37. Il nostro ultimo bacio

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Eco

Dopo che Billie uscì di casa, a tavola calò un silenzio tombale. Non era affatto da lei reagire così impulsivamente: di solito ero io quella che sbatteva le porte, dava calci alle sedie e se ne andava via come una stronza per poi tornare il giorno dopo. Ma quella sera Billie mi stupì. Non so cosa le avesse dato più fastidio: se la sfilza di commenti di Mike, la notizia della proposta di matrimonio o l'aver saputo che sua madre tradiva suo padre. Sapevo, però, che dovevo fare qualcosa.
«Deve ancora metabolizzare. Le passerà presto. Non è così?» disse Finneas balbettando rivolgendosi a Mike, che bevve un sorso di vino. Maggie piangeva silenziosa. Avevo gli occhi di Philipe puntati addosso e non riuscivo a capire se il suo fosse uno sguardo che avesse voluto intendere "corri da lei" oppure "non provare ad alzarti da questo tavolo". Peccato che io sapevo già cosa fare.
«Forse è meglio che io vada, ora» dissi spingendo indietro la sedia. «Vado a vedere come sta Billie. Emm, auguri per il matrimonio. Viva l'amore...». Guardai prima Finneas e Claudia e poi Mike «in tutti i sensi» finii, e mentre mi allontanavo da quella sciagurata situazione notai con la coda dell'occhio Philipe sorridere compiaciuto.
Uscii da casa O' Connel e mi guardai intorno per cercare Billie. La vidi in lontananza camminare con le mani conserte, il cappuccio della felpa tirato su. Le corsi in contro. La strada era, come sempre, a malapena illuminata e con una lieve nebbia fastidiosa.
«Billie,» dissi piano toccandole la spalla non appena la raggiunsi. Si girò verso di me con le lacrime agli occhi, e la abbracciai. Era così fredda. Si strinse forte a me e cominciò a singhiozzare.
«Bil ti prego non piangere, non riesco a vederti così» le sussurrai all'orecchio.
«Perché deve essere sempre tutto una merda nella mia vita?» disse tra i singhiozzi.
«Hey non dire così. Adesso hai me, sono qui con te. Sono qui. Hai capito? Sono qui»
«Non mi dire stronzate pure tu! Ne ho abbastanza, anche di te» esclamò spingendomi, e scoppiò in un pianto liberatorio. La strinsi forte e si abbandonò tra le mie braccia posizionando il viso bagnato tra la mia spalla ed il collo. Le baciai la testa, e piano piano si calmò. Le tirai su il viso e le asciugai le lacrime, poi la baciai sulla bocca bagnata.
«Tu sei molto più di un bacio per me, Billie. Te lo giuro»
La baciai di nuovo ed il suo breve sorriso tremante fu per un breve periodo un muro tra le nostre labbra.
«Facciamo una cosa ora,» dissi staccandomi, «prendiamo qualcosa da mangiare e parliamo un po'» le proposi a pochi millimetri di distanza dalla sua faccia. Fece sì con la testa.
«Dobbiamo dirci molto. Prendiamo la mia scorciatoia e andiamo al parco»
«No, Eco. È davvero troppo buio lì. Passiamo dalla strada»
«Ti fidi di me? Non succederà niente, Bil. Chi vuoi che ci sia a Slaughter con questa nebbia?»
«È che... ho da giorni una sensazione strana addosso, non lo so...»
«Non ti preoccupare, mia Fata Turchina. Non ci accadrà niente» dissi, ignara di ciò che ci sarebbe successo poco dopo.

