Billie
«Riesci a guidare in queste condizioni?» le chiesi.
«Sì» rispose seria. Il suo sguardo mortificato, oltre che impaurito e traumatizzato, mi faceva davvero tenerezza. Se ne stava in silenzio, con gli occhi persi. Le accarezzai la guancia e al contatto delle mie dita sulla sua pelle socchiuse gli occhi gonfi, poi mi baciò il palmo della mano.
«Mi sento una merda»
«Hey... basta adesso. È finito»
E non proferì più parola fino all'arrivo alla villa di Nicolas. Durante il viaggio avevo provato a chiamarlo ma non avevo ricevuto risposta. Quando scendemmo dall'auto tutto era tranquillo. Spaventosamente tranquillo.Eco bussò forte anche se la porta era aperta. Poiché non ci rispondeva nessuno decidemmo di entrare comunque. Le luci erano tutte spente.
«Nicolas, sei qui?» lo chiamai. Lei accese la luce e ci guardammo l'una con l'altra, con occhi spalancati dalla sorpresa, quando varcammo del tutto la porta e trovammo Nicolas legato ad una sedia, con un fazzoletto in bocca, lo sguardo terrorizzato e il volto pallido. Senza indugiare, corremmo verso di lui.
«Nicolas, che cazzo è successo?» chiesi spaventata, mentre Eco lo liberava dalla sedia togliendogli il panno dai denti.
Ancora tremante, raccontò ciò che era accaduto, massaggiandosi i polsi. Adam, come avevamo immaginato io e Eco, aveva fatto irruzione nella sua casa con quelli della sua gang. Lo avevano minacciato per ottenere i soldi che dovevano. E non si erano limitati a questo. Una volta liberato del tutto si alzò disperato e prese in mano il telefono.
«Chiamo la polizia, cazzo»
«Non puoi farlo» gli disse Eco andandogli contro.
«Ma di che diavolo stai parlando?! Certo che posso!»
«Metti giù quel dannato telefono!»
«È tutta colpa tua, non è vero? È successo tutto questo casino a causa tua e di Jack. Ora vi assumete le vostre responsabilità. Io chiamo la polizia!»
«Nicolas, non farlo, ti prego! Ci saranno conseguenze terribili, per ognuno di noi!» mi intromisi io, e lui si fermò.
«Billie, non capisci che dobbiamo chiamare la polizia?! È logico! È per il tuo ed il mio bene! Mi hanno messo le mani addosso e legato a una cazzo di sedia, guarda il naso di Eco e guarda in che condizioni sei messa tu!»
«Non puoi farlo, Nicolas. Ti prego, ascoltami. Non tutto deve sempre avere una spiegazione logica» ribattei prendendogli le mani, con le lacrime agli occhi.
«Billie, Nicolas ha ragione» disse Eco in un angolo della stanza. Sospirò. «Chiamerò io la polizia, non c'entrate niente voi con tutto questo casino. Voi... starete bene, senza guai» continuò mortificata, prendendo lei stessa il telefono.
No, io non potevo perderla. Non potevo perdere Eco per qualcosa che non aveva fatto e che era parte di un passato lontano. Mi avvicinai a lei per prenderle il telefono dalle mani ma si allontanò e mi bloccò.
«Eco, metti giù quel telefono! Ma non capite che succederà tutto fuorché quello che vorremmo se chiamiamo la polizia?»
«Billie, io e te non c'entriamo niente con questa storia!»
«Ci siamo già dentro a questa storia! Non crederai mica che, se chiamassimo la stazione, questo fermerà la gang di Adam nel farci del male. Peggiorerà solo le cose. Noi abbiamo avuto esperienza solo con qualche suo compagno ma chissà quanti sono e in che città sono. Dietro c'è qualcosa di molto più grande e chiamare la polizia per denunciare mi sembra una stronzata. Ci faranno del male, comunque» dissi. Nicolas sospirò e tirò un calcio alla sedia. Era teso, tanto teso. Eco invece aveva ancora il telefono in mano e lo guardava, senza sapere cosa fare. «Non chiamare» affermai di nuovo. Nicolas si avventò su Eco. «Dammi quel cazzo di telefono» esclamò, glielo strappò dalle mani e lo lanciò via, disperato. «O ci salviamo tutti, o non si salva nessuno qui» concluse.
