Billie
Mi svegliai con il suono di una voce maschile adulta che gridava fuori dalla porta, mentre intanto bussava prepotentemente con forza.
«Eco!»
Aprii di colpo gli occhi spaventata e mi guardai attorno. Era mattina presto. Mi misi seduta cercando di capire cosa stesse succedendo e soprattutto di chi fosse quella voce. Non sembrava affatto familiare.«Eco, so che sei lì dentro!» sbraitò di nuovo l'uomo.
Lei dormiva serena e tranquilla di fianco a me, addirittura ancora russando, quindi la scrollai.
«Eco,» le dissi preoccupata «ti sta chiamando qualcuno»
Niente. Continuava a russare.
La scossi un po' più forte, e a quel punto si svegliò bruscamente.
«Che cazzo succede?» chiese stordita.
«C'è un uomo che sta bussando e ti chiama»
«Apri la porta!»
«Oh mio Dio... cazzo» esclamò mettendosi le mani in faccia, «...ci mancava solo lui...»
Si alzò lenta, mettendosi dei pantaloncini corti della tuta, perché aveva dormito solo con una maglietta addosso.
«Chi è? Devo chiamare la polizia?» domandai in ansia.
«È Henry, il proprietario del bilocale» rispose con aria assonnata, avviandosi verso la porta. La aprì, ed io li guardavo parlare dal letto. Era bellissima senza trucco e un po' spettinata.
«Eco! Finalmente!»
«Henry» disse svogliata.
Era un uomo di mezza età, basso, tutto sudato e con la stempiata.
«Sei in ritardo di un mese con l'affitto»
«Sì lo so... ho avuto alcuni problemi. Ti darò tutto a breve»
«Ti conviene, altrimenti ti sbatto fuori. Tanto non ci stai mai in questo buco di appartamento, almeno lo affitto a qualcuno che lo usa e mi paga»
«Te lo prometto. Questo bilocale mi serve, starò qui per un po'»
«Allora se entro una settimana non ho i soldi ti sbatto fuori, chiaro?»
«E li avrai! Mi sono lasciata con Jack, devo fare tutto da sola e sono piena di casini»
«Ti do tempo una settimana. Altrimenti t-»
«Ho capito, mi sbatti fuori»
«Brava» le rispose, poi cambiò tono schiarendosi la voce. «Non sapevo ti fossi lasciata con quel bel giovanotto. Be'... ora che sei single possiamo approfittarne per conoscerci meglio, non credi? Puoi venire a cena da me una sera e ti preparo la zuppa di pesce, la mia ex moglie l'adorava» cominciò a dire lui, ma prima che potesse finire la frase Eco gli aveva già chiuso la porta in faccia, ignorandolo.
«Ciao Henry» disse nel mentre.
Questo un po' mi fece ridere.
Mi guardò stanca e nervosa.
«Perché tutti vogliono da me o soldi o sesso?»
«Stava davvero cercando di rimorchiarti?» le dissi io alzandomi, un po' infastidita.
«Lo ha sempre fatto, ma non ci do peso» rispose sbadigliando e stiracchiandosi. «Fanculo quell'uomo. Stavo facendo un sogno bellissimo e lo ha interrotto proprio sul più bello» continuò.
Ormai io non avevo più sonno.
Mi diressi verso la cucina e preparai il caffè per entrambe, dandole le spalle. Lei si ristese sul letto e abbracciò il cuscino.
«Che sognavi?»
«Te» rispose decisa. Io sorrisi elettrizzata mentre prendevo due tazze dalla mensola.
«Ah sì? E che facevo?» dissi calma legandomi i capelli in una coda bassa. Ghignò con gli occhi chiusi e sospirò senza dire niente. Io aprii intanto le finestre per far cambiare l'aria e Eco fece una lieve espressione di fastidio a causa della luce del sole che le colpiva gli occhi. Poi si abituò e mi guardava attenta, seguendomi con lo sguardo ovunque mi muovessi. Addosso avevo solamente una delle mie solite magliette lunghe e, chiaramente, gli slip. Sospirò, massaggiandosi le tempie.
«Quindi? Che facevo nel sogno?»
«Niente,» rispose ridendo, «eri solo bella, tutto qui».
Non sembrava al cento per cento la verità. La provocai ancora un po'.
«Hai detto che ti ha interrotto in un momento cruciale»
Rise, leggermente imbarazzata. «Sì, è vero».
Si alzò e venne verso di me. Sentii il mio cuore uscire fuori dal petto. Mentre versavo il caffè nelle tazzine mi abbracciò da dietro e mi baciò entrambe le spalle, causandomi la pelle d'oca. Socchiusi gli occhi alla sensazione delle sue labbra sul mio corpo. Mise le mani sotto la mia maglietta e salì fino al seno, facendomi sentire il suo respiro sul collo.
Ripensai a quel che era successo tra noi due a casa di Sarah il giorno prima: "Hai un debito con me", mi aveva detto. Io non ero in grado di ripetere quel che Eco mi aveva fatto con la lingua e avevo paura di non essere abbastanza brava per lei, che aveva molta più esperienza di me. Per questo motivo mi spostai, e lei rimise le mani a posto. Mi girai e le porsi la sua tazzina di caffè, che bevve in silenzio senza staccarmi gli occhi di dosso.
Guardai sul tavolo e vidi il disegno che aveva fatto quella notte: ero raffigurata io di profilo, mentre leggevo il Simposio semi sdraiata sul letto e con le gambe nude. Tutto era in bianco e nero tranne i miei capelli, colorati di un blu acceso.
«Questo lo aggiungo alla collezione dei ritratti che ho di te. Voglio chiamarla Fata Turchina» disse, posando la tazzina vuota nel lavabo.
Non risposi. «Vado a farmi uno shampoo. Devo cantare al Literary Cafe e non posso presentarmi con questi capelli»
«Perché no? Ti donano davvero»
«Troppo appariscenti per i miei gusti» risposi recandomi in bagno.
Mi lavai energicamente i capelli nel lavandino, cercando di fare andare via il colore, ma quando tirai su la testa e mi guardai allo specchio il blu era ancora lì presente e vivido. «Cazzo...»
Provai a sciacquare e risciacquare più volte, ma non c'era nulla da fare.
Uscii dal bagno con i capelli umidi. «Eco,» la chiamai, e lei si girò «avevi detto che il colore sarebbe andato via dopo un lavaggio, no?»
«Sì... mi pare di aver letto così sull'etichetta» rispose, andando a prendere il barattolo di tinta. Lèsse cosa c'era scritto. «Forse ho preso la confezione sbagliata... mi sembrava di aver visto bene... forse lo avevo letto su un'altra confezione e mi sono confusa e ho preso questa. Ho incontrato una persona ieri al supermercato e mi ha distratta...» rispose dispiaciuta. Sospirai.
«Merda. Li terrò così»
«Scusami, sono così stupida-»
«Non fa niente Eco, non sono arrabbiata con te» la tranquillizzai. Non volevo darle altro senso di colpa. Lei annuì. Mi guardai di nuovo allo specchio.
«Credimi che ti stanno veramente bene. Poi un po' il colore è scaricato, non sono più blu come ieri» disse, ma non era proprio vero.
«Sarà...» pronunciai, «Devo sbrigarmi. Devo essere tra mezz'ora al Literary Cafe per le prove» aggiunsi guardando l'orologio.
«Ti accompagno io in moto. Andrew ha lasciato il suo casco qui, puoi usare quello»
«Va bene, grazie»
Camminò verso di me, mi prese la faccia con una mano e mi diede un energico bacio a stampo. «Mi preparo» disse poi, andando in bagno.
«Sì», affermai scossa, accarezzandomi il collo umido.
Mentre la aspettavo ne approfittai per togliermi una curiosità che non poco mi imbarazzava. Presi in mano il telefono e andai su internet.
"Sesso orale a una donna: come fare", digitai.
Mi sentivo così stupida a cercare quella roba! Avevo bisogno di saperne almeno qualcosa, ma internet non era di così grande aiuto. Lèssi qualche articolo e guardai qualche immagine esplicativa, ma ciò che sentivo dentro era solo un profondo imbarazzo e un lieve disgusto.
«Ci siamo?» pronunciò poi Eco uscendo dal bagno, facendomi spaventare.
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Girl ~Billie Eilish~
FanfictionBillie è una ragazza di diciassette anni che ha sempre vissuto nell'ombra. Dopo la morte del padre, il fidanzamento della madre e la perdita delle sue due uniche migliori amiche, Billie non si sente parte di questo mondo e sfoga i suoi malesseri par...