Eravamo quasi arrivate al parco, quasi arrivate nel nostro posto sicuro. Ad un tratto sentii qualcuno afferrarmi la maglietta e strattonarmi indietro. Billie urlò ma subito dopo un ragazzo incappucciato le mise le mani sulla sua bocca per zittirla. Qualcuno mi diede un pugno sul naso e un altro sulle labbra. Sentii un dolore lancinante. Caddi a terra e mi toccai la faccia, poi guardai le dita sporche di sangue. Provai ad alzarmi per raggiungere Billie, che era tenuta per le braccia da altri tre ragazzi. Riconobbi poi chi mi aveva tirato quei pugni: era Adam. Parlò a Bil, che piangeva spaventata. Io osservai la terribile scena disorientata.
«Cavolo, Billie, sei cresciuta bene. Ti ricordi al compleanno di Drew? Eri sopra di me, mi baciavi e mi toccavi proprio . Mentre la tua migliore amica -la mia fidanzata!- stava di sotto a ballare e a festeggiare. Ma che razza di amica sei?»
«Lasciala stare!» provai a difenderla, ancora stordita per i pugni. Uno dei tre ragazzi che teneva Billie venne da me e mi bloccò a terra stringendomi le mani dietro la schiena.
«Taci, non urlare, brutta oca! Oppure ti do tanti di quei calci che ti rovino per sempre. Poi chi ti vorrà
più?» disse lui puntandomi il dito contro, «Non so chi delle due sia più troia, a dir la verità. Se tu, che hai tradito la tua migliore amica e ora scopi con la ragazza di Jack; oppure tu, che... non c'è manco bisogno di dirlo, lo sei e basta. Lo sanno tutti». I suoi amici risero di gusto.
«Ma che cosa vuoi da me, Adam?»
«Ti ho detto di non gridare, cazzo»
«Dimmi che cosa vuoi»
«Voglio farti vedere una cosa, Eco. Ti ricordi questo giorno?» disse lui. Prese il telefono, si accovacciò davanti a me e fece partire un video. Nel video c'ero io, in costume da bagno, che venivo ripresa mentre facevo uso di... quella merda lì. Non sapevo nemmeno che fossero in possesso di un video del genere. Nel filmino si vedeva anche Jack vicino a me, che rideva sbronzo e mi importunava tra le risate.
«Che cazzo c'entra? Quel video è di due anni fa, ho smesso e lo sai. Perché mi stai facendo questo?»
Sentivo in bocca il sapore metallico del sangue, così sputai.
«Che stupida che sei. Forse tu non sai che il tuo bel ragazzone ci ha fatto perdere diecimila sterline che erano da spartire tra di noi, facendosi beccare dalla polizia. Quando ti faceva comodo eravamo tuoi amici, no? Adesso la piccola Eco ha paura?»
Ero paralizzata, non sapevo che cosa rispondere. Billie dietro Adam si dimenava per ribellarsi. Intanto i due ragazzi ghignavano, ridevano e la sbaciucchiavano. Quell'immagine spaventosa mi perseguita ancora oggi.
«Farò tutto il cazzo che volete, ma lascia stare in pace Billie, non c'entra niente, lasciatela stare, ha l'asma. Volete farla morire?» implorai piangendo. Bil cercava di prendere lo spray dalla tasca. Aveva la faccia del tutto rossa e gli occhi lacrimanti e spaventati. Tra di loro si fecero un cenno con la testa e le lasciarono libera per permetterle di usare l'aggeggio.
«Te lo dirò una volta sola. Per colpa di quel coglione di Jack abbiamo i fottuti debiti e se non mi darete quei fottuti soldi indietro ci saranno gravi conseguenze per ognuno di noi. Ho tutti i fottuti messaggi, tutte le fottute chiamate. Tu eri al corrente di tutte le volte che Jack spacciava. Non puoi tirarti indietro ora. Sono stato chiaro?»
«È impossibile, non li ho quei soldi!»
Mi beccai un altro pugno.
«Allora metti in moto il tuo cervellino bello e trova un modo per averli» disse a denti stretti prendendomi il mento, con la schiuma alla bocca. «Quanto cazzo sei bella così» continuò poi ridendo. Mi baciò a stampo ed io provai a scansarmi. Gli sputai in faccia e fece per darmi un altro pugno, ma uno dei suoi amici lo fermò: «Ora basta, Adam. Andiamo via»
Adam indietreggiò. I due ragazzi mollarono la presa e lasciarono andare Billie, che corse da me inginocchiandosi. Ci minacciarono dicendoci di chiudere gli occhi per quindici secondi e poi scapparono via, senza lasciare tracce, lasciandoci lì a tremare.
«Eco! Merda!» gridava agitata piangendo, col fiatone. Mi prese la testa e mi guardò il naso da cui colava sangue.
«Tu stai bene?»
«Io sì ma... ma tu guardati! Dobbiamo cercare del ghiaccio! Devo chiamare l'ambulanza e la polizia e-»
«No. Non chiamare niente. Nessuno deve sapere di questo»
«Ma come facciamo!?»
«Calmati, Billie. Hai l'asma, calmati. Aiutami ad alzarmi»
Mi tirò su tutta tremante.
«Hai bisogno di acqua e di ghiaccio. Torniamo a casa!»
«No, a casa no. Non voglio far preoccupare mio zio. Non voglio altri casini. Al chiosco dobbiamo andare, lì ci daranno un kit medico. Fa male, cazzo».