«Sì... hai ragione» affermai.
«Ora... ci facciamo un tè e cerchiamo una soluzione insieme, riflettendo e ragionando con logica a mente fredda. Devo calmarmi»
«Il fottuto tè te lo lancio addosso! Hai capito?»
«Tu! Tu devi solo ringraziarmi, ti sto salvando il culo!»
«Ragazzi, basta! Smettetela! Eco, calmati e siediti. Nicolas, prepara il cazzo di tè e cerchiamo di trovare un modo per avere quei fottuti soldi!» sbottai. Si zittirono entrambi. Non mi ero mai sentita in una posizione così dominante. Mi stavano dando retta, mi ascoltavano, io agivo su di loro e non viceversa. Nonostante la brutta circostanza, mi sentivo abbastanza bene con me stessa. Nel silenzio ad un tratto notai Eco ridere sotto i baffi e coprirsi la faccia con la mano. La situazione che si era venuta a creare ora era tragi-comica.***
Arrivò Nicolas con il tè e si sedette pure lui sul divano insieme a me e Eco, che guardava fissa un punto davanti a lei con le mani congiunte sotto il mento.
«Ecco, prendete»
«È un Darjeeling?» chiese Eco assaggiando il tè con aria disgustata.
«Sì, e allora?»
«E allora io non lo bevo il tè dei ricchi»
«Eco... bevi quel tè» dissi squadrandola. Se uno di noi tre avesse perso la calma per qualche stupida ragione sarebbe potuto succedere il finimondo. Bisognava dar modo all'equilibrio di regnare tra di noi. Eco bevve il tè in silenzio e Nicolas tirò fuori un foglio e una penna.
«Allora... quello che ci serve sono 10.000 sterline. Se ognuno di noi dovesse equamente dare una cifra precisa sarebbe di... 3.333,3 periodico sterline»
«Periodico» gli fece il verso Eco accendendosi una sigaretta. Nic la guardò storto.
«Potresti evitare di fumare in casa mia, per piacere?»
«Non devi darmi fastidio, in questo momento» rispose lei sospirando con gli occhi chiusi.
«Nicolas, falle fumare una sigaretta. Una sola e basta» affermai intromettendomi. Eco mi guardò ghignando e Nicolas acconsentì sbuffando. «Vai pure avanti, ora»
«Ok, stavo dicendo... a testa sarebbero circa 3.000 sterline ma-»
«Io non li avrò mai quei soldi»
«Eco, fallo finire, cazzo! Continua!»
«Grazie, Billie. Io potrei anche metterne 5.800. Ho ricevuto una borsa di studio e... sì... potrei usare quei soldi, per non destare sospetti. Se i miei scoprono che ho rubato del denaro di loro proprietà dalla banca mi ammazzano, seriamente»
«Ma che cosa dirai quando ti chiederanno dove sono finiti i soldi della borsa di studio?»
«Dirò che li ho dati ad un'associazione di ricerca per... che ne so per cosa! Per qualcosa!»
Eco si morse il labbro inferiore, pensando a tutta la situazione. «E io che dovrei fare?» chiese poi.
«Quello che sai fare meglio» rispose Nicolas.
«Non farò sesso con nessuno» disse, e mancava poco che mi andasse di traverso la bevanda.
«Non intendevo quello! Tu dipingerai! Ti metterai in piazza a fare ritratti alle persone o caricature. E se metti 20 sterline a dipinto e fai 4 dipinti al giorno per 30 giorni ti ritroverai in tasca 2.400 sterline, che sommate alle mie 5.800 fanno 8.200 sterline. Ciò significa che ne rimarranno 1.800 per arrivare alla cifra finale di Adam» concluse Nicolas cerchiando con la penna i calcoli scritti che aveva fatto a mente mentre parlava.
«Cavolo... è già un buon traguardo» affermò Eco.
«Buonissimo, direi».
Entrambi mi guardarono ed io non credevo a quello che stavo per dire. «Io, ragazzi, posso cantare».
Sorrisero.
«È una grandissima idea, Billie».
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Girl ~Billie Eilish~
FanficBillie è una ragazza di diciassette anni che ha sempre vissuto nell'ombra. Dopo la morte del padre, il fidanzamento della madre e la perdita delle sue due uniche migliori amiche, Billie non si sente parte di questo mondo e sfoga i suoi malesseri par...