomi gli occhi e il viso.
Francesco corse subito da sua sorella e le salì in braccio, sorridendo entusiasta. Anche Eco rise e lo accarezzò sulla testa.
Io mi alzai dal lettino, facendo un sospiro profondo e camminando verso la finestra.
«Va bene. Mi sa che vado, allora» dissi, con un colpo di tosse per fermare il pianto.
«Te ne vai di già?» domandò Andrew, più sollevato rispetto al giorno prima.
«Sì, sì devo... devo fare un po' di cose»
«Che peccato! Ho portato un gioco da tavola che potevamo fare noi quattro!» esclamò il bambino. Risi falsamente.
«Magari un altro giorno, che ne dici?» pronunciai, sapendo che non sarebbe mai accaduto. «Allora ciao» dissi poi, guardandola negli occhi.
«Ciao, Fata».Quando uscii da quella stanza crollai.
Ero persa. Ero finita. Esausta. Non era rimasto più niente di me. Ero tornata a essere un corpo senza forma e colore. Ero solo un fantasma, vuoto ma pesante al tempo stesso. Un ossimoro del cazzo.
Camminai tra i reparti per uscire dall'ospedale. Passando dalla sala d'attesa incontrai Luke, Maya e gli altri. «Hey, Billie-» disse Luke, ma li ignorai e continuai per la mia strada.
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Girl ~Billie Eilish~
FanfictionBillie è una ragazza di diciassette anni che ha sempre vissuto nell'ombra. Dopo la morte del padre, il fidanzamento della madre e la perdita delle sue due uniche migliori amiche, Billie non si sente parte di questo mondo e sfoga i suoi malesseri par...