***

Ci ritrovammo sedute sullo stesso muretto su cui avevamo parlato per ore la prima volta che io e Billie eravamo uscite. Mi asciugava il sangue secco del naso con un tovagliolo bagnato d'acqua gelata.
«Ahia!» esclamai afferrandole con forza il polso per bloccarla.
«Scusami, scusami. Faccio piano...»
«Secondo te è rotto?»
«Non mi sembra, no. Gran parte del sangue viene dalla bocca. Ci- ci è andato pesante»
Silenzio.
«Non avrei dovuto costringerti a prendere la scorciatoia»
«Ora non iniziamo, Eco. Ci avrebbero preso comunque»
«No, ti ho messo in una situazione di pericol- ahia, porca puttana!»
«Scusa! Stai ferma. Ti faccio male?»
«Bene non fa...»
«Comunque sei bella anche con il naso storto»
«Non ho il naso storto! È storto?»
«No, ti sto prendendo in giro. Ma saresti bella lo stesso»
Sorrisi.
«Billie...»
«Taci»
«Dammi un bacio» dissi, e lei senza fare nessuna smorfia di perplessità si avvicinò, ma quando poggiò le sue labbra sulle mie mi spostai per il dolore.
«Per ora forse è meglio non baciarci» disse sorridendo, accarezzandomi. La mano le tremava ancora un pochino.
«Non capisci. È il nostro ultimo bacio, questo»
«No. Che intendi dire? Perché ora parli così?»
Ancora silenzio.
«Senti... non volevo dire quelle cose... per me tu sei...»
«Ti sembra il momento delle scuse, questo?»
«Sì, Billie. Ti ho ferita ed è l'ultima cosa che voglio. Ma io e te non possiamo stare insieme»
«Perché dici questo?»
«Ho molti problemi, Billie. Non sono normale, meriti di meglio»
«Se per questo nemmeno io lo sono. Siamo un bel po' incasinate. Però tu mi hai salvata, mi hai aperto gli occhi»
«Non voglio che tu entri nel mio passato. Non voglio rovinare la tua vita, Bil. Lo capisci?»
«Tu non la rovini, la migliori»
«Tutto questo non mi sembra che ti migliori la vita»
«Io sto vivendo, ora, con te»
«È una vita di merda»
«È comunque... vita. Vita vera. Non più finzione»
«No... io...»
«Troveremo quei soldi, Eco. Ruberò i soldi della beneficenza, lavorerò extra, chiederò a Nicolas. Nicolas! Cazzo, Adam e i suoi saranno andati pure da lui, è il fratello di Jack»
«Ed è anche fottutamente ricco. Dobbiamo andare da lui».

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