16. Piccole e ingenue

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Billie

Quando entrammo in quella casa di non so quale sconosciuto, la musica mi rimbombava nelle orecchie. Eco mi guidò facendomi strada tra decine di ragazzi e ragazze ubriachi che non smettevano di palparsi e ballare. Luke lo avevamo già perso da qualche parte, ed io mi sentivo un po' fuori luogo. Un po' tanto fuori luogo.

«Volete da bere, dolcezze?» disse un ragazzo a caso spuntando dal nulla con due bicchieri in mano.

«No» disse seccamente Eco, non staccando la mia mano nemmeno per un secondo.
«Ci sei?» mi chiese.

«Ci sono.»

Continuammo ad avanzare fino a raggiungere il salotto che aveva due grandi divani al centro della stanza. Eco si tolse la camicia e la buttò su uno di quei divani rimanendo in canotta e lasciando scoperte le sue braccia bianche, poi mi riprese la mano.

«Hey Eco! Sei arrivata finalmente! Bella come il Sole!» esclamò un ragazzo venendo verso di noi. Lei è la Luna, idiota.

«Siamo passati a salutare» disse Eco sopra la musica.

«Avete fatto bene! Ciao, piacere di conoscerti, mi chiamo Dave» disse guardandomi.

«Piacere mio» risposi, ma a primo impatto non mi stava tanto simpatico.

«È un onore» disse poi baciandomi il dorso della mano. Sorrisi nervosamente e guardai Eco corrucciare lievemente la fronte. 

«Gli altri sono fuori a fumare, se li state cercando» pronunciò Dave. Eco ringraziò e continuammo ad avanzare mano nella mano, io dietro di lei.

«Dave era un mio compagno di corso di fotografia. È di Burford» mi disse.

Non sapevo facessi fotografia, Eco. Pensai.

Conosceva quasi tutti, in quella casa, e per me era molto imbarazzante. Guardai il telefono quasi morto di batteria: mancavano due minuti alle undici e a mezzanotte avrei dovuto essere già nel mio letto. Eppure, mi stavo trovando a casa di uno sconosciuto in mezzo a gente carica d'alcol.

«Vieni, andiamo fuori a raggiungere i miei amici, così te li presento. Sono un po' strani, però fidati che sono sim...» disse Eco avvicinandosi al mio orecchio, ma si interruppe quando notò due ragazze baciarsi appassionatamente a qualche metro di distanza da noi. Una delle due ragazze era bionda, appoggiata con la schiena al muro mentre toccava aggressivamente il sedere dell'altra ragazza stesa sopra di lei, che invece era mora e con un taglio di capelli molto simile a quello di Eco. La ragazza bionda aprì gli occhi e, notandoci, spinse lievemente via la ragazza che le si era attaccata al collo.
Sentii la mano di Eco stringere la mia ancora più forte. Voltò lo sguardo verso di me e sorrise avvicinandosi di nuovo al mio orecchio per dire qualcosa.
«Qualsiasi cosa... tu fregatene, me lo prometti?» disse solamente.
Feci cenno di sì con la testa, ma non capivo di cosa stesse parlando. Mi portò dalle due ragazze e quella bionda non faceva altro che guardarmi male, con quei suoi occhi color del ghiaccio.
Ora capisco...
Erano tutte e due bellissime e vestite divinamente, mentre io ero letteralmente in tuta. Mi sentivo piccolissima di fronte a due ragazze belle come loro. Soprattutto quella dai capelli biondi, che aveva due occhi grandi da cerbiatto.

«Eco, Eco, Eco... ti sei decisa a venire» disse proprio lei. «E questa? È la tua cuginetta a cui devi badare oppure ti sei già stufata di scoparti Jack?» aggiunse poi ghignando. Eco guardò altrove, senza mollare la mia mano, poi riprese il contatto visivo con la ragazza bionda che aveva appena finito di parlare.

«È un'amica, si chiama Billie. E lei invece chi è? La mia brutta copia, Ashlyn? Oppure vai con la prima buona che ti capita perché tutti quelli che ti conoscono davvero sanno che sei una troiaaffermò calma Eco. La ragazza mora guardò quella bionda, Ashlyn, che si mordeva il labbro superiore innervosita. «Ho visto che eravate impegnate. Vi lasciamo alle vostre cose» disse poi guidandomi verso la porta-finestra che conduceva al terrazzo, prima che Ashlyn potè aprire bocca. Mentre mi allontanavo, mi seguì con gli occhi fino a quando la folla mi impedì di vederla, ed io mi sentivo cecchinata dagli sguardi di tutti.

Girl ~Billie Eilish~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora