Dopo aver finito di discutere Nicolas si alzò dal divano per andare a lavare le tazze ed Eco si mise un'altra sigaretta in bocca. Stava per accendersela ma Nicolas la squadrò.
«Ah, ah. Quali erano i patti? Una sola sigaretta» pronunciò lui. Eco alzò gli occhi al cielo e uscì fuori dalla porta dicendo "Arrivo", lasciandoci da soli. A quel punto io mi avvicinai a lui, che sciacquava i piattini e le tazzine in silenzio.
«Ti sono molto grata» gli dissi, «per quello che hai fatto 'stasera. Anzi, per quello che non hai fatto. E per i soldi. Sei un vero amico, Nicolas»
«L'ho fatto per te, Billie. Solo per te, sappilo. Ci tengo alla tua incolumità»
«E per questo ti ringrazio»
«E... l'ho fatto anche perché so quanto tu tenga a Eco. Quando c'è lei hai un altro aspetto, un'altra luce. Una luce che non hai quando sei con me. Non sono stupido, me ne sono accorto» disse con sguardo mortificato.
«Nic... io... io ti devo un sacco di cose. Sei sempre buono, so che ti faresti in quattro per me e che non mi feriresti mai»
«Già, io non ti ferirei mai. Ma invece Eco? Lei ti ha mai ferita, Bil? Sei tornata indietro da me quasi piangendo quella volta, quando pioveva e si era presentata davanti al negozio» disse, ed io sentii un vuoto dentro. Certo che sì, più volte Eco mi aveva ferita e delusa. La volta a cui si riferiva era il giorno in cui Eco mi aveva detto che di me non gliene importava nulla. Ancora il ricordo fa male.
«No. Avevamo solo discusso per una scemenza, tutto qui» risposi mentendo. Lui accennò un sorriso e guardò in terra.
«Bil» sentii pronunciare da dietro le mie spalle. Mi voltai e vidi Eco in piedi sulla soglia della porta «ho finito, possiamo andare se vuoi» disse.
«Oh, sì» pronunciai. Mi girai verso Nicolas e impulsivamente lo abbracciai forte. «Ti voglio bene, Nic» gli dissi tra il suo collo e la sua spalla.
«Anche io, Bil. State attente, per favore».
Mi diressi verso Eco, che sembrava infastidita da quell'abbraccio, nonostante non avesse commentato.«Ti porto a casa?» mi domandò mentre attraversavamo il giardino di Nicolas.
«Non mi va di dormire a casa» dissi.
«Nemmeno a me. Però dii a tua madre che sei ancora viva, non farla preoccupare, hai capito? Dille che sei rimasta da Nicolas a dormire»
«Per quale motivo non posso dire che sono con te?»
«Perché non si tranquillizzerebbero se sapessero che sei con me nel mio studio».***
Ormai si era fatta mezzanotte passata. Avevo gli occhi stanchi ma ancora qualche briciolo di adrenalina in corpo.
Giunte davanti alla saracinesca del bilocale di Eco, lei sbirciò sotto lo zerbino, poi mi guardò preoccupata. Questa notte non finirà mai! Pensai tra me e me.
«Ora che c'è? Che stai facendo?» domandai.
«Lascio sempre le fottute chiavi qua sotto ma non ci sono. Forse le ho dimenticate dentro» disse con le mani tra i capelli.
«Oh cazzo... e ora dove dormiamo? Che facciamo? Poi che razza di idea è lasciare le chiavi fuori dalla porta? Nessuno lascia le chiavi sotto lo zerbino!»
«È che io dimentico sempre tutto, ok? In questo modo sono sicura di entrare sempre. Ultimamente ho la testa altrove, porca puttana»
«E se fossero entrati i ladri e si fossero portati via le chiavi? E se... se ci fosse Adam?»
«Ora calmati, Billie. Non ha senso quello che dici». Sospirò, andò a cercare qualcosa nel bagagliaio dell'auto e poi tornò da me... con un cacciavite in mano. La guardai perplessa.
«Che vuoi fare con quello? E perché hai un cacciavite nel bagagliaio?»
«Ho una cassetta intera di attrezzi. La tengo sempre per le emergenze» disse cercando di aprire la serratura. «Così dovrebbe aprirsi»
«Chi ti ha insegnato questa tecnica?» domandai. Eco mi rispose dopo qualche secondo.
«Ash» pronunciò solamente.
Dopo aver smanettato per un po' riuscì effettivamente ad aprire la serratura. Io ero abbastanza in ansia e pure lei, anche se non lo dava a vedere. Tornò dal bagagliaio, poi mi porse un martello. «Non avere paura, capito? Tu lo colpisci ed io lo acceco» mi raccomandò seriosa.
Annuii sconcertata.
«Ma- ne sei sicura?»
«Ti sto prendendo per il culo, Bil» disse poi. «Stai indietro». E aprì di colpo la porta di metallo, che causò un rumore esagerato.
Appena accese la luce l'atmosfera cambiò in un istante.
In casa c'era veramente qualcuno, ma non c'entrava nulla con quel che immaginavo.
Al di là della soglia, trovammo due figure sul divano, strette in un abbraccio appassionato. Gli occhi di Eco si spalancarono, il mio cuore si bloccò per un istante. Ero senza fiato.
«Ma... cosa...» sussurrai io, scioccata, lasciando cadere il martello a terra.
«Oh mio Dio» disse lei, con tono quasi divertito.
Le due figure sul divano si separarono di colpo, sbalordite nel vedere noi nella porta di casa. Uno sguardo di riconoscimento si accese nei loro occhi, e lentamente, una smorfia imbarazzata si dipinse sui loro volti. Erano Luke e Philipe.
«Eco, merda, posso spiegare! Non sapevamo dove stare, io mi ricordavo della chiave sotto lo zerbino e allora siamo venuti qui e...» provò a dire Luke, cercando di spiegarsi. Philipe si rimise velocemente la maglietta, in silenzio.
«Come è possibile una cosa del genere? Proprio tu, Philipe?» pronunciai, ancora sconvolta.
«Bene, mi hai beccato. Contenta? Ora nella famiglia i gay sono due» rispose seccato. Eco rise di gusto.
«Lo sapevo, cazzo. Il mio radar non sbaglia mai» disse lei soddisfatta, più a se stessa che a noi.
«Ora è meglio che vada. Vaffanculo, menomale che non doveva entrare nessuno!» affermò visibilmente a disagio Philipe, riferendosi a non so chi di noi tre. Rimase Luke, che ci guardò imbarazzato, ma non troppo.
«Lo sai meglio di me, tesoro. Quando si sente la necessità...»
«Potevi dirmelo, ti avrei lasciato le chiavi, idiota»
«Philipe non voleva che lo sapeste! Il programma era quello di venire qua, stare cinque minuti e poi portare via il nostro bel culo. Scusatemi se vi abbiamo spaventate»
«Cinque minuti»
«Senti, il sesso tra donne è diverso da quello tra uomini, ok?»
«Vai da lui, adesso. Siamo stanche»
«Sì. Buonanotte tesori. Ma che cazzo hai fatto alla faccia?»
«Sono caduta»
«Certo, come no» disse, poi uscì.
Rimanemmo solo io e lei. Ci guardammo in silenzio e scoppiammo a ridere. Si buttò sul divano, continuando a ridere di gusto. Era così bella.
«Sapevo che Luke si sentiva con un ragazzo conosciuto su Grinder» disse togliendosi le scarpe senza aiutarsi con le mani.
«Già, lo sapevo anche io. Solo, non avrei mai immaginato che il ragazzo fosse Philipe». Ora che ci pensavo bene, in effetti, questo spiegava l'attaccamento e la gelosia di Philipe nei confronti del suo cellulare.
«Be', comunque ho vinto la scommessa»
«Quale scommessa?»
«Non ricordi? Prima di pulire la tua soffitta avevamo promesso che se tra il mio migliore amico e il tuo fratellastro ci fosse stato anche un solo bacio a stampo, mi avresti fatto da modella. Hai perso, mettiti l'anima in pace»
Merda. Mi ero totalmente dimenticata di quella stupida scommessa.
«Sarà solo uno svantaggio per te. Non sono per niente fotogenica»
«Questo lo dici tu. Ho già in mente in quali posizioni metterti» disse ghignando, ed io arrossii con lo sguardo a terra. «Con te come modella avrò molte più possibilità di vincere il concorso». A quel punto mi cadde, per l'ennesima volta, il mondo addosso. Certo, lei voleva fuggire da Slaughter. Voleva fuggire da me. Me lo ricordai solo ora.
«Sì» pronunciai, e andai verso il piccolo angolo della cucina per bere un po' d'acqua.
«Perché ti sei incupita?»
«No, niente. È solo che... io non ti vedrò più. Ma fa lo stesso, eh. Insomma, mi dispiacerà, certo, però alla fine ognuno di noi ha la propria vita, no? Tu la tua... ed io la mia. Credo»
Si alzò dal divano e si mise dietro le mie spalle.
«Sei carina quando dici queste cose. Sciocca».
Mi spostò i capelli di lato e cominciò a baciarmi il collo, abbracciandomi da dietro e stringendomi verso il suo ventre. Sentivo il suo respiro caldo su di me e avevo brividi in tutto il corpo.
«Tu pensi sempre troppo, ti metti sempre troppi vincoli, Fata» mi sussurrò all'orecchio. Mi prese la mano e mi girò verso di lei. «Troveremo un modo per vederci lo stesso, hai capito? Anche se distanti. Je vous promets» disse a voce bassa, poi mi baciò di nuovo. Era un bacio carico di passione e di voglia, come lo avevo sempre immaginato, pur vergognandomi. Questa volta era vero, era davvero lei. Con la mano scese fino alla natiche e i nostri respiri si fecero più affannosi. Ci spostammo sul divano e si tolse la maglietta, senza quasi mai staccarsi dalle mie labbra. Le baciai le spalle e il suo tatuaggio, il lucchetto, mentre lei era a cavalcioni su di me. «Dimmi se ti va di provare una cosa che ti piacerà tanto». Io annuii. «Devi essere convinta, Fata. Se lo vuoi devi dirmi di sì, muovere su e giù la testa non mi basta»
«Sì. Sì, lo voglio» risposi affannosamente. Avevo in me un conflitto interno, un dissidio. Mi sentivo sporca e libera allo stesso tempo, peccatrice e finalmente pura. Una parte di me la voleva a morte, l'altra la respingeva. Decisi di non ascoltare quest'ultima parte. Lei sorrise e scese lentamente con le dita dentro i miei slip, passando per l'interno coscia, facendo una lieve pressione. Mi irrigidii.
«Rilassati, Fata. È una cosa bella»
«È che... nessuno mi aveva mai-»
«Toccato?»
Cominciò a muovere le dita lentamente ed io mi abbandonai al piacere. Non le risposi. Lei si sdraiò su di me, continuando a muovere le dita. Con l'altra mano prese la mia e la infilò dentro i suoi slip, guidandomi le dita per pochi secondi, poi la lasciò.
«Brava, continua così» disse, leccandomi piano il collo. Tutte e due avevamo velocizzato il movimento del braccio e a me uscì spontaneo un gemito. Non ci volle tanto che venimmo insieme allo stesso tempo. Fu un lungo orgasmo silenzioso, in cui morsi le sue labbra dimenticandomi delle ferite. Nonostante il male che era evidente provasse, non si staccò da me finché lo feci io. Mi guardò e sorrise.
«Prendevo in giro Luke ma non sono mai venuta così velocemente con una persona» disse affannosa. Le sue labbra avevano iniziato a sanguinare.
«Ti ho riaperto le ferite, scusa»
«No, ho amato il contrasto. Era un dolore piacevole»
«Un ossimoro»
«Sì, esatto. Qualunque cosa sia un ossimoro».
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Girl ~Billie Eilish~
FanficBillie è una ragazza di diciassette anni che ha sempre vissuto nell'ombra. Dopo la morte del padre, il fidanzamento della madre e la perdita delle sue due uniche migliori amiche, Billie non si sente parte di questo mondo e sfoga i suoi malesseri par...